Il prof. Mongelli con gli Eredi della Storia e l’Anmig Molfetta hanno ricordato lo scultore Giulio Cozzoli
MOLFETTA - "Giulio Cozzoli: atto finale", rappresenta l'argomento della ricerca presentata sabato sera che, organizzata dalle associazioni Eredi della Storia e ANMIG Molfetta, ha avuto l'intento di divulgare la conoscenza di un artista unico e inimitabile che ha scritto pagine di storia altrettanto inimitabile.
Partendo dalle vicende essenziali degli ultimi dieci anni di vita dello scultore molfettese, un decennio costellato da avvenimenti significativi ma non determinante per quel che riguardava la buona riuscita del suo progetto: eternare nella più nobile materia del bronzo o del marmo, il gesso maestoso e solenne della sua Deposizione.
La chiosa finale di un'esistenza spesa nella piena aderenza ai canoni estetici della classicità, tanto da aver metabolizzato quello che è stato definito un "michelangiolismo di ritorno".
Nella conversazione sull''Atto finale di Giulio Cozzoli, siamo grati della dissertazione ma soprattutto dell'impegno profuso dal Prof. Gaetano Mongelli, Storico dell'Arte Moderna dell'Università agli Studi di Bari, il quale ha indagato nella storia personale dell'artista attraverso lo studio delle carte dell’archivio privato familiare. Carte dal carattere inedito in cui si ritrova il carattere saliente della produzione artistica del Cozzoli: l'irrinunciabile classicità nella scultura.
Emblematico e determinante fu il concorso indetto nel 1955 dal Comune di Foggia per celebrare il musicista Umberto Giordano a cui partecipò Giulio Cozzoli, con l'auspicio di aggiudicarsi il primo posto. La storia di un insuccesso vissuto in prima persona che rimandava al progetto di fusione in bronzo della Deposizione.
Su questo nucleo problematico, il Prof. Mongelli ha relazionato attraverso un'indagine capillare sul panorama artistico a cui si ispirò Cozzoli per illustrare la sua partecipazione al concorso, mostrando al grande pubblico i disegni preparatori rimasti ancora inediti.
Nella seconda parte della conversazione, il relatore ha tracciato per larghe linee i caratteri più significativi della produzione artistica di Cozzoli, partendo dagli esordi, con i monumenti e le opere a carattere civile, per poi commentare le statue in cartapesta del Sabato Santo, opere senza tempo che hanno consacrato definitivamente lo scultore nell'animo dei molfettesi.
A conclusione della serata, il relatore ha dedicato pensieri in libertà su Maurangelo Cozzoli, alla sua meritoria opera che portò a compimento il sogno dello zio Giulio di eternare nel bronzo la storia della Deposizione.
Il sindaco Tommaso Minervini, nel ringraziare le associazioni e il Prof. Mongelli, ha posto l'attenzione sul valore che ha la bellezza in tutte le forme dell'arte, esemplata da illustri concittadini. In particolare dell'attività culturale sviluppata dalla generazione molfettese nata nel dopoguerra che ha approfondito con numerosi studi, pubblicazioni e convegni a carattere scientifico, le opere dei molfettesi illustri, a loro precedenti, affermatisi nei campi della cultura, dell'arte, della storia, della politica. Un patrimonio di conoscenza di cui le nuove generazioni non devono perdere consapevolezza.