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La collisione del brik-scooner Concordia contro il Faro di Molfetta nel 1867
15 ottobre 2016

La fine della nave da crociera Costa Concordia, naufragata al largo dell’isola d’Elba la notte del 13 gennaio 2012, sta per avere termine con la demolizione della parte inferiore dello scafo. Similmente a Molfetta nella metà del XIX sec. un brik-scooner, denominato La Concordia, per una manovra errata o per un colpo di vento, andò a finire contro il faro del porto. Questo bastimento, costruito nel 1836 a Castellammare di Stabia, per conto di Giovanni Azzariti, Vito Samarelli e Stefano de Dato stazzava 94,78 t. In quei anni a Molfetta si stava costruendo la basolata a diverse strade principali tra cui anche Via S. Gennaro; dall’ing. Nicola Scodes, progettista della basolata, fu consigliato di utilizzare i basoli vesuviani più resistenti al logorio, al posto di quelli calcarei. I basoli furono estratti dalla cava detta della Scala o da quella dell’Uncino presso Napoli. Furono acquistati 1102 basoli e per il loro trasposto a Molfetta furono noleggiati tre bastimenti napoletani e il brik-scooner La Concordia al suo primo viaggio, effettuato l’8 ottobre 1836. Era comandato da padron Giovanni Azzariti di Leonardo (n.1794) che caricò da Castellamare di Stabia 327 basoli vesuviani e li scaricò alla fine dello stesso mese a Molfetta1. Raccontiamo brevemente le vicende dirette e indirette di cui La Concordia fu protagonista nel periodo in cui apparteneva alla marineria molfettese. In un viaggio di ritorno, probabilmente da Trieste, nel mese di ottobre 1837 il veliero dette fondo avanti la via Crucis ora Spiaggia della Maddalena. Una sera alcuni sconosciuti insieme ad un marinaio facente parte dell’equipaggio furono sorpresi dal ricevitore della locale Dogana mentre di nascosto sbarcavano del ferro; scoperti, fuggirono e il ricevitore stilò il verbale di sequestro contro ignoti. L’anno dopo fu ancora oggetto di un episodio di contrabbando da parte di terzi; questi usarono il veliero come deposito temporaneo di merce di contrabbando2. Un porto molto frequentato era quello di Trieste, allora porto franco, e La Concordia, comandata da padron Giovanni Azzarita tra il 1837 e 1838, fece due viaggi caricando olio per conto della famiglia Cappelluti. Giovanni Azzariti investiva del denaro a cambio marittimo e nel 1843 investì 200 ducati su alcuni futuri viaggi del bastimento. Il 21 aprile del 1838 il veliero al comando di Francesco Saverio de Candia mentre navigava nel golfo del Quarnaro per un’improvvisa burrasca notturna nell’ammainare le vele finiva in mare il marinaio Giuseppe Cormio di 58 anni scomparendo fra le onde3. Nel 1844 per finanziare la costruzione del porto di Molfetta nel 1844 fu imposta una tassa sia sulla quantità dell’olio e delle mandorle che si esportavano, sia sul tonnellaggio della barca. La Concordia nel 1846, comandata dal padron Giovanni Azzariti, durante due viaggi esportò 1397,95 cantara di olio e pagò un’imposta di 279,58 ducati e 19,8 ducati sul tonnellaggio. Nel 1848 si imbarcarono 1360,96 cantara di olio. Nel 1852, 35 cantara di mandorle e 1062,85 cantara di olio4. Nel 1852 succedette al comando Nicola de Judicibus; nel 1855 il comandante era Domenico Trapani sostituito poi da Domenico Antonio Centofanti di Barlettta fino al 1857 quando gli subentrò Teobaldo Fornari. Tra gli arrivi del naviglio proveniente da diversi porti a Molfetta registrati tra il 1857 e il 1864 riscontriamo spesso La Concordia proveniente da Trieste5. La mattina del 30 aprile 1867 alle ore 9,00 La Concordia padronizzata da Teobaldo Fornari (1821-1869), mentre salpava, andò a finire con l’albero di bompresso contro la base del faro, danneggiando la balaustra traforata e causando un danno di £.374,28. Il muratore Antonio Facchini propose la riparazione col ribasso del 2%, pari a £.366,906. Nel 1865 La Concordia risulta iscritta nelle matricole di Barletta dal 10 aprile 1863 al n.66; ne erano proprietari Stefano de Dato per metà e Vito Samarelli per l’altra metà. In realtà ne era socio anche Francesco Fornari. Questi moriva nel 1865 e la sua porzione pari a 10 carati per testamento andò a suo fratello Teobaldo. La rimanente proprietà del bastimento di de Dato e Samarelli per 6 carati fu assegnata a Tommaso Panunzio fu Giuseppe Domenico; 6 carati a Tommaso Panunzio di Ignazio; 2 carati a Gaetano de Judicibus. Nel 1869 a 48 anni moriva Teobaldo Fornari; la vedova Teresa de Gioia con le due figlie e gli altri soci proprietari vendettero il bastimento a Giambattista Ferranti di Barletta per £.10.200. Il bastimento fu poi di proprietà di Beniamino di Cagno e successivamente di Vito Antonio di Cagno di Bari fino al 18847. Nel 1907 fu istituito a Molfetta il Registro del Naviglio e della Gente di mare; tra il naviglio molfettese trasferito da Bari registriamo anche una bilancella denominata Concordia che con l’altra bilancella Unione praticavano in coppia la pesca. Ambedue erano state costruite a Molfetta nel 1891 e iscritte alle matricole di Bari n.1179 e n.1180, poi a Molfetta ai n. 59 e n.60. Ne erano proprietari diversi marinai con pochi carati ciascuno. Ambedue risultano affondate nel porto Molfetta nel 1910

Autore: Corrado Pappagallo
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