Il 30 novembre il Pulo riapre i battenti
Una data da ricordare: 30 novembre 2008. Potrebbe sembrare una data qualsiasi, ma non lo è. Il 30 novembre coincide, infatti, con la riapertura al pubblico del Pulo di Molfetta. Per molti scettici sembrerà sicuramente l'ennesima inaugurazione di facciata. Ne hanno tutto il diritto, visti i trascorsi burocratici e burrascosi circa la gestione della dolina, ma questa volta sembra che ci siano tutti i presupposti per rilanciare il sito a livello locale, regionale e perché no nazionale. Il Pulo di Molfetta è una vasta dolina di origine carsica situata a ridosso della vecchia via che conduce a Ruvo di Puglia e distante ormai meno di un chilometro dalla città. La voragine è un unicum di storia, archeologia, botanica e geologia. Infatti, epoche antichissime ed epoche più recenti hanno scelto come ombelico del loro mondo proprio il Pulo. Tutto ciò si deduce perché, a ridosso della dolina, sul fondo Azzollini, vi sono le testimonianze concrete della presenza in epoca neolitica di un villaggio e di una necropoli, sul ciglio sud-occidentale la presenza dell'ex convento dei Cappuccini risalente alla seconda metà del 1500, mentre sul fondo, la nitriera borbonica utilizzata nel 1700 per la produzione di salnitro (di cui le grotte sono ricche) importante componente per la realizzazione della polvere pirica. Il Pulo fu dichiarato inagibile e poi chiuso a causa del terremoto che colpì principalmente l'Irpinia nel 1980. Da quel tragico evento sono passati ben 15 anni e almeno un paio di generazioni, prima di poter sentir di nuovo parlare di una possibile riapertura. Infatti, nel 1995 la Provincia (proprietaria del sito), “finanziata” per l'85% dalla Regione Puglia, approva il contributo per i lavori di riattamento e messa in sicurezza che prendono il via a partire dal 1997 per poi concludersi nel 2004. Sette lunghi anni di lavori per vedere la dolina aperta soltanto alcuni mesi: un'assurdità. Dopo il 2004 sono venuti alla luce i vari problemi di gestione, rimasti sepolti per lungo tempo, con il Comune di Molfetta che, a dire della Provincia, non ha saputo sfruttare al meglio la gestione affidatagli. Ne è riprova il completo stato di abbandono che la dolina ha subito sino a questi ultimi mesi, diventata terra di nessuno e derubata di tutte le attrezzature (Wc, impianti elettrici, computer e tutto ciò che nel mercato nero abbia un valore economico). Un plauso va fatto alle sei associazioni che, grazie alla loro tenacia e alla collaborazione del consigliere provinciale Domenico Cives e dell'assessore provinciale Antonello Zaza, sono riusciti a garantirsi l'affidamento delle gestione. Le sei associazioni (Terrae, Ictius, Wwf, Archeoclub, Pro Loco e Legambiente) si sono unite in un unico grande consorzio denominato 'Polje' diretto dal dott. Raffaele Annese, già vicepresidente di Terrae. Anche le guide turistiche sono quasi pronte, grazie al corso di formazione svoltosi a cura del consorzio. Varcando il cancello della dolina si ha la sensazione di evadere completamente dal mondo circostante per immergersi in un territorio magico in cui il tempo sembra non contare. Tutto è fermo e si avverte quasi la sensazione di rivivere alcuni momenti del neolitico quando l'uomo cominciava già a muovere i primi passi verso la storia. Sono tanti coloro che ricordano con nostalgia le proprie “avventure” adolescenziali vissute in fondo alla dolina e adesso finalmente potranno rivivere i propri ricordi “dal vivo”. Tanti ricordano ancora lo splendido presepe vivente, ma molti non conoscono questa stazione neolitica. Sarebbe auspicabile che il Comune torni a dialogare con il consorzio Polje e la Provincia al fine di poter creare il cosiddetto “Sistema Pulo”, inglobando nelle visite guidate anche la Casina Cappelluti (ex Lazzaretto), distante circa un chilometro, che ospita il museo civico dedicato proprio ai ritrovamenti archeologici della dolina.
Autore: Francesco Tempesta