TRANI – Nella maxi-indagine sui derivati la Procura di Trani ha avviato verifiche su presunti abusi compiuti da alcuni amministratori comunali della provincia di Bari che hanno sottoscritto – secondo l’accusa – con troppa superficialità i derivati, e per estorsione nei confronti di direttori e dipendenti di banche che avrebbero minacciato alcuni imprenditori in crisi costringendoli a sottoscrivere i famigerati titoli-spazzatura.
Le indagini sugli amministratori di almeno due Comuni del nord barese sono state secretate dai pm Antonio Savasta e Michele Ruggiero. Non si conoscono i nomi degli amministratori, né i Comuni coinvolti. Probabilmente il Comune di Molfetta non sarebbe fra questi, pur avendo fatto ricorso in passato ai derivati. Nulla può essere escluso, però. Appena verrà tolto il segreto, si conosceranno meglio i particolari.
Si sa solo che i sindaci avrebbero deciso di ricorrere ai derivati (solitamente agganciati all’accensione di un mutuo) per immettere liquidità nelle casse comunali e per “aggirare” i rigidi paletti del patto di stabilità. Così, però, avrebbero scaricato il debito e le perdite dei derivati sulle successive amministrazioni.