I primi ad arrivare come tradizione vuole sono stati i democristiani (ex), sia quelli che nel partito hanno fatto a tempo a entrarci, sia quelli che comunque il sangue Dc ce l’hanno nelle vene per ovvie ragioni. Prima si vota e meglio è. Infatti seggi aperti e arriva Giuseppe Percoco, consigliere comunale dei Gd(Giovani democratici), schieratosi con Emiliano. Lo segue a stretto giro di posta Annalisa Altomare, animatrice del suo Comitato. Ad accoglierli il segretario del Pd Giulio Calvani, il presidente del seggio Ignazio Cirillo (Sel) e i tanti militanti che hanno strozzato il sonno e immolato una domenica di riposo per essere lì. Alle sei tutti alla fabbrica di San Domenico: ci sono la rete wi-fi da avviare, urne da sistemare, carte e registri da ordinare, un seggio da mettere in piedi e aprire in un pugno di minuti. Suonano le campane, nella chiesa di San Domenico si va a messa, accanto nella sala Finocchiaro si decide quale sarà il prossimo candidato del centrosinistra alle Regionali. Il voto su Guglielmo è un voto anche su Paola Natalicchhio, che su queste primarie, ci ha messo la faccia dal primo momento, e un voto sul gruppo degli ex dc, Altomare, Di Gioia in testa: quanti voti hanno davvero? Iniziano ad arrivare i big della politica molfettese: il presidente del consiglio Nicola Piergiovanni, il consigliere De Robertis, il segretario di Sel Silvio Salvemini, il presidente della Multiservizi Piero de Nicolo con i consiglieri Giulio Germinario e Roberto la Grasta, gli assessori Giovanni Abbattista e Rosalba Gadaleta. Il centrosinistra cittadino sta tutto qui. Si vota con l’incubo dell’astensionismo: dopo lo choc dell’Emilia Romagna ce ne sarà un altro qua in Puglia? Non si parla d’altro nelle prime ore ma alle dieci i molfettesi già affollano la Sala Finocchiaro e la coda dei votanti allungatasi di minuto in minuto invade il bel cortile porticato della Fabbrica di San Domenico. C’è il sole, il cielo è sereno, è una splendida mattinata. Fuori si formano capannelli: si sparano le prime previsioni. I ragazzi del Comitato di Guglielmo, quelli che ne hanno animato la campagna elettorale, galvanizzati dalla buona affluenza ci credono: “voteranno in 3.000, 3.500” azzarda qualcuno. Altri sono più prudenti: “1.000, 1.200”. Nicola Piergiovanni, intanto è sprofondato in una poltrona nelle ultime file della sala. C’è sempre qualcuno che gli si avvicina, lo saluta, gli chiede lumi o gli augura semplicemente una buona mattinata. Lui risponde a tutti, sorride, dice che sarà una bella maratona. Ha la fama di saperla lunga. Presidente come finirà? Piergiovanni fissa il soffitto, si porta la mano al mento: “a Molfetta vince Guglielmo sopra il 50%, Emiliano prenderà attorno al 20, Stefano farà bene e si assesterà poco sotto. Voteranno tra le 2.000 le 2.100 persone”. Attorno ci si guarda perplessi ma ammirati. Fuori intanto è arrivata Paola Natalicchio. Saluta il vicesegretario del Pd Lino Renna, Giovanni Abbattista e i militanti accorsi per il voto. Arrivano anche tv e fotografi. Aspettano tutti Guglielmo Minervini. Dicono che abbia deciso di passare la giornata in solitudine, in campagna, lontano dalla confusione. Arriva a passo svelto, verso le 11.30. In strada, fuori dalla fabbrica, trova Piero de Nicolo. Sigaro serrato tra le labbra, sorriso panoramico. Si abbracciano, poi fila dentro. Ancora un abbraccio, stavolta con il sindaco. Partono i flash dei fotografi. Assessore come finirà? Minervini sorride: “è una bella giornata!”. Per votare bisogna affrontare una lunga coda. Una giornalista resta basita: “ma come fate la coda anche voi? Come le persone normali?”. Paola Natalicchio risponde un po’ sorpresa: “come le persone normali? Ci comportiamo come siamo noi! Quindi ci facciamo la coda”. Minervini aspetta paziente, poi si avvicina al tavolo della commissione, consegna i documenti, ritira la scheda, vota e la inserisce nell’urna. Lo fa al rallentatore perché tutti vogliono immortalare il momento. Un fotografo arriva un secondo tardi: “la prego assessore può avvicinare la mano all’urna come se stesse per votare ora? Mi serve la foto!”. Minervini sospira, alza lo sguardo al cielo, ma solo per un’istante, poi si avvicina all’urna, sistema la mano chiusa a becco accanto alla fessura, sorride. Ancora flash. Poi via veloce, lontano dalla calca. E’ quasi mezzogiorno e tutti attendono l’Udc. Dove sono finiti gli uomini di Pino Amato? L’ombra dei centristi e della destra pronta a inquinare il voto si fa sentire. Ma solo l’ombra perché alle urne sembra filare tutto liscio e di infiltrati o presunti tali non ci sono tracce. Piergiovanni è sicuro: “oggi andrà tutto bene, al momento nessun infiltrato”. Gli fa eco Giulio Germinario: “è una festa non ci saranno problemi”. Verso mezzogiorno arriva il Borgorosso al gran completo. C’è proprio tutta la squadra di calcio, militante in terza categoria e della quale è presidente il consigliere Roberto la Grasta che la scorta tutto contento. Borsoni, tute e tanti sorrisi. Votano tutti. Il vicepresidente Felice Lapadula è un po’ preoccupato: “oggi giochiamo contro il Modugno, che ha una gran bella