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Inaugurata la nuova sede del Partito Democratico a Molfetta
19 gennaio 2008

MOLFETTA - “Democratici buonasera”- con queste parole, tra orgoglio ed un pizzico di emozione, il portavoce provvisorio del Partito Democratico, Avv. Giovanni Abbattista, ha inaugurato la nuova sede del partito, nella centralissima Corso Margherita di Savoia (locali ex Ancri). “Nonostante il momento politico non è dei più favorevoli, - ha proseguito nel discorso inaugurale l'Avv. Abbattista - stasera è comunque una grande festa. Si avvia anche a Molfetta un percorso per fondare un'Italia nuova, ed è questo il motto che deve impregnare le pareti di questa nuova dimora del Partito Democratico. Quest'oggi incomincia il processo di radicamento nel territorio del PD, con l'obiettivo di riavvicinare i cittadini al Paese; ma per raggiungere questo scopo è necessario tralasciare una politica fatta con comunicati stampa, annunci fasulli e discussioni di pessimo gusto su televisioni e giornali, ma bisogna puntare ad una politica di confronto e costruttiva, in cui la sede del partito è un luogo pubblico e aperto, destinato non solo ai militanti ma anche alle forze esterne. Avremmo potuto scegliere la vecchia sede della Margherita o dei DS, evitando di sostenere enormi sforzi organizzativi ed anche economici; ma senza dirci nulla abbiamo capito che c'era l'esigenza di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato anche per questi aspetti, ecco perché oggi inauguriamo questa nuova e spaziosa casa del PD”. Il coordinatore provinciale provvisorio, Dario Ginefra, non ha potuto far altro che ringraziare i militanti del PD per quello che già hanno fatto, anticipando egregiamente, da un punto di vista organizzativo, la costruzione del PD di altre realtà locali. “Ora è il momento – ha esordito Ginefra – di passare dalla politica dei meno siamo e meglio stiamo, che ha caratterizzato la vita anche di alcuni partiti storici, ad un partito allargato che stimola la partecipazione della gente comune. È necessario rilanciare l'iniziativa politica sui grandi temi: oggi non si fa altro che parlare delle coalizione in cui si accaserà il partito di Dini, dimenticando di spiegare ai cittadini i benefici loro apportati dall'ultima legge finanziaria. Mi auguro che la partecipazione che c'è questa sera si concretizzerà anche nei giorni a venire, non dimenticando, però, che la politica si fa nei partiti senza trascurare le altre forme di organizzazione della società”. Ricordando le scadenze elettorali del PD, che nelle prime settimane di febbraio permetteranno di individuare i componenti del coordinamento e al suo interno il segretario cittadino, Dario Ginefra ha concluso il suo intervento invitando i presenti a mobilitarsi nei prossimi giorni, affinché si possa riportare al voto almeno una parte del popolo delle primarie. Più poetico l'intervento dell'Assessore regionale Guglielmo Minervini che ha esordito con un proverbio africano:”chi vuole andare veloce cammini da solo, chi vuole andare lontano cammini insieme”; questo dovrebbe essere lo spirito del nuovo partito – ha continuato Minervini – per permettere a Molfetta di percorrere ancora tanta strada”. L'Assessore regionale ha sottolineato due primati per la nuova sede del PD: la bellezza estetica della sede (predominanza di colori tenui ed aggiungerei democratici, come il bianco e il verde) con l'obiettivo di far bella anche la politica, in quanto locali grigi e trasandati non ispirerebbero le menti pensanti; e la grandezza della residenza, forse la più grande sede di partito di Molfetta, per incentivare la partecipazione. “In questa sede – ha proseguito Minervini – ciascun partito confluente ha portato in dote la propria storia e cultura, basta guardare i simboli e i quadri presenti; l'obiettivo e lasciare tracce delle nostre origini. La crisi politica è a livello nazionale ma anche nella nostra città, che, riprendendo le parole della signora Cristina Muti (nella lettera inviata a Quindici), è sporca, trasandata ed insicura. Per evitare questo è necessario stare assieme e confrontarci in questa sede non solo per approfondire vicende molfettesi ma anche eventi nazionali come la finanziaria o qualsiasi altro episodio che tange la vita di tutti i giorni. Sempre poeticamente l'Assessore ha concluso il suo discorso con una frase di don Tonino Bello:“meglio accendere un fiammifero che avere paura del buio; è inutile nascondere i propri errori – ha continuato Minervini – ma noi del PD dobbiamo provare ad accendere quel fiammifero, ed anche se ci scotteremo e la luce sarà poca avremo provato a cambiare qualcosa”. Durante la serata sono stati consegnati dei certificati di fondatore del PD alla più giovane, Enza Spadavecchia, e ad un esponente che giovane non lo è proprio più, Sandro Fiore (in una vecchia immagine degli anni Sessanta, quando era un esponente del Pci), il quale simpaticamente ha ricordato un politico del passato che metteva in guardia nel non votare Aldo Moro in quanto comunista, invece oggi, cosa impensabile nel passato, ha dovuto constatare come nella nuova sede del partito la figura di Aldo Moro è accanto a quella di Enrico Berlinguer, i cattolici si fondono con i laici. Prima del taglio della torta, con tanto di stemma del PD, la serata è stata allietata dalla lettura di un brano in dialetto molfettese di Pietro Capurso (apprezzato collaboratore di Quindici), il quale goliardicamente, ma anche con un velo sottile di ironia, ha ripercorso le vittorie e le sconfitte del centro-sinistra, dalla nascita del Percorso nel 1992, fino ad oggi con la costituzione del PD. Il primo impatto, effettivamente, è quello di un partito nuovo, aperto alla più larga partecipazione con la promozione di attività anche dei non iscritti; la sede sembra attrezzata per un confronto politico democratico, ma anche un luogo per la conoscenza di gente nuova e per lo svolgimento di iniziative ludiche. Diciamo che il contenitore è fatto, ora, ed è la parte più difficile, si tratta di riempirlo di fatti ed idee che concretamente possano ringiovanire la classe politica locale e rilanciare da un punto di vista politico, economico e sociale una città defenestrata dalla scellerata e ridicola politica di centro-destra degli ultimi anni.
Autore: Roberto Spadavecchia
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