Il PreventorioProvinciale Antitubercolare (II parte)
Il Preventorio Antitubercolare, opera assistenziale dipendente dal Consorzio Provinciale Antitubercolare di Bari, fu inaugurato il 28 ottobre 1929 alla presenza del Presidente della Provincia di Bari prof. Michele Viterbo, del Vescovo di Molfetta mons. Pasquale Gioia, del Podestà di Molfetta Stefano de Dato, del direttore sanitario del Preventorio dott. Donato Pastore, di Nella Picca sorella della Medaglia d’oro cap. Domenico Picca e di diverse rappresentanze provinciali e comunali tra cui quelle sindacali locali. Facevano ali d’onore alcuni ragazzi facenti parte dei Balilla, alcune fanciulle delle Piccole e Giovani Italiane e i marinaretti frequentanti la Scuola Professionale Marittima. Nel discorso inaugurale il prof. Viterbo mise in evidenza l’impegno costante del Governo contro la TBC e, in ultimo formulò la proposta di intitolare il complesso antitubercolare al dott. Eduardo Germano. Il Podestà de Dato ricordò che nello stesso giorno l’Ospedale civile riceveva e ricoverava i malati di tubercolosi in apposite corsie a loro riservate. Il dott. Germano, commosso per le congratulazioni a lui rivolte, annunziò che ben 103 fanciulli potevano già essere accolti nella nuova struttura1. Ad un anno dall’apertura del Preventorio, su La Gazzetta del Mezzogiorno apparve un articolo sulla finalità assistenziale e preventiva del Preventorio di Molfetta contro la lotta alla TBC. In apertura l’autore (anonimo) metteva in evidenza l’opera caritatevole svolta nei secoli dall’Ospedale Civile, poi sottolineava che il Governo aveva assunto in primo piano la lotta contro questa terribile malattia. A Molfetta nel 1903 era sorta ed era molto attiva la Società di Pubblica Assistenza che assisteva e sussidiava i malati grazie a libere oblazioni. Sotto la direzione del dott. Germano la Società si impegnò a sostenere con più vigore la lotta alla TBC. E proprio al dott. Germano, durante l’epidemia di colera del 1910, in qualità di direttore del lazzaretto alloggiato alla casina del Seminario, venne l’idea di utilizzare quel luogo a prevenzione e cura dei fanciulli essendo questo in aperta campagna. Nel 1924 il possidente sig. Pietro Carabellese nelle sue ultime volontà destinò £.700.000 per impiantare presso l’Ospedale un reparto per tubercolotici che fu aperto lo stesso giorno in cui fu inaugurato il Preventorio con il ricovero di 20 ammalati di TBC. A questo lascito seguirono, a cura della Provincia di Bari e dal Consorzio Provinciale, diversi sussidi per impiantare a Molfetta un Dispensario e un’ospizio marino e campestre, definiti rapidamente e nel migliore dei modi con l’acquisto della casina del Seminario. Con l’ampliamento strutturale il Preventorio risultava formato da un lungo corridoio da cui si accedeva a 9 grandi vani di cui 6 adibiti a dormitorio con 18 letti ciascuno; nei rimanenti vani vi erano la cucina, il refettorio e il ricreatorio. In fondo al corridoio fu collocato un mobile in legno con dentro un altare donato dal dott. Pasquale Pansini. Da altri furono donati i paramenti sacri e un calice di argento. Abbelliva la cappella un autografo di S. Lorenzo Rossi da Brindisi (1559-1619). Ogni domenica don Antonio Palmiotti, cappellano del Preventorio, celebrava la messa. Nella parte posteriore del Preventorio un ampio giardino con solarium permetteva momenti di svago all’aria aperta; in un angolo vi era la lavanderia e la sartoria. Per facilitare l’assistenza medica vi era il gabinetto radiologico e un reparto di isolamento sotto la sorvegliana della sig. na Teresa Lamanna, infermiera crocerossina. Al dott. Donato Pastore, assistente sanitario, si affiancava la direttrice sig.na Paolina Ansaldi. Le lezioni scolastiche erano tenute dal prof. Antonio Albanese2. Alcuni anni dopo, per l’aumento dei ricoverati, fu necessario ampliare ancora la struttura con la costruzione ex novo a mezzogiorno di un ampio fabbricato (piano rialzato e I piano) su progetto dell’ing. Sergio Giancaspro, coadiuvato dall’ing. Antonio Spagnoletti. Costruirono il grande padiglione i muratori Luigi e Michele Sallustio e Domenico Balacco. I lavori terminarono il 1937. Il nuovo complesso seguì lo stile dell’architettura del Ventennio fascista; l’ampia struttura ha il portone d’ingresso in cima alla scalinata ed è affiancato da due pilastri semicircolari sostenenti l’unico balcone centrale aggettante del I piano, dando la sensazione del monumentale; come pure le cornici rientranti delle finestre danno l’illusione di ampie aperture. La funzione antibubercolare del Preventorio durò fino al 1970 circa, poi questo fu adibito a sede temporanea dell’Ospedaletto dei Bambini di Bari per circa un decennio; dopo la struttura fu abbandonata in assenza di qualsiasi programma di utilizzazione. Ristrutturato nei primi anni di questo nuovo secolo, il complesso dell’ex Preventorio nel 2007 fu affidato all’associazione Lega del filo d’Oro che assiste giovani e adulti con varie disabilità. *Fine. La precedente puntata è apparsa nel mese di aprile 2014.
Autore: Corrado Pappagallo