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Il segretario del Pd di Molfetta, De Nicolo, si difende dalle accuse di Pietro Capurso, ma continua a tacere sulle dimissioni del sindaco
04 maggio 2016

MOLFETTA – Chi tace, acconsente, dice un vecchio proverbio, che vale anche nel nostro diritto, quel tacito consenso, che un avvocato come lui conosce bene. Il segretario del Pd di Molfetta, Piero de Nicolo (foto), tace sulla vicenda delle dimissioni di Paola Natalicchio e soprattutto sullo stato del suo partito, diviso e allo sbando, come le cronache ci raccontano. Il fatto di non aver espresso solidarietà al sindaco, la dice lunga sul ruolo del Pd e avvalora l’ipotesi, fatta da “Quindici” che, dietro questi attacchi dei consiglieri comunali del Pd all’amministrazione di centrosinistra della quale fanno parte in maniera organica, ci sia proprio la regia del segretario regionale Michele Emiliano e, quindi, una parte viene assegnata anche al segretario locale, oltre a quello provinciale Ubaldo Pagano.

Dopo la lettera inviata a “Quindici” da Pietro Capurso, antico militante del Pd molfettese, come lui lo definisce e dirigente del partito, ricordiamo noi, il segretario locale dimissionatosi verbalmente da mesi, interviene con un comunicato, nel quale, ovviamente, si guarda bene dal citare il sindaco, da esprimerle solidarietà, quasi a confermare che i sospetti, che sono ormai certezze, della “congiura” piddina nei confronti della Natalicchio e dell’incapacità di tenere a freno la consigliera Annalisa Altomare, che ha fortemente cercato lo scontro e, non riuscendoci, ha puntato, nella tradizione della peggiore Dc, alla strategia del logoramento del sindaco Paola Natalicchio, fino a costringerla alle dimissioni, senza preoccuparsi delle conseguenze per la città. Importante era dimostrare di essere più forte, vincendo la sua battaglia personale.
Queste cose i cittadini avrebbero voluto leggere, a questi “quesiti” il Pd avrebbe dovuto rispondere e non meravigliarsi se un vecchio militante rimane giustamente deluso proprio da una segreteria ambigua e ondivaga, sia a livello locale che provinciale e regionale.  De Nicolo non dovrebbe dimenticare che l’avvento della sua segreteria è stato disastroso per il Pd, che ha perduto la metà dei suoi dirigenti e dei suoi iscritti.
In attesa che il segretario del Pd cittadino risponda anche a questi interrogativi (potrebbe convocare una conferenza stampa e gliele porremmo direttamente, visto che in questa città solo “Quindici” fa domande) riportiamo il comunicato “pieno di stupore” di Piero de Nicolo:

 

«Leggo, con stupore e disappunto, la “lettera” che Pietro Capurso (antico militante del PD molfettese) invia – in contemporanea – al Segretario Provinciale del Partito Democratico ed ai giornali locali.
Il mio stupore deriva dalla perfetta conoscenza e rispetto che Pietro ha delle dinamiche dei partiti (e in questo siamo perfettamente accomunati) per cui, nelle more della convocazione (sin dalla mattina di domenica) per domani della Assemblea Cittadina dei Democratici molfettesi, tutto deve fare un “anziano militante” tranne che turbare preventivamente la serena (anche se per certi versi “drammatica”) riflessione che in questa sede siamo chiamati a svolgere.
Il mio disappunto è, invece, correlato alla sicura strumentalizzazione che la lettera di Pietro subirà dai nemici e dai “falsi amici” della Comunità politica in cui, insieme, militiamo.Domani, ripeto, i Democratici molfettesi si riuniranno per decidere il loro futuro. Sarà una discussione franca, senza peli sulla lingua ed in cui saremo chiamati a decidere prospettive e progetti della nostra Comunità. In questa sede, forse solo in questa sede, Pietro e tutti i militanti del PD molfettese sono legittimati al confronto, sereno e democratico. Ognuno con la propria posizione e con le proprie (tutte) legittime richieste.
Non si può accusare gli altri di “fughe in avanti” in altre sedi (anche istituzionali) quando per primi non si rispetta la “storica” regola che impone, prima di qualsiasi posizione “esterna”, di legittimamente confrontarsi con gli amici e i compagni di partito. Non entro nel merito della richiesta di “commissariamento” del Circolo. Pietro, se ne è convinto, bene fa a richiederla. Altri, se non la condividono, bene faranno a dire il contrario. Pietro sa che un Segretario di Partito deve sempre, finchè sia possibile, evitare la frantumazione del Partito e del suo Gruppo Consiliare. In quest’ottica niente, finchè è stato possibile, ho lasciato intentato. Al Segretario Provinciale del PD, Ubaldo Pagano, chiamato in causa da Pietro Capurso, può andare oggi solo la nostra grande riconoscenza per la vicinanza dimostrata (indistintamente) a tutta la Comunità politica dei Democratici molfettesi. Il mio mandato di Segretario è, peraltro, a disposizione del Partito da diversi mesi. Domani partiremo proprio da quest’ultima circostanza per decidere il nostro futuro».

Fin qui il comunicato di Piero de Nicolo, ma per dovere di cronaca, dobbiamo aggiungere che alla stampa (non amica e non suggerita), ai cittadini, all’opinione pubblica non risultano i tentativi di evitare la frantumazione del partito, né risultano provvedimenti disciplinari  verso chi (Annalisa Altomare, Roberto Lagrasta, Sergio De Pinto e la “matricola” Lia De Ceglia) si è messo contro la propria amministrazione e il proprio partito.
Oggi, convocare il partito per decidere il proprio futuro, ci sembra un po’ tardivo, anche perché saranno i cittadini a giudicare il Pd e, temiamo, che tale giudizio non sarà affatto positivo, col rischio di ridimensionare fortemente la percentuale, già ridotta in occasione delle ultime elezioni regionali.
Ammenocchè non si voglia fare (come è molto probabile) una trasfusione di sangue da parte di ex consiglieri di centrodestra. Ma quello sarà sempre sangue nero e il Pd di Molfetta non potrà più considerarsi di sinistra.

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