La città a consulto sul restyling di Corso Umberto
Ci si avvicina alla seconda fase dei lavori per il progetto di riqualificazione di Corso Umberto, fase discussa in un incontro a Palazzo Giovene, presentato dal sindaco Paola Natalicchio e dagli assessori Giovanni Abbattista e Tommaso Spadavecchia e il presidente di Agenda 21, Cosmo Sallustio. Del progetto si sono occupati l’architetto Fabrizio Gigotti in primis e l’architetto Lisena, e il Comune ha collaborato con Forum Agenda 21, rappresentato all’incontro dall’architetto Maurizio Ciccolella. Nella prima parte si è discusso degli arredi, ovvero delle rastrelliere per biciclette e delle cosiddette panchine-fioriere, dei nuclei formati da una fioriera racchiusa da panchine sistemate in modo circolare, disposte lungo tutta la lunghezza del corso, in maniera asimettrica e decentrata per permettere il passaggio dei mezzi di soccorso. La seconda parte è concentrata sulle opere strutturali e i punti di focus sono l’installazione di un sistema di videosorveglianza per prevenire atti vandalici, una rete Wi-fi, il rifacimento della pavimentazione dei marciapiedi, la sostituzione delle alberature e del sistema di illuminazione. Questa parte del progetto è in procinto di andare in Giunta come progetto esecutivo, dopo aver ricevuto e applicato le prescrizioni della sovrintendenza per un parere di tipo paesaggistico e culturale. Il primo stralcio del progetto è stato già aggiudicato e l’inizio dei lavori, cioè l’installazione degli elementi d’arredo, è previsto tra marzo e aprile; la seconda fase dovrebbe interessare il mese di settembre e durare all’incirca un anno e mezzo, avanzando a blocchi. L’argomento che ha avuto molta attenzione è quello delle alberature poiché quelle attuali, gli oleandri, sono una presenza storica del corso e ne sono praticamente il simbolo. Il problema è che molti degli alberi esistenti sono ormai alla fine del loro ciclo vitale o malati e per questo vanno cambiati. Le alternative proposte sono sempre di carattere autoctono e sono nuovi oleandri, i lecci, come quelli presenti nei pressi del Calvario o in Viale Pio XI o degli alberi da fiore, accompagnati da un sistema per la relativa manutenzione. La differenza principale tra le tre specie è che le prime due sono sempreverdi, mentre la terza fiorisce solo nel periodo primaverile-estivo. Riguardo al problema delle alberature è stata menzionata la petizione contro lo sradicamento delle piante attuali, data appunto la loro storicità e in proposito è stata citata (da Rocco Chiapperini) la Carta di Firenze del 1981; inoltre l’oleandro arboreo non è variante naturale, ma è stato creato apposta per le città in quanto piccolo, facilmente gestibile e con radici non invasive. Durante l’incontro è stata chiesta la partecipazione dei presenti e la sig.ra Sasso, abitante di Corso Umberto, ha avanzato la proposta di creare un giardino con i vecchi oleandri ancora resistenti. A proposito del sistema di illuminazione si è pensato di installare dei lampioni con lampadine a led di luce calda e con sistema di riduzione del flusso luminoso notturno per sei ore in considerazione del risparmio energetico, che si estenderà per tutta la lunghezza del corso, andando a coprire anche quella zona che va da via Galilei in su. Difatti l’impianto attuale non è ambientalmente a norma perché fonte di inquinamento luminoso, a causa della forma delle plafoniere che disperde la luce e quindi va cambiata. L’altro elemento di discussione è stato quello delle pietre da usare per la pavimentazione dei marciapiedi, poiché quelle già presenti, in basolato lavico, dal tipico colore nero, col contrasto del bianco sul bordo, assieme agli oleandri, rappresentano una tipologia di strada tipica della zona barese. Si è anche pensato di collegare piazza Principe di Napoli al Corso uniformando la pavimentazione e ricoprendo dunque la strada di chianche di Trani o simili. E’ stata anche sollevata la questione dello smaltimento delle acque piovane, che in caso di forti piogge causano l’allagamento del Corso e se venissero raccolte potrebbero essere utili per l’irrigazione del verde della via; ma la Natalicchio ha specificato che un possibile intervento sarebbe troppo impattante, mentre si sta cercando di attuare un intervento conservativo dell’attuale aspetto della strada. Il sindaco si rende conto della complessità e delle responsabilità che risiedono dietro opere del genere, l’ha definito una sorta di “intervento a cuore aperto”. La durata della seconda fase del progetto potrebbe causare problemi agli esercizi commerciali, già in difficoltà a causa della crisi economica nazionale, quindi va ponderato il periodo di inizio e settembre potrebbe essere problematico per alcuni poiché è il mese in cui comincia la nuova stagione commerciale. Andranno consultati gli esercenti per studiare insieme la soluzione migliore. Ciò che è emerso nel corso della serata è la necessità di tenere sempre a mente che Corso Umberto è l’unica zona pedonale della città, il cosiddetto “salotto buono” di Molfetta e va tenuto conto del suo valore paesaggistico, storico, monumentale, culturale e commerciale. Ma attualmente in questo salotto non c’è neanche un posto per sedersi e se va tutto bene, in primavera la situazione cambierà.
Autore: Rossana Petruzzella