Recupero Password
Il '68 a Molfetta quarant'anni dopo, strade dissestate, caos consultori, edilizia e ambulanti senza controllo nel nuovo numero di Quindici in edicola
21 ottobre 2008

MOLFETTA - E' in edicola da qualche giorno il nuovo numero di Quindici, rivista leader a Molfetta. In primo piano il '68 a Molfetta quarant'anni dopo, un incontro fra alcuni protagonisti della stagione della protesta studentesca al liceo per fare un bilancio: cosa è rimasto, è stato un fenomeno positivo, cosa ha cambiato, è riproponibile oggi? Nelle pagine di economia torna la vicenda della guerra fra l'Ipercoop e il Comune per le aperture domenicali. Non poteva mancare l'edilizia, argomento sempre scottante a Molfetta, Franco Altomare dei Repubblicani europei si chiede: che convenzionata è, se sussistono ancora anomalie. Che dire poi dell'ufficio “front office” che dovrebbe fornire notizie ai cittadini proprio su edilizia e territorio? Anche qui un bilancio negativo soprattutto per colpa della burocrazia, che non riesce a farlo funzionare in modo efficiente. Insomma, un buco nell'acqua e i cittadini vagano alla ricerca di informazioni. Un errore del sindaco Antonio Azzollini forse costerà alla comunità molfettese un milione di euro: il riferimento è alla vicenda della richiesta del Comune di spostare l'attuale manufatto in costruzione destinato alla caserma dei marinai della Capitaneria di porto, perché in contrasto sia con la visione della Basilica della Madonna dei Martiri, sia con il progetto di un lungomare di ponente. Ne parla il coordinatore del Partito Democratico, Giovanni Abbattista, in un'intervista. Per l'inchiesta questa volta una cronista di “Quindici” ha finto di avere bisogno della pillola del giorno dopo, per vedere come funzionano i Consultori pubblico e diocesano: un risultato disastroso. L'attualità propone la vicenda della piscina comunale, dopo la fine del contratto con il Coni, non è stato ancora individuato un nuovo gestore e l'impianto è stato abbandonato a se stesso. Su questo tema, mettendo sotto accusa il Comune, parlano i protagonisti: il presidente del Coni, Elio Sannicandro, gli utenti della piscina, gli istruttori di nuoto e gli atleti della squadra di pallanuoto. In tema di comunicazione che a Molfetta lascia molto a desiderare, con agenzie improvvisate e con scarsa professionalità, abbiamo provato a rifare il manifesto del Tetra Pak, con l'aiuto di Patrizia Nappi, grafica molfettese, che da questo numero comincia la sua collaborazione con “Quindici”. Il manifesto realizzato da Patrizia, “Quindici per l'ambiente, presentato in questo numero, verrà riproposto in formato grande dal prossimo numero per far comprendere ai cittadini cosa è il Tetra Pak e dove vanno riciclicati i contenitori di bevande. Siamo andati anche a vedere in quali condizioni disastrose si trovano alcune piazze di Molfetta e in particolare Piazza Minuto Pesce e Piazza Gramsci. Mentre il sindaco inaugura piazze con giardini, quelle dove la gente fa la spesa sono in condizioni igienico-sanitarie proibitive e gli operatori lavorano anche con scarsa sicurezza per la presenza di cavi elettrici non sistemati a norma. E sempre in tema di piazze, i nostri cronisti hanno fatto un giro fra quelle abusive o dalla licenza facile o degli ambulanti senza controllo spuntate un po' dovunque occupando angoli di strada, aree di parcheggio, marciapiedi e perfino carreggiate percorse da automobili. Eppure nessuno fa nulla e nessuno sanziona questi ambulanti che tengono la merce esposta alla polvere e ai gas di scarico delle auto, con buona pace dei Nas, che non sembrano accorgersi dell'anomalia