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L'ateneo di Bari ancora in rivolta: “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città” Continua in mattinata la protesta all'università pugliese; occupata ogni porta del secondo piano della Facoltà di Lettere e Filosofia ma molti gli studenti che non concordano sulle modalità di questa 'lotta' al Ddl Gelmini
07 dicembre 2010

BARI - “II piano occupato. Per chi volesse partecipare entrare dall’ingresso di via Nicolai”.
Queste le parole sul cartellone affisso su ogni porta di ingresso del secondo piano della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Queste le parole lette nella mattinata di oggi da decine di studenti quando hanno salito le scale dell’edificio barese. E queste parole son bastate a creare disordini e disagi al mondo universitario. Lezioni impossibilitate nel loro svolgimento, esoneri saltati, consegnati statini per esami bloccati, disagi a studenti, docenti, dottorandi e al personale del secondo piano della Facoltà.
In seguito all’assemblea tenutasi nella tarda serata di lunedì, che ha visto la partecipazione di varie associazioni studentesche organizzate, auto-organizzate e di studenti non aderenti a nessun gruppo, la decisione di occupare il secondo piano sembra esser stata approvata senza delle reali rivendicazioni alla mano che pure hanno circolato, in forma scritta, abbondanti nella mattinata, distribuite e rese fruibili agli studenti.
Il comunicato è stato firmato a nome delle “Studentesse e studenti baresi in lotta”, una sigla dietro la quale si racchiudono molteplici interessi e punti di vista diversi e non del tutto dichiarati.Lo scopo comune è far sentire la propria voce a questo governo, dimostrando la propria opposizione al Ddl 1905( la così detta legge Gelmini) che sembra essere ormai prossima all’approvazione.
Circola il riferimento alla data del 14 dicembre quasi come una data simbolica di questa protesta.
Peccato che non tutti concordino sulla linea da seguire e sul valore da accordare a questa data: per alcuni  punto d’arrivo per altri invece semplice spartiacque di una protesta da tenere in piedi anche nei tempi a venire.
Il blocco totale della didattica ha per noi un duplice significato - recitava il comunicato scritto - uno legato alla pratica di lotta che non può esser vissuta in maniera blanda e ambigua, l’altro legato al concetto di autoformazione e riappropriazione dei luoghi del sapere; l’università è il luogo delle conoscenze, è utile renderle accessibili a tutte e a tutti”.
Ma questo luogo delle conoscenze, per questa mattina, ha registrato solo un’inaccessibilità alle stesse risorse del sapere.
Molti gli studenti in disaccordo con la forma di protesta scelta per far sentire la propria voce, pochi quelli impegnati materialmente in essa. Forse la strada da percorrere deve battere strade diverse da quelle che un tempo hanno dato i loro frutti ma che attualmente sembrano aver esaurito le loro possibilità di interferire sulla realtà.
I tempi cambiano e forse sarebbe opportuno cambiare anche le modalità con cui dare espressione alle proprie idee.

 
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Autore: Daniela Gesmundo
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