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Iprite a Molfetta: giovane pescatore ustionato all'occhio
26 aprile 2010
MOLFETTA
- Il mare dei veleni, il mare molfettese, con cui ogni giorno i pescatori sono costretti a fare i conti, rischiando la vita pur di lavorare.
E’ stato un altro pescatore a farne le spese, il 23 aprile, durante una battuta di pesca, mentre svolgeva il suo lavoro. Un giovane di 22 anni,
Vincenzo Tedesco
, pescatore di professione, affetto da edema palpebrale all’occhio sinistro da ustione chimica di I- II grado, come certificato dal
Dott. Guglielmo Facchini
in un referto emesso questa mattina.
Secondo il referto, “molto presumibilmente la lesione dell’occhio è stata provocata da contatto con irritanti chimici dispersi in mare che determinano lesioni vescicanti umide, ad esempio iprite, lewisite, acido clorosolfonico, cloropicrina, cloruro di cianogeno che sono parte delle sostanze contenute dalle bombe a caricamento speciale presenti nei fondali delle acque marine antistanti il litorale molfettese”.
Vincenzo Tedesco,
a seguito del contatto con una goccia schizzata accidentalmente, composta da una sostanza mista all’acqua di mare, di colore marrone chiaro “color coca cola”, durante una battuta di pesca, ha avvertito un bruciore istantaneo molto intenso alla palpebra a cui è seguito gonfiore, dolore urente ingravescente ed offuscamento della vista. Il giovane pescatore si è recato alla guardia medica il 24/04/2010 e sta continuando la cura prescrittagli.
Pare assurdo che, nonostante i gravissimi rischi a cui ogni giorno le persone sono sottoposte, le istituzioni continuino ad evitare la questione. Del resto, anche i soldi per la bonifica continuano ad essere utilizzati per eliminare la presenza delle bombe a caricamento ordinario che intralciano la costruzione del nuovo porto, tralasciando inesorabilmente il problema ben più rilevante dovuto alla presenza di bombe a caricamento speciale che pongono i pescatori ogni giorno a contatto con sostanze chimiche pericolosissime.
Probabilmente anche quest’anno le istituzioni aggireranno in fretta il problema, attribuendone la causa all’alga killer. Ma è da sottolineare il fatto che l’alga non è ancora fiorita.
Non è possibile ignorare la vita di lavoratori costretti a subire l’atteggiamento opportunistico di istituzioni disposte a far naufragare la voce ormai disperata dei pescatori molfettesi, pur di preservare i propri interessi.
Già nel TG 2 Dossier dello scorso 13 marzo, avente come oggetto l’iprite a Molfetta, il Prof. Giorgio Assennato, Direttore Generale dell’Arpa Puglia e una dottoressa del Policlinico di Bari si incolparono reciprocamente, pur di evitare di spiegare perché questi pescatori non hanno ancora ricevuto il referto di una visita effettuata nel 2008.
E il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, continua a decantare il successo della bonifica, che ha indirizzato 5 milioni di euro, inizialmente distribuiti secondo l’Accordo di Programma a diverse città del Basso Adriatico con particolare riferimento alle bombe a caricamento speciale, esclusivamente alle aree interessate alla costruzione del nuovo porto, in cui non ci sono bombe chimiche, secondo quanto detto nell’ultimo workshop.
La vita delle persone non è in vendita, e questo ragazzo merita delle risposte.
© Riproduzione riservata
Autore:
Giacomo Pisani
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Willy Coyo....te
29 Aprile 2010 alle ore 22:20:00
Reportage? Wedding Reportage. So what is reportage wedding photography or wedding photojournalism? It is a way of photographing a wedding without setting up any of the photographs. The wedding photojournalist usually arrives well before the bride is dressed and stays until they take last photo of the bride and groom leaving the reception. The photographer stays in the background and photographs events as they happen without any prompting. The advantage of reportage photography for the couple is they can spend more time with their wedding guests. This style of photography shows the atmosphere of the wedding and is non intrusive. The photographs are taken in a mixture of black & white and colour, telling the story of the day as it unfolds. I personally offer this method of photography for your celebration day in Italy. The aim is to record your day in beautiful, natural photographs so you can enjoy your wedding or celebration day without posing for the pictures. So if you are planning a Italian Lakes destination wedding, please call me or drop me an email.
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Lisa
28 Aprile 2010 alle ore 14:10:00
Ottimo articolo, Giacomo...spero ci sia presto un reportage a riguardo. Lisa G.
