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Il centrodestra in crisi tenta di riorganizzarsi: Mastropasqua candidato all'area metropolitana, Tammacco alla regione. Il sen. Azzollini potrebbe Pietro Mastropasqua rientrare in Forza Italia
15 ottobre 2014

La scena è da fantapolitica: Guglielmo Minervini, Paola Natalicchio e Antonio Azzollini, insieme sullo stesso palco, magari in uno dei comizi di chiusura delle Regionali. Sorridono, stringono mani e invitano a votare per la stessa e identica coalizione. Quasi certamente non accadrà, ma l’ipotesi ventilata nelle ultime ore e sempre più realistica è di quelle che faranno storcere il naso a molti: Ncd (Nuovo Centro Destra), la formazione politica composta dai fuoriusciti da Forza Italia e guidata dal ministro degli interni Angelino Alfano, potrebbe stringere un’alleanza con il Partito Democratico e appoggiare quindi il vincitore delle primarie del centrosinistra, uno tra Guglielmo Minervini, Michele Emiliano e Dario Stefano. Sintomo dello stato confusionale del centrodestra pugliese che non riesce ancora a convergere su un candidato comune e a sciogliere il nodo Primarie: vanno superate (confluendo appunto su un candidato comune come l’ex presidente della Provincia di Bari, il dott. Francesco Schitulli) oppure svolte aprendole a tutte le aree della destra pugliese? Nel frattempo i giorni passano, Schitulli si logora e i sondaggi sono impietosi: qualsiasi candidato del centrosinistra, attualmente vincerebbe con almeno sette punti di vantaggio contro qualsiasi competitor del centrodestra. Uno sbandamento che si ripercuote sul centrodestra cittadino letteralmente terremotato dalla sconfitta elettorale rimediata alle comunali del 2013 e incapace di rimettersi in moto, strutturando un’agenda politica credibile e incisiva. L’addio di Azzolini, e la disfatta elettorale di Ninnì Camporeale ex presidente del consiglio comunale e candidato sindaco, hanno doppiamente azzoppato Forza Italia. I giovani come Giacomo Rosiello rimangono alla finestra, non riuscendo ancora a emergere e Ncd rimane un partito “leggero” che vive nell’ombra del senatore. Di recente è emersa la figura di Mariano Caputo, avvocato, ex assessore nella precedente amministrazione, protagonista di show folkloristici durante i consigli comunali. Ma sembra incapace di mettersi alla guida di un programma politico dal lungo respiro e piuttosto si spende senza riserve in manovre da retroguardia come le polemiche sui cassonetti dei rifiuti e la nomina di segretaria e addetto stampa del sindaco. Stessa cosa per Ninnì Camporeale che con feroce determinazione ha portato in consiglio una mozione di sfiducia piuttosto incomprensibile (motivata con ragione tecniche legate alla gestione delle pause e alla convocazione delle sedute) contro il presidente Nicola Piergiovanni, personaggio tra l’altro stimato e popolarissimo in città. Nel frattempo Fi (Forza Italia) candida all’area metropolitana il giovane avvocato, Pietro Mastropasqua e alle regionali dovrebbe puntare su Saverio Tammacco. Anche lui avvocato, una lunga esperienza politica tutta a destra, è stato il più suffragato dopo Carmela Minuto alle comunali del 2013, raccogliendo la bellezza di 1.195 preferenze. Una base di consensi molto importante sulla quale costruire la scalata al consiglio regionale. A parlare a favore di Tammacco è anche il buon risultato di Fi alle scorse europee. In città il partito di Berlusconi è riuscito a ottenere 3.470 voti (quasi il 20%) dimostrando comunque una buona tenuta. Se Tammacco riuscirà a confermare questi risultati siederà nel prossimo consiglio regionale. Ma l’incognita è sempre legata al senatore Antonio Azzollini. Se è vero che Ncd potrebbe clamorosamente sostenere il centrosinistra, è anche vero che nel frattempo nell’ Ncd Antonio Azzollini potrebbe non esserci più. Come scritto più volte da quotidiani d’area come Libero e come ha sostenuto più volte pubblicamente l’ex cavaliere Silvio Berlusconi, i senatori dell’Ncd con Schifani e Azzollini in testa, sarebbero pronti da un momento all’altro a tornare all’ovile. Proprio le ultime consultazioni europee ci hanno detto che Antonio Azzollini non rappresenta più il dominus indiscusso della politica molfettese capace di condizionarne da solo equilibri e dinamiche. Il suo Ncd ha racimolato in città appena 1.731 voti, (9,62 %), un ulteriore segnale di quanto fosse traballante il progetto politico di Angelino Alfano. E quindi Azzollini (ex Manifesto, ex Pdup, ex Verdi, ex Pci, ex Pds, ex Ppi, ex Fi, ex Pdl, ora Ncd) potrebbe tornare in Forza Italia. Calcolatore scaltro e spregiudicato, manovratore abilissimo e pragmatico, rappresentante delle istituzioni (è presidente della commissione Bilancio del Senato) influente e potentissimo, Azzollini cerca di allungare ulteriormente la propria carriera politica, che va da se è già lunga e molto prestigiosa. Grazie alle schizofrenie di un sistema politico sempre più zoppicante, Azzollini è al governo col Pd al Senato, ma a Molfetta è all’opposizione. Se si vuole capire prospettive, ambizioni, potenzialità del centrodestra cittadino, bisognerà per prima cosa capire che ne sarà di Antonio Azzollini. E’ ancora lui il perno della destra molfettese e probabilmente sarà ancora lui a segnarne il futuro prossimo.

Autore: Onofrio Bellifemine
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