Il regista Giulio Mastromauro incontra la sua città
Dopo aver ricevuto il prestigioso premio David di Donatello
MOLFETTA - Si può vincere il David di Donatello per il miglior corto, si può essere il produttore giovane e illuminato di tanti cineasti, si può inseguire un sogno che porta a viaggiare e raggiungere angoli di mondo per ritirare prestigiosi premi attribuiti alla sua casa di produzione Zen Movie, si può essere tutto questo e rimanere il ragazzo che ha lasciato la sua città, come tanti, troppi.
Giulio Mastromauro è questo, è il ragazzo che torna con la sua compagna di vita e di cinema Virginia Gherardini e il loro figlio per respirare l’abbraccio della sua gente, l’abbraccio dei suoi amici. E’ questo il sapore della serata, una reunion di amici, e poco importa se ciascuno, nessuno escluso è un talento, poco importa se ognuno rappresenta il sogno realizzato, le speranze di una città che nulla ha invidiare a comunità più conosciute.
E Cala Sant’Andrea diventa il set naturale che accoglie i suoi talenti nella serata “Molfetta Cinema” che il Comune di Molfetta e l’Assessore alla Cultura Sara Allegretta, hanno voluto dedicare loro. Giulio Mastromauro accoglie i suoi amici in una serata moderata da Tommaso Amato.
Giulio è a casa e l’accoglienza che riserva ai suoi amici è tipica della gente del Sud. Nulla di costruito se Mimmo Verdesca, Antonio De Palo, Corrado Azzollini, Serena Porta, Domenico De Ceglia, Giuseppe Boccassini e Chiara Armentano, sentano l’abbraccio. Quasi imbarazzati quando si elencano i premi e i traguardi raggiunti. Mimmo Verdesca, Nastro d’Argento. Antonio De Palo, due Nastri d’Argento per il corto Le Abiuratrici, Giuseppe Boccassini, convinto assertore della mancanza di una cesura tra cinematografia sperimentale e cinematografia narrativa, Corrado Azzollini apprezzato produttore cinematografico, Chiara Armentano, geniale visionaria oltre a Domenico de Ceglia e Serena Porta fondatori della rassegna Out of Bounds, che, patrocinata dal Comune di Molfetta del Sindaco Paola Natalicchio con Assessore alla Cultura Betta Mongelli, portarono a Molfetta il festival dei corti. Un filo invisibile unisce il passato ed il presente verso un futuro tutto da vivere.
Erano sogni e speranze. Erano ed ora sono realtà.
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Autore: Beatrice Trogu