In chiusura il tesseramento del Pd a Molfetta: nuovi iscritti l’assessora Gabriella Azzollini e l’ex consigliere di destra De Nicolò. Il pasticcio delle quote dei nuovi iscritti
MOLFETTA - Si chiude oggi il tesseramento del Pd di Molfetta in vista del congresso cittadino che dovrebbe eleggere il nuovo segretario.
Naturalmente a dominare sono sempre i signori delle tessere, in primis l’ex segretario del Pd, Piero de Nicolo, al punto che il Pd di Molfetta, si accinge a diventare quasi un partito personale, in linea con quello romano o renziano il Pdn, Partito della Nazione, che a Molfetta coincide anche con le iniziali dell’ex segretario. Tra i nuovi iscritti troviamo anche Peppino de Nicolò (i de nicolo con l’accento e senza, si rincorrono nel Pd locale, vedi anche il commissario Giampiero De Nicolò, quasi un destino… monotematico), con un passato di destra con il sen. Antonio Azzollini. Ma ormai questa non è una novità nel Pd, sempre più legato alla destra che alla sinistra, come il suo mentore il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
Altra novità è l’iscrizione della giovane assessora della giunta Minervini, Gabriella Azzollini (della quale potete leggere l’intervista sull’ultimo numero della riviste mensile “Quindici” in edicola), anch’ella legata a De Nicolo (quello senza accento, come confida nella stessa intervista). Così sono stati formalizzati anche questi tesseramenti dopo quello discusso e contestato con le accuse di irregolarità che portarono alle clamorose dimissioni del nuovo giovane segretario Antonio Di Gioia.
Ora, in quello che può considerarsi il partito di De Nicolo, si è creato un nuovo problema, che ne caratterizza sempre di più la scarsa democraticità e lo connota come il partito delle tessere. Nello statuto del partito l’ex segretario aveva fatto inserire una clausola che prevedeva che potessero essere aggiunte tessere fino al 15% dei vecchi iscritti (i soliti pasticci delle tessere del Pd). In questo modo egli avrebbe avuto il controllo degli iscritti e quindi la maggioranza. A guastare i piani di Piero è intervenuto un nuovo innesto, Nicola Piergiovanni, oggi presidente del consiglio comunale, che è stato il vero artefice del risultato, seppur modesto, del Pd alle ultime elezioni amministrative.
Infatti, il Pd locale, che pure ha perso voti e la maggioranza relativa fra i partiti di Molfetta, si è salvato solo grazie alla trasfusione di sangue dell’ex consigliere comunale di Vendola, passato nelle sue file con tutto il suo bagaglio elettorale. E sarebbe stato proprio Piergiovanni a protestare con il segretario regionale Marco Lacarra perché fosse modificata quella clausola, che avrebbe lasciato fuori anche alcuni dei suoi.
E sembra che questa richiesta sia stata accolta, aggiungendo un altro 15% a quella quota, che era tutta di De Nicolo. Queste le indiscrezioni, vedremo quali saranno i risultati di questo tesseramento, quando si conosceranno il numero e soprattutto i nomi degli iscritti. La battaglia di Piero de Nicolo, in difficoltà dopo gli insuccessi elettorali, è tutta tesa a sostenere il suo amico Ubaldo Pagano, oggi segretario provinciale, quello che ha contribuito con Emiliano a distruggere il Pd locale e a far cadere l’amministrazione di centrosinistra retta da Paola Natalicchio per preparare la strada alla nuova amministrazione dei destracentro, il famoso ciambotto (copyright “Quindici”) di Tommaso Minervini. Il prode Ubaldo, che ha commissariato la sezione di Molfetta, dopo le dimissioni di Di Gioia, ha bisogno anch’egli di tessere per restare alla guida del partito a livello provinciale. Insomma, il travaglio del Pd locale continua, mentre a sinistra tra gli ex iscritti e i dirigenti fuorusciti non si riesce ancora a raggiungere una unità che vede Sinistra italiana, Dep (Democrazia è partecipazione, gli ex amici di Guglielmo Minervini, fuorusciti dal Pd) oggi vicina alle posizioni di Mdp (Movimento democratico e progressista, di D’Alema e Bersani), e Rifondazione comunista ancora caratterizzati da molti distinguo.
In consiglio comunale l’opposizione di sinistra alla coalizione di destracentro di cui fa parte anche il Pd, è invece compatta, con buona pace dell’ex candidata sindaca di destra che oggi guida l’opposizione, Isabella de Bari, che, a corto di argomenti politici e amministrativi, si affanna a sostenere come l’unica opposizione all’amministrazione Minervini sia rappresentata da lei, perché quella di sinistra sarebbe collaterale e anzi addirittura il nono assessore di Tommaso (l’ottavo sarebbe Piergiovanni e il decimo, nelle fantasie della sfortunata ex candidata, sarebbe “Quindici”).
Forse proprio questa opposizione di sinistra, come si sta cercando di fare a livello nazionale con Pisapia, potrebbe rappresentare la strada per una sinistra unificata, senza il Pd, ormai schierato a destra.
In attesa del trasferimento del Pd alla nuova sede (via Manzoni?), dopo che su quella attuale in via Margherita di Savoia è stato posto il cartello "Affittasi", pur restando ancora a disposizione del partito, ci si prepara al congresso.
Comunque qualcosa in più sul destino del Pd a Molfetta si capirà dall'elenco dei nuovi iscritti (ci sarà anche Saverio Tammacco?) e proprio dal congresso con l’elezione del nuovo segretario locale, che, nella potrebbe essere Aldo Spadavecchia, uomo vicino a De Nicolo, oppure un altro candidato frutto di compromesso con Piergiovanni.
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