Il “Molfetta calcio” sarà ancora in Eccellenza Analisi di una stagione giocata a fasi alterne
La cronaca dei playout Chiuso il campionato al 14° posto con 42 punti e molti rimpianti, i biancorossi si sono presentati alle gare play out con i foggiani, nella condizione atletica e mentale per far valere il miglior tasso tecnico, sancito dai 16 punti di differenza espressi dalla classifica finale. Nella gara di andata a Cerignola poteva pesare la recente sconfitta in campionato (2-0), ma questa volta il Molfetta ha giocato alla sua maniera: squadra corta, coperta sulla propria trequarti, pronta a pungere in avanti. Alle sterili iniziative dei foggiani, il Molfetta ha replicato nella ripresa e ha rischiato di chiudere i conti in anticipo andando in vantaggio con Paparella. Un rigore generoso ha, però, rimesso in corsa il Cerignola. Nella partita decisiva, allo stadio Paolo Poli, al Molfetta sarebbe bastato un pareggio, mentre il Cerignola era obbligato alla vittoria. Il Molfetta, replicando la buona prestazione dell'andata, non ha dato scampo ai mediocri avversari che non hanno mai impensierito il portiere molfettese Musacco. I biancorossi hanno chiuso i conti nel primo tempo con Fanfulla, alla 16ª rete stagionale, smarcato al limite da un assist del capitano Paparella. Nella ripresa le velleità dei foggiani hanno fatto i conti con una doppia espulsione, che ha praticamente sancito la vittoria indiscussa del Molfetta. L'analisi della stagione La stagione del Molfetta per le premesse iniziali, organico giovane e rinnovato, per alcune situazioni critiche nel girone d'andata e per lo straordinario riscatto nel ritorno, è da considerare alla pari dell'annata precedente chiusa al 5° posto con l'ingenua uscita al 1° turno dei playoff proprio contro il Cerignola. Se i biancorossi avessero centrato la salvezza in anticipo oggi staremmo a scrivere di una stagione eccezionale. Dopo un avvio discreto (11 punti in 8 gare), il Molfetta ha vissuto una crisi cupa (7 sconfitte consecutive e ben 5 giocatori che hanno lasciato la squadra) e ha chiuso il girone d'andata con 13 punti e al terzultimo posto. Con un organico ridotto all'osso i playout sembravano un destino scontato. Ed invece la necessità di mandare in campo sempre gli stessi giocatori si è rivelata una carta vincente. Il gruppo si è compattato ed è cresciuto in personalità. Nel girone di ritorno i biancorossi, sorprendendo anche se stessi, si sono scoperti competitivi. Sono arrivate così 8 vittorie e 7 sconfitte, 24 punti che hanno consentito al Molfetta di recuperare ben otto punti sulla diretta concorrente Real Altamura e di uscire dalla zona playout con 2 punti di vantaggio, a 4 gare dal termine e con lo scontro diretto da giocare in casa. Forse tensione e stanchezza giocavano in quel momento un brutto scherzo. Prima la sconfitta a Cerignola, poi il sofferto pareggio nello scontro diretto che ha condannato il Molfetta ai playout. Il pareggio a Bari e la vittoria finale sul Massafra non sono bastati a reggere la marcia del Real Altamura. Poi finalmente l'esito positivo ai playout e la stagione 2007/08 consegnata agli archivi con una serie note positive. Oltre ad un girone di ritorno da alta classifica, 29 punti (3° posto), al tecnico Di Giovanni va dato merito d'aver lanciato alcuni giovani giocatori: il portiere Francesco Musacco, considerato tra i più interessanti, Giuseppe Fanfulla (16 gol) e Michele Lacavalla (5 gol e sempre gettato nella mischia nelle ultime gare), e d'aver fatto crescere i giovanissimi Davide Cataldo, Vincenzo Magrone, Antonio di Bari e Tommaso Aloisio. Hanno fatto la loro parte anche i veterani: Baldassarre, Angelico, Sigrisi e il capitan Paparella (12 reti) che ha vissuto forse la miglior stagione degli ultimi anni. “Abbiamo fatto un'impresa, come se avessimo vinto il campionato. Dopo un disastroso girone d'andata ci davano già per spacciati. Nonostante le critiche non ho mollato e il gruppo mi ha seguito e sfiorato l'impresa della salvezza anticipata. Però è necessario che la federazione riveda il regolamento e preveda la disputa dei playoff e playout, solo quando il distacco è limitato a pochi punti. Noi abbiamo affrontato e potenzialmente rischiato contro un avversario distaccato 16 punti nella classifica finale”. Questo è stato il commento di Di Giovanni. Sul futuro ha preferito glissare: “Ora è solo il momento di goderci questo successo, poi si vedrà”. E' indubbio, però, che il tecnico consegna alla società un nucleo su cui si potrebbe costruire qualcosa di buono. Ora come nelle ultimi anni, cominceranno a girare le voci di possibili avvicendamenti societari. In società l'unico ad esprimersi è stato Giuseppe de Nicolò che ha affermato: “Io non ci sarò più”.
Autore: Francesco Del Rosso