Il sindacato Gente di Mare sulla vicenda della nave italiana sequestrata in Oman
MOLFETTA - Sulla vicenda della nave italiana sequestrata in Oman, interviene il Comitato Seagull: "Ancora una nave italiana in mano ai “pirati” nel Golgo Persico: diversi i luoghi ma identica la tattica e la finalità - dice un comunicato del Seagul -. Davvero non si comprende, come cita un comunicato, come mai nessun intervento gli armatori e lo stato italiano riescano a mettere in campo contro questi atti di sequestro: qualsiasi operatore commerciale che avesse subito un furto o una rapina, sino ad oggi avrebbe preso opportuni atti di prevenzione tramite guardie private o altri sistemi; nemmeno lo stato riteniamo abbia messo in campo le dovute misure per prevenire gli agguati.-
Invece, sappiamo tutti quanti e quali interventi siano messi in atto contro i barconi dei "clandestini", sia nel mare Adriatico che nel canale di Sicilia: trattasi quindi di volontà politica e di allarme sociale.-
Siamo perciò autorizzati a credere che qualcuno abbia trovato canali di finanziamento occulto: invero, non si comprende perché a livello ufficiale tutti negano la dazione di danaro, mentre si dice diversamente da parte degli interessati, come è accaduto per il caso del Buccaneer.- Anzi, su quella vicenda che aveva visto coinvolto un altro marittimo molfettese, il sig. Troilo, è calato il silenzio assoluto perché nessuno mai ha chiarito che cosa è successo delle chiatte che il rimorchiatore trainava, né quale fosse il loro carico o la loro destinazione.-
Rimane solo da sperare che anche questa volta la vicenda -che vede coinvolto un altro marittimo molfettese, il sig. Francesco Bacchiani, nostro assistito- si concluda positivamente".