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Il mio segreto con Turi Ferro Ricordo di un Maestro del teatro
15 ottobre 2001

E' senz'altro vero che la mia formazione di attore ha come riferimento la scuola di Eduardo De Filippo. Nel mio percorso formativo devo aggiungere anche l'insegnamento di Turi Ferro celebre attore scomparso qualche mese fa. L'ultimo suo impegno teatrale portato in scena: “La Cattura”, tratto da una novella di Luigi Pirandello e adattata dallo scrittore Andrea Camilleri, ha segnato il traguardo in palcoscenico del grande Turi. In un teatro di Messina infatti, dopo la settima replica dello spettacolo, durante la rappresentazione il povero Turi cadde di colpo sul palcoscenico. Da quella sera non si è più ripreso ed ha trascorso gli ultimi giorni di vita nella sua Catania. Ho aspettato con ansia il suo arrivo a Bari al teatro Piccinni, era stato previsto verso la metà del marzo scorso. Avevo organizzato il suo invito a Molfetta perché parlasse della sua lunga esperienza di attore ai giovani emergenti interessati alla recitazione. Purtroppo tutto questo non è avvenuto. I miei contatti con Turi Ferro, iniziarono dal lontano 1980 a Milano quando con la compagnia del Teatro Stabile di Catania, portò in scena al Piccolo Teatro “Dal Tuo al Mio” di G. Verga. Prima di questo lavoro, Turi Ferro mi impressionò per la sua recitazione nel film “Malizia”. Il primo incontro che ebbi con Turi si concluse con un “segreto”, che voglio far conoscere ai lettori dopo quasi ventidue anni, incontro che si concluse con una promessa: quello che ci dicemmo in camerino doveva restare un segreto. In seguito, quando ci siamo rivisti, l'ultima volta due anni fa a Napoli al teatro Mercadante, ricordando quella sera, Turi mi disse: “Guarda un po' un attore come te cosa deve fare per vedere uno spettacolo”. Alludeva alla mia “passione” per il teatro che, in determinate circostanze, è capace di farmi fare centinaia di chilometri. Quella sera dunque mi recai al Piccolo teatro per assistere, come ho detto allo spettacolo “Dal Tuo Al Mio”. Arrivato a teatro, mi si presentò una sgradita sorpresa: tutto esaurito, anche i giorni a venire. Uscii dal teatro ma non mi rassegnai. A Milano c'era una nebbia fittissima. “L'unica speranza” dissi tra me, è entrare dall'ingresso palcoscenico, “così potrò vedere lo spettacolo dietro le quinte”. Così feci. Elusi la sorveglianza del custode ed entrai. Mi precipitai a tal punto che, anziché imboccare il corridoio che portava ai camerini e quindi all'ingresso palcoscenico, mi diressi verso il deposito scenografie. Mi resi conto dello sbaglio ma non potei tornare indietro, in quanto sentii delle voci provenire dall'altro corridoio, quello giusto. Cosa potevo fare. Entrai nel deposito e mi rincantucciai per non essere visto. Dopo qualche secondo sentii uno scroscio di applausi amplificati da un altoparlante, sistemato forse su un muro. Al termine degli applausi udii le voci degli attori recitare e poi quella inconfondibile di Turi Ferro. Era evidente che quello che stava succedendo sul palcoscenico e in platea, si poteva ascoltare in ogni parte del teatro. Decisi di fermarmi e ascoltai così tutta la commedia. Dopo gli applausi finali, uscii dal deposito e raggiunsi il camerino di Turi Ferro. Bussai con una certa emozione. “Si può accomodare, è aperto”, disse Turi. Entrato mi chiese se lo spettacolo fosse stato di mio gradimento. Esitai un istante a rispondere ma poi raccontai per filo e per segno quello che mi era capitato. Seguì un silenzio evidenziato di sguardi mimici. Io intuii dalla sua espressione un senso di rimprovero. Infatti mi redarguì severamente e disse: “…saresti stato preso sicuramente come un intruso che voleva danneggiare il teatro…”. Capì la mia sincerità e, mentre alla porta bussavano ripetutamente mi tranquillizzò dicendomi: “…siccome ho capito che tu ami il teatro, se mi fossi trovato nella tua medesima situazione avrei fatto lo stesso, questo segreto rimarrà tra me e te. Domani sera però a tutti i costi, tu vedrai lo spettacolo seduto in platea. Non transigo. Dirai a quelli del botteghino che te l'ho detto io”. Fu per me una gioia immensa. La lezione di teatro col maestro Turi, cominciò per me da quella sera. Cosimo Boccassini
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