L'effetto palestra alla verifica dello spogliatoio
La lezione di GAG è terminata, sono le 21.30 e tutte, o quasi, dobbiamo prepararci per la serata. Lo spogliatoio è pieno e rumoroso in pochi secondi e l'acqua delle docce comincia a scorrere bollente a rigenerare il più possibile i muscoli affaticati dagli esercizi.
Lo spogliatoio, però, è anche il momento della verità, quello in cui si capisce, confrontandosi con le altre, quanto e se sta servendo tutta la fatica e il sudore speso impegnandosi in esercizi tremendamente faticosi. É il momento in cui le donne si dividono in due categorie fondamentali: corpo scolpito, sicuro, asciutto, tonico… un po' esibizionista e, dunque, da mostrare e il corpo “in fase di lavorazione”, timido, introverso e da tenere nascosto.
A queste due tipologie corrispondono poi gesti e abbigliamento: il primo tipo entra ed esce dalla doccia con invidiabile scioltezza, mini accappatoio o telo, gesti veloci e spensierati, nessuna vergogna; pronte quasi subito, hanno sempre un abbigliamento che mette ben in evidenza la loro forma e il sorriso luminoso di chi, nella serata, verrà ammirata.
Torniamo dentro: il secondo tipo è ancora impegnato nel togliere via gli abiti inzuppati per la lezione. La questione non è semplice perché non è facile spogliarsi e, contemporaneamente, indossare il mega accappatoio stipato a fatica nel borsone: l'operazione si conclude con un po' di fatica e, finalmente, si guadagna la doccia. Dopo, nuovamente avvolte nell'accappatoio, si torna al proprio posto: l'inseparabile spugna accompagna il rito delle creme e la prima vestizione… è abbandonato solo al momento dei jeans.
Finalmente vestite, lo sguardo può sollevarsi e spaziare nello spogliatoio ormai quasi vuoto: visi dai capelli ancora un po' arruffati si guardano un po' più rilassati… si riconoscono. I capelli vanno in piega, un po' di trucco, gli ultimi dettagli nel look…
«Che si fa? Una pizza? Ma si!».
Autore: Francesca Lunanova