squadra. Sarà difficile”. Scheda nell’urna e poi di corsa al Petrone. Alle 13.30 vota Lillino di Gioia e signora. Anche dopo pranzo le code restano molto lunghe. I molfettesi partecipano con entusiasmo, le schede non bastano, de Nicolo è costretto a correre a Bari per prenderne altre. Votano i consiglieri Saverio Patimo(Pd) e Domenico Gagliardi( Linea Dritta), gli assessori Betta Mongelli e Marilena Lucivero. Sel è al gran completo, tutta compatta a presidiare il seggio. Ma non dovevate restare a casa a guardare? Salvemini sorride, come a dire altroché, siamo tutti qua a votare. La rottura Vendola – Emiliano si è ricomposta alla velocità della luce. Quando cala la sera, la coda dei votanti si assottiglia, qualche militante può staccare un attimo e prendere fiato. Paola Natalicchio non smette di far telefonate: “bisogna portare gente a votare fino all’ultimo”. Fuori si parla di calcio: una cannonata di Pirlo al 93’ ha regalato il derby di Torino alla Juventus. In extremis ha segnato anche il Borgorosso: 2-2 all’ultimo minuto contro il fortissimo Modugno. E’ un punto importante, gli uomini di de Nicolo appaiono rinfrancati: “ma è stata una partita molto nervosa, tanti falli, troppe interruzioni”. In effetti 14 gialli non sono pochi. I cronisti sognano di immortalare Pino Amato mentre infila la sua scheda nell’urna, ma ormai si è capito che l’Udc è rimasta a guardare e non ci saranno colpi di scena. Arriva invece, accompagnata da Annalisa Altomare, la consigliera Lia de Ceglia, eletta con una valanga di voti tra le fila del Pdl, spostatasi poi nel gruppo misto, recordman imbattibile di assenze in consiglio comunale. Vota anche Onofrio Pappagallo. Piergiovanni intanto è soddisfatto e incassa i complimenti di tutti: ha azzeccato con prodigiosa precisione il numero dei votanti (e farà lo stesso con le percentuali raccolti dai vari candidati). Lui solleva le spalle e fa il modesto: “è da qualche anno che faccio politica”. De Nicolo fissa l’orologio: sono le 9.30 ed è quasi finita. Tira una boccata dal suo toscano, che mordicchia nervosamente: “il voto è stato pulito. E’ arrivata un sacco di gente per votare e nessuno ha inquinato niente. Questo mi sembra chiaro”. Sorride, sa bene che il voto di oggi è anche un test sulla stabilità dell’amministrazione Natalicchio. Lui ha deciso di appoggiare Minervini ma non tutti gli credono. Arrivano birre e focacce buone per rifocillarsi, poi finalmente alle 22 si chiudono i seggi e si inizia lo spoglio. Paola Natalicchio si siede in prima fila, a un passo dagli scrutinatori, circondata dai volontari di Minervini. Bastano poche schede per capire l’andazzo: sembra un conclave scontato, l’assessore molfettese prende subito il largo e vola sopra il 60%. Emiliano è staccato di molto, forse i suoi speravano di raccogliere qualcosa in più. Adesso resta da capire cosa succede nel resto della Puglia. Su Twitter si muove già qualcosa, ma sono state scrutinate poche schede. Bisogna attendere le 23 per avere qualche indicazione più robusta: Stefano fa il pieno nel Salento, Emiliano vince a Bari ed è straripante nella Capitanata. Minervini arranca poco sopra il 10%. Molti sono delusi, qualcuno inizia a chiedersi adesso che cosa accadrà: Guglielmo accetterà l’alleanza con l’ex sindaco di Bari e quindi con l’Udc e non si sa chi altro? Forse,potrebbe chiamarsi fuori. Dietro, in un angolino della sala, Percoco, Annalisa Altomare e Antonio di Gioia, supporter di Emiliano, commentano i risultati. Arriva a salutarli anche il Pdl Giacomo Rossiello. Sorridono soddisfatti: male in città ma in sella al cavallo giusto fuori dalle mura cittadine. Lo spoglio si conclude con una vittoria netta dell’ex sindaco che nella sua città prende 1.302 voti (il 63,3%) contro i 463 di Emiliano (22,5%) e i 292 di Stefano (14,2%). Le analisi a caldo sono un labirinto. Come vuole la tradizione hanno vinto tutti e non ha perso nessuno. Il sindaco è soddisfatta: “la nostra città ha dimostrato di aver creduto in un progetto di cambiamento e innovazione, come quello rappresentato da Guglielmo e Stefàno, che qui superano insieme il 77%. Abbiamo dato una bella prova di maturità. Siamo una città laboratorio”. Ma vince anche Emiliano che dilaga nel resto della Puglia: “il risultato di Guglielmo sotto il 75% nella sua città, non è poi questo granché” sibila Annalisa Altomare. E ovviamente per chiudere, fa benone anche Stefano: “qua a Molfetta non era facile perché il voto veniva un pochino monopolizzato da Minervini, ma abbiamo fatto comunque un ottimo lavoro e siamo finiti non molto distanti da Emiliano” ricorda soddisfatto Silvio Salvemini. Lo spoglio è finito, Nicola Piergiovanni chiede un grande applauso per tutti i volontari che hanno permesso il regolare svolgimento delle Primarie: “siete stati tutti bravissimi, oggi è stata una festa per tutti quelli che credono nella buona politica. Ha vinto la democrazia!”. Poi tutti a lavoro per smontare il seggio. Bisogna far presto: una campagna elettorale si è chiusa, un’altra si sta aprendo. E’ quella per le Regionali del 2015. Sarà lunga, lunghissima, durerà fino a maggio.
Autore: Onofrio Bellifemine