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Il Capodanno molfettese nel segno della musica
15 gennaio 2017

Si puo affermare ormai con certezza che anche Molfetta annovera un suo tradizionale appuntamento per salutare lfanno nuovo e invocare benauguranti speranze attraverso lfarte della musica. Ef per il quarto anno consecutivo, infatti, che lfassociazione culturale musicale Legni Pregiati organizza il gConcerto di Capodannoh, questfanno tenutosi il 2 gennaio presso la chiesa della Madonna della Pace, sotto lfegida della Fondazione Musicale V.M. Valente, della Regione Puglia e della Fondazione Puglia. Un concerto in grande stile, con un pubblico numeroso ed entusiasta, che ha visto protagonisti il soprano Antonella Giovine e il tenore Giovanni Mazzone, insieme a due presenze fisse di questi concerti di capodanno molfettesi: lfOrchestra Filarmonica Pugliese, diretta dal M‹ Giovanni Minafra e il coro Alter Chorus diretto dal Prof. Antonio Allegretta. Introdotto, come da tradizione, dallfInno Nazionale Italiano, e stato eseguito un programma ricco, variegato e raffinato, che ha spaziato dal repertorio sinfonico a quello operistico, senza tralasciare quello piu leggero ma dfautore. Si e iniziato subito a fare sul serio con il celeberrimo Hallelujah dallforatorio Messiah di Georg Friedrich Handel, eseguito nella versione originale in lingua inglese (cosa poco comune dalle nostre parti) dallfAlter Chorus il quale, con questa performance, ha dato una grande prova della sua univocita sonora e del suo spessore interpretativo, caratteristiche queste che rendono questo coro da oltre dieci anni una presenza riconoscibile e rilevante nel panorama musicale locale. Protagonista del brano successivo e invece lfOrchestra Filarmonica Pugliese che si e cimentata in un classico dei classici come Sul bel Danubio Blu di Johann Strauss Jr., uno dei tradizionali bis del concerto di capodanno per antonomasia, quello di Vienna. I quaranta professori di questa compagine orchestrale, nata nel 2013 e che vanta numerose e significative esperienze in ambito regionale, hanno confermato con questo pezzo la loro bravura, tirata fuori soprattutto grazie allfestro e alla professionalita del M‹ Minafra. Ed ecco poi i due solisti. Il soprano Antonella Giovine ha offerto al pubblico una briosa interpretazione di Una voce poco fa dal Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, mentre il Tenore Gianni Mazzone ha eseguito il Brindisi della Cavalleria Rusticana di Mascagni Viva il vino spumeggiante, questfultimo brano con lfimportante apporto del coro. Suggestivi i pezzi sinfonici magistralmente eseguiti dallforchestra con gli arrangiamenti del M. Minafra; la Sinfonia n. 4 di Ferdinando Provesi, compositore e organista noto per essere stato il piu importante tra i primi maestri di Giuseppe Verdi; la Danza delle Sciabole, dal quarto atto del balletto Gayaneh di Aram Ilfi. Cha.aturjan, ingiustamente associata allfimmagine circense e non a quella degli scenari orientali, che invece sono stati qui ben evocati dallforchestra; e poi la Marcia Persiana di Johann Strauss jr., un altro dei grandi classici viennesi. Coinvolgenti gli altri due brani eseguiti dai solisti e impreziositi dal coro: la sempreverde Non ti scordar di me di Ernesto De Curtis, cantata da Gianni Mazzone e la splendida Romanza della Vilja, dalla Vedova Allegra di Franz Lehar, nellfinterpretazione di Antonella Giovine. A coronamento della serata i due consueti e ineludibili fuori programma: il Brindisi della Traviata di Verdi Libiamo nef lieti calici, che ha unito tutti gli interpreti della serata, e la Marcia di Radetzky di Johann Strauss scandita, come da tradizione, dal battito delle mani di un pubblico gaudente e che ha mostrato vivo apprezzamento con scroscianti applausi lungo tutto il corso del concerto. Una serata, questa, di qualita sopraffina, che ha confermato ancora una volta quanto sia fiorente e prolifico lfambiente musicale molfettese, che per questi motivi merita contenitori culturali ben piu consoni rispetto a luoghi di culto, i quali non possono fare per sempre le veci di un teatro accogliente ed attrezzato la cui mancanza a Molfetta si fa sempre più insostenibile.

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