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Il “Libertatorio politico” verso la presentazione di una lista civica
27 febbraio 2006

MOLFETTA - 27.2.2006 “Proponiamo di dare vita ad una lista civica che si candidi a governare la città nei prossimi cinque anni”. E' con queste parole che Antonio Campo, nel corso dell'assemblea pubblica organizzata ieri sera dal “Liberatorio politico”, ha annunciato la decisione di “scendere in campo”, assunta da un gruppo di cittadini che si riconoscono politicamente nel centrosinistra ma che si rifiutano di sostenere il candidato sindaco emerso dalle primarie dello scorso 4 dicembre. “Lillino Di Gioia – è stato detto da Matteo D'Ingeo (nella foto), uno dei promotori dell'iniziativa – è il simbolo di quella politica che nel 1994, con l'esperienza del Percorso, sembrava avessimo spazzato via, e che invece, anche per colpa dei partiti di centrosinistra, oggi è tornata alla ribalta. Noi non possiamo accettare il degrado raggiunto dalla vita politica locale, ad ogni livello, e per questo crediamo sia necessario muoversi in maniera alternativa. Esprimiamo, quindi, la nostra più ferma indignazione nei confronti di quello che è successo ed crediamo che l'unica strada da percorrere sia il ritorno alla partecipazione dei cittadini alla vita politica”. Sul piano operativo i promotori del “Liberatorio politico” hanno indicato due binari distinti sui quali muoversi, ma che necessariamente procederanno parallelamente. Da un lato un lavoro di medio-lungo periodo che porti la città a ragionare su 10 progetti concreti per il rilancio della nostra comunità. E' stato Genni Gadaleta Caldarola ad illustrare queste dieci idee (che riguardano le tematiche economiche, quelle sociali, e quelle legate alla tutela ambientale) da approfondire e sviluppare nei prossimi mesi al fine di vederle poi realizzate in città. Accanto a questa fase di elaborazione politica che non potrà esaurirsi in tempi brevi, però, ci dovrebbe essere anche, come detto, una lista civica da presentare alle elezioni amministrative della prossima primavera. “Non che questa scelta sia stata facile – ha precisato Campo – anzi, fosse stato per noi avremmo volentieri evitato di assumere questa iniziativa se solo gli amici che sono nei partiti di centrosinistra avessero avuto maggiore coraggio”. E qui l'atto di accusa di Antonio Campo nei confronti dei dirigenti delle forze politiche dell'Unione è durissimo nella sostanza, per quanto pacato nei modi: “Personalismi, individualismi, volontà di nuocere a qualche altro della coalizione, tutti questi comportamenti hanno portato alla situazione disastrosa che abbiamo davanti. Noi oggi siamo chiamati ad un gesto di coraggio. A fare quello che altri non hanno saputo fare”. L'alternativa a questa lista civica è l'astensione, come esplicitamente detto da D'Ingeo: “Noi Di Gioia non lo voteremo mai, quindi non ci sono altre strade”. Ad onore di verità la proposta avanzata dai promotori del “Liberatorio politico” di presentare un candidato sindaco alternativo (“per il momento non abbiamo nomi da fare” ha detto Campo) non è stata accolta con l'entusiasmo che ci si poteva attendere in una manifestazione del genere. Anzi, sono stati molto numerosi gli interventi dei partecipanti all'assemblea che hanno evidenziato come non si possa tornare indietro rispetto al risultato emerso dalle primarie, massimo esempio di partecipazione dei cittadini alle scelte di carattere politico. E così, nei diversi interventi, è ritornato spesso il tema della “lealtà” e della necessità di “rispettare le regole”, per rispetto nei confronti della città “ma anche di se stessi”, come evidenziato in un intervento particolarmente accorato. “Noi siamo a posto con la nostra coscienza” ha risposto senza mezzi termini Matteo D'Ingeo ribadendo la necessità di rifiutare l'esito delle primarie dal momento che “votando non abbiamo sottoscritto nessun patto”. Il prossimo appuntamento del “Liberatorio politico” è fissato per il 6 marzo. Per quella data si dovrebbe capire se davvero l'idea di presentare una lista civica che possa intercettare il consenso dei delusi dall'esito delle consultazioni dello scorso 4 dicembre, possa poi diventare concreta. “Abbiamo poco tempo e molte cose da fare” ha concluso Antonio Campo. Giulio Calvani
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Sarò di parte, ma mi sembra tale anche la cronaca della serata, fatta in questo articolo. E' vero che alcuni interventi hanno evidenziato la necessità di "rispettare" l'esito delle primarie. E' altrettanto vero che non si è fatto cenno all'intervento di Onofrio Romano, molto efficace e di tenore opposto. Per quel che vale, continuo ad esprimere il mio, di pensiero, su quelle primarie. Due errori sono stati commessi dalle segreterie dei partiti. Il primo: aver "acquistato" Lillino Di Gioia; a quale prezzo l'abbiamo già scoperto, con le divisioni che questo nome ha provocato! Il secondo: non esser stati in grado di contrapporgli un unico candidato alternativo! Col mio voto alle primarie ho tentato di rimediare a questi errori; non ho sottoscritto nulla, nè con chi ha calato queste candidature "dall'alto", nè con la mia coscienza! Alle elezioni valuterò, come chiunque, come spendere il mio voto, in base all' "offerta" (pessimo termine, lo riconosco, ma visto il clima non riesco a pensarne un altro), che verrà presentata. Inoltre non è stato dato sufficiente rilievo (a parer mio, s'intende) al fatto che la costituzione della lista civica è sì auspicabile, ma niente affatto scontata. E che lo scopo della serata era quello di "ripartire dai cittadini", dalle loro idee, dal loro impegno, dalle loro competenze. Ciò che il "Liberatorio" vuol fare è riprendersi la città. Ridarla ai cittadini. Il primo passo è stato compiuto: se sia possibile farne altri, dipende da tutti noi.

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