igienico-sanitaria. La politica torna sugli argomenti dell'assenza delle donne in giunta, che parla della decisione del sindaco di eludere l'ordinanza del Tar e Petrus Caput Hurso ci scherza su con una simpatica nota ironica. Una passeggiata per la città ci ha permesso di notare e fotografare il dissesto delle strade, i rifiuti e i semafori spenti. Tutto a danno dei cittadini e dell'immagine di una città che vorrebbe essere diversa, ma che fa parlare di sé a livello nazionale solo per fatti negativi. Per restare in tema di strade, siamo andati a spulciare i nuovi nomi delle vie cittadine assegnati dalla commissione toponomastica e ne sono venute fuori delle curiose annotazioni per la scelta dei personaggi a cui è stato concesso di essere ricordati ai posteri. Una per tutte Giorgio Almirante, fascista della Repubblica sociale e autore di articoli fortemente razzisti. Una scelta quantomeno inopportuna per una città dal passato antifascista e dalla tradizione dell'accoglienza, che ha avuto il suo esponente più alto in don Tonino Bello, il cui ricordo lo trovate in queste stesse pagine della rivista “Quindici” in edicola. Per la cultura è possibile leggere tutto o quasi sul caffè nella rubrica “I nostri detti memorabili” di Marco de Santis, mentre Antonio Balsamo va alla scoperta delle nostre radici attraverso i documenti degli archivi scolastici. Le altre notizie di cronaca: la battaglia vinta dai vigili del fuoco per avere una nuova caserma efficiente e in grado di permettere esercitazioni adeguate ed interventi più tempestivi e l'avvio dell'oratorio San Filippo Neri della Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”. In questo numero ospitiamo anche l'appello della scrittrice molfettese Gianna Sallustio perché i resti di Gaetano Salvemini siano trasferiti dal cimitero di Firenze a quello di Molfetta, una battaglia civile che ha anche un significato morale. Quindici - che dalla sua fondazione è rimasto l'unico giornale a ricordare periodicamente la figura dell'antifascista molfettese e a pubblicare pagine inedite a cura di Pasquale Minervini, del Centro studi molfettesi, di Giovanni de Gennaro e di altri studiosi – fa proprio questo appello in omaggio ad un uomo dalla schiena dritta e dalla dirittura morale alla quale crediamo sia giusto ispirarsi in tempi di bieco servilismo di personaggi voltagabbana che rappresentano la nuova classe dirigente, contro la quale Salvemini si sarebbe sicuramente scagliato. Completano la rivista le consuete pagine di sport, gli appuntamenti e altre notizie utili. Non c'è l'intervista al sindaco, dopo i 100 giorni di amministrazione, ma Antonio Azzollini ancora una volta non ha voluto o non è riuscito a rispondere alle nostre domande. Abbiamo rinviato l'appuntamento al prossimo numero, augurandoci che il primo cittadino, tra una trasferta e l'altra a Roma, trovi anche il tempo per i suoi cittadini che attraverso la nostra rivista vogliono rivolgergli alcune domande. Ricordiamo anche ai lettori che abbonarsi a Quindici oggi conviene perché si ottiene un doppio risparmio: sul prezzo di copertina, passato da luglio, dopo oltre 6 anni, a 2 euro e sullo stesso abbonamento, rimasto bloccato fino alla fine dell'anno a 15 euro (anziché 20 euro) per Molfetta e a 18 euro (anziché 25 euro) per fuori. Un numero, quello in edicola, come sempre ricco di contenuti e di temi interessanti con tanti argomenti che vi terranno compagnia per un mese e vi accompagneranno in una piacevole lettura estiva, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport. Quindici: quello che gli altri non dicono, Quindici: la rivista che si sceglie.
