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La Meridiana presenta alla Libreria Laterza di Bari il volume "Il secolo dell'infanzia" del giudice Franco Occhiogrosso
21 marzo 2013

BARI - Lunedì 25 marzo a Bari (ore 18.30) presentazione ufficiale del volume edito dalla casa editrice La Meridiana,”Il secolo dell’infanzia”, che ricostruisce i retaggi culturali e legislativi sui minori dell’ultimo secolo. Sarà presentato ufficialmente a Bari presso la Libreria Laterza, la novità editoriale di Franco Occhiogrosso, già Presidente del Tribunale per i minorenni e del Tribunale di Sorveglianza di Bari.

«Protagonisti di questo libro non sono né le leggi né i documenti, ma le persone (adulti e bambini) con le loro storie e con gli eventi nelle quali sono state coinvolte. La mia consapevolezza è che stia dando, con questo lavoro, solo un modesto contributo alla crescita di una cultura a favore dell’infanzia.»: così sintetizza l’autore la molla che l’ha spinto nella stesura del libro.
Accade spesso all’uomo di legge incaricato di occuparsi di casi che coinvolgano i minori, che da un lato si trovi a fare i conti con la ‘cultura dei minori’, che è un modo di pensare e di agire, e dall’altra che debba‘usare’ leggi, che a lungo non ci sono state e un po’ per volta hanno cominciato ad esserci. Il secolo dell’infanzia è stato il secolo scorso. Quello che accadeva dalle nostre parti accadeva e accade ovunque.
Dalle nostre parti, quando si faceva la fame, i bambini delle famiglie povere venivano pagati per andar dietro ai funerali. Le orfanelle, vestite di nero e con il compito di piangere, accompagnavano i feretri. Spesso nei manicomi finivano gli orfani o i bambini irrequieti. E ci rimanevano a lungo. Dalle nostre parti, anche quando già esistevano i giudici e i Tribunali per i minorenni, si è cominciato ad ammazzare per strada e sono morti anche loro: Michele Fazio e Gaetano Marchitelli ne sono un esempio. Dalle nostre parti quando la tv ha cercato le lacrime e ha fatto auditel sulla commozione, abbiamo sperato per Ciccio e Tore. E, sempre dalle nostre parti, solo alcuni mesi fa, l’attentato alla scuola di Brindisi ha rotto un incantesimo.
Questo libro è ricco di storie che, attraversando un secolo di impegno sul campo dell’autore, prima giudice minorile e poi Presidente del Tribunale dei minorenni di Bari,indicano il percorso di liberazione da retaggi culturali e allo stesso tempo, nell’aprire la prospettiva culturale e legislativa sui minori, indica la strada ancora da compiere arrivando a storie di cronaca che interrogano ognuno e il legislatore che non può non rispondere prontamente.
Durante la presentazione si confronteranno con l’autore Vito Savino, Presidente del Tribunale di Bari; Maddalena Tulanti, vicedirettore Corriere del Mezzogiorno; Linda Cassibba, direttore Dip, Psicologia e Scienze pedagogiche e didattiche Università degli Studi di Bari; Guglielmo Minervini, direttoreeditoriale delle edizioni la meridiana.
Lunedì 25 marzo 2013, ore 18.30, Bari – Libreria Laterza, Via Dante, 49/53, Ingresso libero Per informazioni: Antonella Lucanie, Ufficio Stampa, ufficiostampa@lameridiana.it
 