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Inevitabile Processi
28 Aprile 2010 alle ore 08:24:00
............. allora diciamoci la verità e con immaginazione, cerchiamo di vedere e capire cosa accadrebbe se, un giorno qualsiasi al nostro risveglio, la Sanità Mondiale fa sapere: "Non mangiate più pesci ed evitate qualsiasi contatto con l'acqua di mare!" ..............Un'Apocalisse! E poi?????????????
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persona informata
27 Aprile 2010 alle ore 17:58:00
Complimenti per l'articolo; perchè Pisani non fa un'indagine sui casi di leucemia infantile in Puglia? Credo che avrebbe sorprese interessanti, e da queste sorprese no è esente il famoso a Molfetta "Merluzzo del marinaio" da dare al bambino di cui le mamme molfettesi sono delle grandi fans.
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Più Nero di Vedo Nero
27 Aprile 2010 alle ore 07:30:00
Irreparabile......vedi la piattaforma nel golfo del Messico. Gli esseri umani, unici esseri intelligenti, hanno raggiunto una coscienza di sè che li separa dalle altre forme di vita, e dà loro predominanza su di esse. L'intera natura sembra così a loro disposizione, perchè possano sfruttarla a piacimento. Le risorse biologiche e minerali della Terra, un tempo considerate inesauribili, vengono saccheggiate senza pietà ma, così facendo, la ragnatela si interdipendenze da cui l'umanità stessa deriva comincia a disfarsi. In questa furiosa ricerca di prosperità si trovano, tuttavia, i semi della disperazione più profonda. A mano a mano che la specie umana crea attorno a sè una desolazione sempre più crescente, essa rischia di trovarsi isolata su un pianeta distrutto. I suoi unici compagni saranno allora le specie timide che ha addomesticato, e i roditori astuti che hanno resistito alle varie forme di aggressione. Così mentre corriamo l'attuale via di sviluppo, ignoriamo a nostro rischio le grida d'allarme di coloro che non si sono fatti abbagliare dalle esigenze più immediate.
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Vedo Nero
26 Aprile 2010 alle ore 22:17:00
......la situazione è davvero tragica, e.....senza ritorno. Irreparabile.
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Greatest Generation - Tink Tank
26 Aprile 2010 alle ore 15:07:00
Da un inserto di "Epoca" (ricordate?)n.1884 dell'8.11.1986, leggo: "Le perdite di petrolio delle navi trovano eco sulla stampa, ma rappresentano solo una frazione dell'inquinamento che ha invece origine in mare. Ancora più intenso è lo scarico di scorie in oceano aperto. Lo scarico di acque nere - di origine organica, industriale e umana - è potenzialmente pericoloso a causa della massa dei virus e batteri contenuti. Il quanto allo scarico di scorie radioattive, iniziato nel 1949, e saltuariamente continuato, il pericolo è ancora maggiore. Fino al 1970 gli Stati Uniti e altri paesi affondano le scorie radioattive chiuse in contenitori che ( in seguito lo si è scoperto) lasciavano filtrare il materiale." ....ancora....."Il Mediterraneo è quasi ridotto a una fogna. Dei 100 milioni di persone che vivono lungo la costa, quasi il 50% abita in città grandi e medie e scarica in mare un carico di acque fognarie che si disperdono solo con difficoltà. Le zone peggiori sono quelle nei pressi di Barcellona, Marsiglia, Pireo, Napoli. Il traffico delle petroliere e le raffinerie lungo le coste libiche e tunisine aggrava il fenomeno." Dopo anni trascorsi, considerando altri avvenimenti tragici avvenuti sia a "terra" e in "mare", considerando anche l'immobilità dei governi, cosa vogliamo concludere? La situazione è davvero tragica.
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Ezio
26 Aprile 2010 alle ore 14:28:00
Mi congratulo con Giacomo Pisani, una delle rarissime volte in cui si puo leggere dell'argomento con sufficiente chiarezza e anche con il Dott.Facchini che evidentemente non si pone problemi di carriera che possano prevalere sulla sua missione. Ulteriori elementi di chiarezza potrebbero derivare dall'esaminare come coinvolgere le marinerie pugliesi che lamentano ferimenti ma nel contempo, pescano a strascico dove non potrebbero, non amano discutere della questione temendo ripercussioni sul mercato ittico e "traslocano" ordigni laddove sono certi di non pescarli ancora, vale a dire nei porti e nelle loro prossimita' invece di sottostare alle regole esistenti. Regole che oggi penalizzano i loro proventi soprattutto perche' il Ministero della Difesa non alloca risorse sufficienti ad adeguare le capacita' di sminamento in mare e di smaltimento di residuati a caricamento speciale alle reali esigenze di un territorio che soffrira' le conseguenze del secondo conflitto mondiale ancora per decenni.
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