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Inchiesta sul porto, tutta la verità su una macchina succhiasoldi, i candidati alle elezioni regionali e inediti della settimana santa sul numero della rivista “Quindici” in edicola
17 marzo 2010

MOLFETTA - E’ in edicola da sabato 13 marzo il nuovo numero della rivista Quindici (nella foto, la bella copertina di Francesco Mezzina) il mensile leader che fa opinione a Molfetta, completando così il panorama informativo offerto ogni giorno con Quindici on line, il primo e più diffuso quotidiano in internet di Molfetta.

In primo piano l’inchiesta sul porto. Tutta la verità su una macchina succhiasoldi dalle tasche dei cittadini. Quanto ci costerà alla fine tra ritardi ed errori progettuali. Molfetta porto, la scatola comincia a riempirsi. I rischi per le imbarcazioni per gli errori commessi dai tecnici. Con articoli di Francesco del Rosso, Tommaso Gaudio e Sergio Spezzacatena.
Il direttore Felice de Sanctis questa volta nel suo editoriale si sofferma sul fenomeno della corruzione e del familismo amorale.
Altro argomento importante le elezioni regionali, otto candidati (troppi) in corsa per una poltrona di Roberto Spadavecchia.
Vi presentiamo il Dossier della Caritas suinuovi poveri: giovani, pensionati, padri disoccupati di Marcello la Forgia.
Questi gli altri argomenti: Insicurezza, sentimento comune nella nostra città: un’inchiesta di Serena Minervini. Settimana Santa molfettese, inediti e foto. Il gergario dei confratelli (seconda puntata di AngeloGennaro Gadaleta). La settimana Santa del 1927 nelle poesie di Giacinto Panunzio ci viene raccontata da Giovanni Antonio del Vescovo.
Torniamo sui problemi della piattaforma petrolifera prevista al largo di Molfetta con un articolo di Giovanni Angione. Ospedale, dall’emarginazione alla crescita, intervista ad Annalisa Altomare di Rossella Marzocca.
Ricordate la società di mutuo soccorso fra marinai? Una pagina di storia raccontata da Corrado Pappagallo, mentre Marco I. de Santis ci parla di un garibaldino suicida a Molfetta e Cosmo Tridente della tragica fine di tre musicanti della banda di Molfetta nel 1945.
Infine la presentazione del libro di Tommaso GaudioCome nasce un peschereccio”, edito da “Quindici” che sta avendo un grosso successo di vendite, con copie prenotate in tutta Italia dagli appassionati del settore.
Consueta pagina dello sport con calcio (Francesco del Rosso), hockey (Massimiliano Napoli), pallavolo (Pasquale Caputi), tennistavolo (Domenico Valente) e basket (Leonardo de Sanctis).
Come si vede, un numero, quello in edicola, molto ricco di contenuti e temi interessanti con tanti argomenti che vi terranno compagnia per un mese e vi accompagneranno in una piacevole lettura, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport.
Quindici: quello che gli altri non dicono, Quindici: la rivista che si sceglie in edicola. 
 
 
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I nuovi italiani sono un popolo disincantato, molto diverso da quello che li ha preceduti nel tempo di una, due generazioni, fatto di gente in larga parte scorretta e inaffidabile. Quelli che si affacciano alla vita adulta, oggi, gli italiani prossimi venturi sono semmai un popolo di disincantati, forse di scoraggiati. Scoraggiati lo sono sempre stati, gli italiani. Bravi, ma traditi dal fascismo, dal re, dai magnoni, dai palazzinari, e di conseguenza gli italiani sono venuti su senza sentimenti di fiducia verso chi li ha diretti. Questa fiducia ben fondata, questo ragionevole sospetto di essere costantemente fregati da chi li dirige li ha spinti a raffinare la loro vecchia attitudine di arrangiarsi. Poi, piano piano, l'arte di arrangiarsi è diventata l'industria dell'infrazione, dell'affarismo, dell'individualismo più abbietto. C'è una cosa che i politici stentano a capire: ed è che l'Italia è una bottega artigiana, un paese ricco di potenzialità e meraviglie. E loro invece, no, coglioni, insistono a voler industrializzare il Sud, perchè l'hanno letto sui libri ottocenteschi: che patetici idioti. Il sospetto che il paese sia condotto da fiaccherai incapaci di dare la minima garanzia di percorso e di guida. La politica è vecchia: necessitiamo di l'immissione di politici giovani sulla scena pubblica, perchè serve a dare un'impronta un tantino più manageriale, un po' più aderente alla complessità dei problemi. Che cercano gli italiani? Cercano un pezzetto di stabilità, qualche cosa di sicuro, di credibile, di affidabile. -
....in Italia siamo ridotti così......eppure continuano a chiamarci il bel Paese.... Martedì, 31 dicembre 1986 - Tratto da un'intervista a Sordi e V. Gassman. Dice Sordi: Vedo l'arrivo di un uomo con il segno dell'atorità, questo vedo. Gli italiani cercano sicurezza, cercano garanzie dopo quarant'anni di democrazia vissuta in modo sconsiderato e qualche volta anche sciagurato: il fatto che siamo partiti, dopo la fine della guerra, dalla novità della libertà di linguaggio, dall'inebriante libertà di poter dire quello che si vuole e come si vuole per arrivare poi ad una libertà d'azione che alla fine non ci si capisce più niente: è un casino generale. Dice Gassman: Gli italiani cambiano, e come. E tuttavia sono sempre gli stessi. Non so che dire. Io guardo i giovani di adesso. I migliori sono molto bravi, sono carini, si fanno voler bene, sono informati anche se leggono poco, sono più eleganti rispetto a come eravamo noi alla loro età, sono certamente più belli e sanno stare al mondo. Però sono senza grinta. Sono un po' legnosi, vagamente pigri, non li sorprendi con niente, una generazione di impassibili. In questo noi eravamo profondamente diversi: la nostra generazione ebbe dure scosse, grandi motivazioni, paure e entusiasmi.- I loro personaggi fanno ridere e anche piangere. Sono l'ombra di notissimi personaggi sconosciuti, la proiezione realistica di una Italia che nè l'Istat, nè il Censis sono in grado di mostrare. E cioè l'Italia brulicante di palazzinari, opportunisti, corruttori, inattendibili monsignori, falliti, trionfanti mediocri, prevedibili vigliacchi, improvvisi mascalzoni, onorevoli privi di onore, ragionieri sciagurati giornalisti venduti dopo essere stati idealisti, preti poverissimi e cardinali loffi, etc., etc.. Che galleria affollata e piena di specchi, quale museo di cere parlanti.



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