Autore:
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Caro Direttore, ho letto l'ultimo numero di "QUINDICI" con grande curiosità, attenzione e passione, le stesse che accumuna Lei e tutti i Suoi collaboratori, tutti deliziati e amareggiati delle vicessitudini di questa nostra amata e tartassata Molfetta. Grazie a tutti. Questa mia lettera non è una requisitoria, tanto meno una disapprovazione, non me ne vogliano Roberta Petronelli e Francesca Lunanuova, bensì una diversa visione su due argomenti: ambulanti e Rom. Distinguiamo il venditore abusivo dal venditore ambulante. Il venditore ambulante ha spazi definiti dal Comune che paga, inoltre rilascia o dovrebbe rilasciare lo scontrino fiscale e si fa carico, avendo una partita IVA, di tasse e contributi. Il venditore abusivo non fa nulla di tutto questo, non èassicurato e alimenta la piccola malavita vendendo solitamente merce di dubbia provenienza. Un'amministrazione Comunale non dovrebbe elargire licenze di vendita a venditori abusivi e nemmeno revocare le stesse a venditori amb ulanti che rispettano le leggi. La differenza sta' nell'illegalità dell'uno e nelle legalità dell'altro. Questo vale anche per i cittadini extracomunitari. La "colpa" dei politici amministratori sta nel non voler (per motivi elettorali?) o non sapere (per incapacità?) dettare leggi che regolano i comportamenti e le disposizioni igieniche e sanitarie. Un altro errore, a mio avviso, sta nello scegliere le zone dove esercitare il lavoro di venditore ambulante. L'eccessivo numero di ambulanti fanno dell'intera città, un mercato permanente e confusionario, si potrebbe definire anche un numero chiuso per quartieri cittadini. Definire le norme igieniche sanitarie e controlli periodici, attrezzature adeguate onde non esporre e proteggere la merce tutta, all'inquinamento del traffico e quant'altro discusso e approvato da tecnici e esperti del settore. La garanzia assoluta non è scritta da nessuna parte: non dimentichiamo lo scandalo recente dei formaggi e le date di scadenza contraffatte in alcuni supermercati, marche di rinomate risonanze. Non diamo filosofie alle necessità e sofferenze umane. Il piccolo venditore ambulante è necessario per anziani, diversamente abili, persone impossibilitate a percorrere lunghi tragitti,etc.etc., purchè rispetti in continuità regole ben precise, contgrollate periodicamente dalle autorità competenti. Non dimentichiamoci dei "cittadini ambulanti" i quali, nella stagione estiva, dimenticando le norme elementari del vivere civile, parcheggiano i loro mezzi (abusivamente?) oppure seduti su sedie e tavolini vari su tutto il litorale, spadroneggiando e lasciando poi al loro ritiro, immondizia e sporcizia maleodorante. Lo stesso discorso dicasi per i Rom, anche se le loro problematiche sono diverse e più angustiose. La reiterazione di immagini e di clichè stereotipati certamente non favoriscono il dialogo, ma al contrario, creano dannosi e generalizzazioni. E' l'unico popolo al mondo a non aver dichiarato fuerra a nessuno, perchè non ha mai avuto l'esigenza di rivendicare un territorio e quindi di scalzare altre popolazioni per un insediamento. Non dimentichiamo le politiche di espulsione, di reclusione, di sterminio, di deportazione, di assimilazione. Voglio ricordare il primo bando contro i Rom: è del 1492 da parte dei cosidetti "Re Cattolici" spagnoli. Il problema non è semplice, le soluzioni sono da discutere e affrontare, onde evitare un altro olocausto. Le distanze in questo mondo, si sono accorciate: " tra il dire e il fare, non c'è più il mare". Sono fallite le tante iniziative di inserimento sociale a questo popolo errante, cerchiamo altre soluzioni con Cristiana pazienza: riproviamoci, non arrendiamoci davanti alle difficoltà. Se volgiamo uno sguardo alla Preistoria e alla Storia, vediamo che l'uomo ha superato ostacoli considerati dai più, insormontabili. Direttore, voglio salutare Lei e la Redazione tutta, con un saluto ROM fattomi molti, dico molti anni fa, da un ROM pakistano nella città di Karachi: " BUT BAXT TA SASTIPE " ( che voi possiate essere sani e fortunati ). A me ha portato bene. Grazie per l'attenzione.
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2023
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet