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Il sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio a “Quindici”: “Mi hanno messo alla porta”. Quante falsità sul mio conto Smentite le ricostruzioni apparse sulla Gazzetta del Mezzogiorno sul suo futuro politico. “Volevo fare il sindaco fino al 2018. Il mio modello è stato Giuliano Pisapia a Milano”
09 maggio 2016

MOLFETTA – Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio è stata alcuni giorni fuori, per onorare un impegno precedentemente assunto a Milano e per stare con la sua famiglia. L'abbiamo raggiunta per una intervista in cui, senza nascondere nulla, come è abituata a fare, ricostruisce gli ultimi mesi della sua amministrazione, le cause e i protagonisti della crisi. “Volevo fare il sindaco fino al 2018. Ma mi hanno messo alla porta”.

Le sue dimissioni continuano a fare rumore in città e anche sulla stampa regionale, tanto che sulla Gazzetta del Mezzogiorno di ieri è apparsa una ricostruzione sulla possibile candidatura di Paola Natalicchio alla segreteria nazionale di Sinistra Italiana, per affermare una linea di dialogo con il Pd.

Come risponde, sindaco? Vero o falso?

«Una interpretazione francamente surreale. L'articolo della Gazzetta è pieno di errori e contraddizioni. “Il sindaco lascia perché va a fare carriera a Roma”: l'insinuazione di fondo è questa. Ma non si può mistificare la realtà in questo modo. Più che lasciare, sono stata lasciata. La cosa assurda è che secondo la Gazzetta questa carriera politica romana sarebbe basata sul dialogo con il Pd, lo stesso Pd che mi affossa. Puro fango. Disinformazione piena di cose assurde, tipo che sono stata tesserata al Pd. Falso, visto che non ho nemmeno mai votato Pd in vita mia. Si scrive anche che ho partecipato al congresso Pd in area Renzi. Falso due volte. L'unico sostegno assicurato in passato al Pd è stato un “appoggio esterno” al candidato alle primarie Pippo Civati, poi uscito dal partito. L'articolo poi si inventa una mia opposizione a Nicola Fratoianni, con cui ho un rapporto di grande rispetto e con cui condivido l'esperienza di impegno nel gruppo operativo nazionale di Sinistra Italiana. Candidarmi contro di lui e contro i "vendoliani" al congresso di dicembre? In questo momento è davvero l'ultimo dei miei pensieri».

E' stata davvero a Milano in questi giorni?

«Sì. Mi ero impegnata per un convegno al fianco dell'Assessore Cristina Tajani sul tema “Innovare per includere”. Una bellissima iniziativa, molto partecipata, alla Fabbrica del Vapore. Ho anche partecipato a un incontro organizzato da tempo, dal titolo “Milano chiama Puglia”, in continuità con il nostro 22 ottobre a Expogate, in cui abbiamo incontrato i pugliesi e i molfettesi a Milano. Milano è stata per me fonte di grande ispirazione amministrativa in questi tre anni. Giuliano Pisapia può senza dubbio dirsi, a mio avviso, il miglior sindaco d'Italia. Mobilità sostenibile, innovazione, politiche sociali avanzate, accoglienza, sostegno all'economia della conoscenza: tutto quello che abbiamo provato a fare anche noi a Molfetta. Ho imparato molto da lui e dalla sua giunta in questi anni e la relazione Milano-Molfetta è stata forte e resta patrimonio importante per i nostri imprenditori e per i nostri innovatori. Il resto è fantapolitica. Ingenerosa e offensiva. Dico ai molfettesi di non cascarci. E lo dico anche ai compagni di strada di Sinistra Italiana Puglia, tirati per la giacca dagli scenari della stampa. Tra loro, ringrazio su tutti Nico Bavaro, che in questi giorni è stato al mio fianco con grande energia e lealtà e che, insieme alla ex segreteria di Sel Molfetta, guidata da Silvio Salvemini e Michele Jacono, è impegnato nel tentativo di salvaguardare un campo di azione di buona politica in Puglia e nella nostra città».
L'INTERVISTA INTEGRALE L'ABBIAMO RISERVATA SOLO AL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE “QUINDICI” IN EDICOLA A FINE SETTIMANA DOVE POTRETE LEGGERLA CON ALTRE DICHIARAZIONI INEDITE, CON LE QUALI IL SINDACO DICE TUTTO, AFFERMAZIONI DESTINATE SICURAMENTE A FARE CLAMORE.

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