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E' chiaro, la storia dei bambini merita di essere raccontata. I bambini del Sud del mondo ammontano a qualcosa come un miliardo e ottocento milioni, quasi un terzo dell'umanità. Questi bambini costituiscono il quaranta per cento della popolazione, e quasi la metà della popolazione nei più poveri tra questi paesi. Le statistiche sono agghiaccianti! Un miliardo soffre di privazioni dovute alla povertà, novanta milioni sono gravemente malnutriti, seicentoquaranta milioni non dispongono di un adeguato rifugio e centoquaranta milioni non sono mai andati a scuola. Solo negli ultimi dieci anni del ventesimo secolo, venti milioni di bambini sono stati ridotti in condizione di profughi. Nel 2003, più di due milioni di bambini erano sieropositivi, e quindici milioni erano stati orfani dall'AIDS. Minacce consistenti attendono l'infanzia. Il numero di bambini dislocati è ancora vicino al suo apice storico, il degrado ambientale sta generando un cambiamento del clima globale e le risorse diminuiscono mentre gli armamenti sono in crescita. L'evoluzione più allarmante è il terrorismo. Ha attratto un numero considerevole di giovani in preda a grave alienazione che, come conseguenza del maggiore accesso, è ora in grado di vedere e di indignarsi di fronte all'enorme disparità nel potere e negli standard di vita. Oltre a ciò, il fondamentalismo religioso ha segnato una battuta d'arresto nell'armonia in cui la comunità mondiale ha mostrato di essere capace. Fortunatamente queste stesse istanze stanno alimentando l'espansione dei movimenti democratici in molti paesi, e stanno motivando decine di migliaia di persone – e molti bambini coraggiosi – a denunciare l'ingiustizia, a pretendere spiegazioni e a sostenere la tolleranza. I diritti dei bambini non comprendono solo il dovere di proteggerli, nutrirli, dare loro un tetto ed educarli, ma anche la salvaguardia della loro privacy, del loro onore, della loro dignità e la garanzia della loro partecipazione alle decisioni che li riguardano. Agli occhi di alcuni osservatori, le previsioni riguardo all'infanzia sono cupe. Alcuni hanno la percezione che l'infanzia, per come noi la conosciamo, stia scomparendo, che non durerà più di un decennio……….Più semplicemente, i bambini dell'era digitale sembrano presentare molti elementi di inadeguatezza. Sembrano essere congiunti per le orbite a televisori, iPod, Game Boy e agli schermi dei loro cellulari. Alcuni temono che gli intervalli di attenzione dei bambini si stiano restringendo oltre il limite del calcolabile. Si applicano a tutto contemporaneamente e non si concentrano su nulla, eccezion fatta, forse, per l'assemblaggio di armi di distruzione di massa fatte di plastica. Alcuni lamentano che i bambini di questa generazione post-Napster non riescano a resistere ad alcun nuovo prodotto offerto loro dai magnati dei media, ma che perdano rapidamente interesse di fronte a ogni successivo, massiccio lancio pubblicitario. Non si tratta di fenomeni inediti, ma alcuni sostengono che la loro forza sia allarmante. Ciò che pare inequivocabilmente perduto in quest'era digitale è l'idea che i bambini vivano nei loro piccoli universi, protetti e tutelati dai genitori. Alcuni educatori temono che il mondo sia diventato, come l'ha definito la psicologa Penelope Leach, “ostile ai bambini”. Gli psicologi con un approccio centrato sui genitori sostengono che la responsabilità dovrebbe essere attribuita ad una cultura secolare sessualmente permissiva, ossessionata dal materialismo e satura di avidità commerciale e di ingerenza statale…………………………………………….
Alla metà dell'ottocento, i bambini dei paesi industrializzati stavano iniziando a trovare una propria collocazione nel mondo. Furono date le scuole, abbigliamento consono all'età ed un ruolo maggiormente definito e rispettato nell'ordine sociale. La letteratura a loro rivolta mosse oltre l'obiettivo rigorosamente educativo. La società si mostrò più indulgente ed premurosa nei confronti dei giovanissimi, mentre le gioie dell'infanzia cominciarono ad essere considerate un diritto di nascita. Il bambino era rappresentato nella pittura, nella scultura e nell'illustrazione, ma i vari Cupido mitologici e cherubini ultraterreni dell'arte occidentale non erano veri e propri bambini, quanto piuttosto simboli stilizzati. Non fu prima del diciottesimo secolo che i bambini divennero soggetto predominante di pittori ritrattisti. Mentre la società abbandonava l'idea che fossero essere umani imperfetti ed immaturi nati nel peccato, i bambini sarebbero stati riconsiderati come creature innocenti, e di quella innocenza gli adulti si sarebbero sentiti in dovere di essere i garanti. L'infanzia non è mai stata, né sarà mai, un paradiso protetto per tutti. Molti bambini soffrono la sciagura di infermità ereditarie, di guerra, pestilenza, fame, malattia e abuso. Che i bambini meno privilegiati di ogni parte del mondo, senza escludere quelli dell'illuminato impero industrializzato della Regina Vittoria, fossero spesso lasciati morire di fame, sfruttati e maltrattati, fu un fatto debitamente ignorato. Le depressioni economiche ed americane diedero origini a condizioni di vita disagevoli che condussero a brutale privazione, permanente carestia e spesso alla mancanza di beni primari come un vero abbigliamento e un tetto. Per i figli dei poveri la vita era tutt'altro che innocente e romantica. Loro inseparabili compagni non erano ubique istitutrici, bensì gli spettri onnipresenti della povertà, della malattia e dello sfruttamento. Gli spostamenti della popolazione indotti dalla Rivoluzione Industriale portarono al sovrappopolamento dei maggiori centri urbani. I nuovi arrivati non riuscivano spesso a procurarsi né un lavoro, né un tetto ed erano costretti a vivere ai margini. Ad aggravare il problema si aggiungeva la concezione vittoriana della povertà, come giudizio morale imposto da Dio ai malvagi, piuttosto che come condizione sociale. Le elemosina, quando concesse, erano assegnate con una certa dose di virtuoso ammonimento. Tale intolleranza rese ancor più gravi queste condizioni e si rivelò particolarmente punitiva nei confronti dei bambini. Nella maggior parte delle comunità meno abbienti un bambino su quattro moriva prima dell'anno di vita e due su cinque non raggiungevano i sei. Le famiglie povere necessitavano del maggior introito possibile, e il commercio aveva bisogno di corpi giovani per corroborare i propri ingranaggi. Ancora una volta interpretando un principio vittoriano secondo cui i bambini (in particolare quelli poveri) non dovessero mai rimanere inoperosi, i sindacati proclamarono in Inghilterra che “ogni bambino sopra i nove anni dovesse essere un lavoratore attivo”. Di fatto non era l'età a determinare quando si potesse lavorare, bensì la capacità. Ragazzini di quattro e cinque anni erano reclutati per fare gli spazzacamini e spesso costretti a lavorare più velocemente, letteralmente “accendendo un fuoco sotto di loro”. Nel 1852 in Inghilterra, il settantasei per cento di tutte le quattordicenni e il sessanta per cento dei sedicenni erano impiegati full time, spesso fino a dodici ore al giorno. Negli stati americani orientali, i bambini costituivano più del cinquanta per cento della forza lavoro della maggior parte delle fabbriche, degli opifici e delle miniere, con impieghi che non promettevano altro futuro che le cicatrici fisiche ed emotive che procuravano. I governi tardarono a venire in soccorso dei più giovani………………….. In ultima istanza, non si può che abbracciare la missione UNICEF per garantire che tutti i bambini possano godere della salute, dell'istruzione, della protezione e delle pari opportunità necessari a permettere loro di essere integralmente parte della famiglia di uomini e donne. (Tratto e condensato da: "full of grace - un viaggio attraverso la storia dell'infanzia - Ray Merrit)


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