I pedinamenti a Rocco Altomare
Negli anni 2009 e 2010 è stata acquisita varia documentazione dal settore Tecnico del Comune di Molfetta; e dall’analisi del permesso di costruire n. 4150/2008, inerente i lavori dell’ex hotel Tritone, è stata rilevata la presenza dell’annotazione a matita in cui viene riportata la dicitura “ritirata dall’ing. ALTOMARE Rocco”; circostanza che conferma la stretta collaborazione tra lo studio tecnico A&D e il dirigente, il quale in questa situazione fi rma l’atto di concessione, lo ritira e lo consegna personalmente agli aventi diritto, come meglio precisato al capo “B”. 10) Nel marzo 2010 è stata effettuata un’attività di pedinamento dell’ing. ALTOMARE Rocco che HA ATTESTATO LA QUOTIDIANA PRESENZA DEL DIRIGENTE DEL COMUNE DI MOLFETTA NELLO STUDIO DELL’A&D S.R.L. Precisamente è stata accertata la presenza dell’ing. ALTOMARE Rocco negli uffi ci di vico Fortunato n. 8 nei seguenti giorni 8, 9, 10, 12, 13, 18, 19, 22, 23, 24 (si vedano i numerosi verbali di annotazione di P.G.). E’ stato inoltre rilevato che ALTOMARE Rocco ha la disponibilità sia delle chiavi dell’uffi cio della società A&D sia dell’autovettura intestata ancora “Studio tecnico associato”. A riscontro di quanto accertato vi sono le dichiarazioni dell’Ing. LOSITO Michele: A.D.R. (a domanda risponde): svolgo l’attività di libero professionista quale Ingegnere iscritto all’Albo Sono esperto di urbanistica avendo anche in passato collaborato con l’Amministrazione Comunale redigendo anche dei pro getti quale consulente con corrispettivo fi sso. A.D.R. nell’ambito del comparto 17 fui contattato da alcuni miei conoscenti che avevano delle proprietà nell’area in questione situata nella zona Contigua all’area PALBERTI ove insisteva un plesso industriale. Ero a conoscenza che l’area del PALBERTI era stata stralciata dal comparto in questione per effetto della Sentenza emessa dal TAR in favore dei proprietari dei suoli che avevano fotto ricorso avverso l’inclusione dell’intero sito nell’ambito del comparto con tutte le limitazioni che da esso derivavano. Poiché le aree delle persone che mi contattarono erano prossime all’area in questione mi interessai della possibilità di poter assimilare tali aree a quella del PALBERTI potendo benefi ciare le stesse del medesimo regime giuridico previsto in favore dei titolari dell’area in questione. In sostanza la Sentenza dei Giudici Amministrativi aveva dato la possibilità specifi candola nella motivazione di poter accedere ad una attività di edifi cazione libera mediante piani edilizi a cura dei privati o la possibilità di ottenere anche il cambio di destinazione d’uso e quindi edifi care con volumetrie maggiori rispetto a quelle previste nel comparto. E’ evidente che per tutti i suoli ricadenti nell’area limitrofa all’area PALBERTI si apriva la possibilità di una lottizzazione dei suoli da parte dei privati proprietari che potevano avvantaggiarsi di un progetto in edilizia libera. Come è prassi dopo aver redatto la progettazione complessiva dei suoli ricadenti in gran parte dell’area (ad eccezione dell’area PALBERTI) mi sono recato presso l’uffi cio Tecnico per concordare con il Dirigente la presentazione del progetto da parte dei privati titolare dei suoli. La cosa mi sembrava tranquilla perché l’area PALBERTI era stata oggetto di una progettazione privata e stava seguendo un iter ordinario pendente già presso l’uffi cio Tecnico. Mi fu espressamente detto dal Dirigente Rocco ALTOMARE che nel mio caso non avrebbe accettato la mia progettazione rilevando ogni volta ora un cavillo ora una questione ora un problema tecnico. Inizia per me una lenta via crucis nella quale ogni volta recandomi presso l’uffi cio dopo lunghe attese si eccepivano problematiche di ogni genere. Ad un certo punto in un’occasione il Dirigente mi disse che era inutile proseguire su questa strada e che lui non avrebbe mai approvato la mia progettazione anche con le modifi che da lui richieste e che l’unica strada praticabile era far transitare il progetto attraverso il suo studio in Molfetta in Vico Fortunato (A&D). Mi fu detto che in questo caso il progetto lo avrebbe curato lui direttamente e che avrebbero fatto in modo che lo stesso fosse approvato come progettazione pubblica a cura del Comune che poteva procedere in alternativa ad una lottizzazione privata. In questo caso il Dirigente avrebbe ottenuto la nomina come redattore del Piano dal lo stesso Comune che avrebbe garantito il pagamento del suo onorario in percentuale secondo gli indici e i parametri previsti dalla convenzione comunale. In questo caso l’onorario era così assicurato da una Pubblica Amministrazione in percentuale su una progettazione molto più ampia che avrebbe dovuto ricomprendere altri suoli. Se considerate che solo per i suoli interessati dalla mia progettazione si parla di una edifi cazione di circa 25- 30 mila mc., mentre nell’intero piano era prevista una edifi caziane di circa 65 mila mc. e si considera l’onorario di circa 5-6 euro a mc. appare evidente come in gente poteva essere l’onorario relativo a tale piano. Mi fu detto quindi che o percorrevo questa via o altrimenti il progetto non sarebbe stato mai approvato. Non avevo alternative anche perché mi ero assunto la responsabilità nei confronti dei proprietari dei suoli sulla progettazione e quindi avrei mandato all’aria un progetto per me molto importante. Accettai la sua decisione e il Dirigente mi disse che per facilitare e semplifi care l’attività di progettazione che sarebbe stata curata da lui stesso presso lo studio A&D avrebbe fatto nominare a titolo gratuito come collaboratori la mia persona e quella di un Geometra tale DE SIMINE che collaborava anch’esso con lo studio A&D. La cosa si verifi cò in tal senso, infatti ci fu una delibera comunale credo di Giunta che nominò come redattore del progetto il Dirigente che doveva redigere il piano con la collaborazione del sottoscritto e del DE SIMINE. Portai su sua disposizione tutto il mio lavoro progettuale che da tanto tempo avevo perfezionato in quanto l’ALTOMARE a suo dire avrebbe elaborato con le opportune modifi che il piano generale (anche perché doveva includere altri suoli). Per tutte le incombenze l’ALTOMARE mi chiamava presso lo studio A&D oppure mi recavo io e in quella sede c’era l’ALTOMARE che dava disposizioni sul progetto attorniato dai suoli collaboratori. A.D.R. Nella sala riunioni quando si trattava di concordare le modalità di progettazione eravamo sempre in tre, io l’ALTOMARE Rocco e il DE SIMINE. Il progetto poi è stato depositato per i pareri delle commissioni competenti dell’Urbanistica e allo stato però giace in attesa dell’approvazione defi nitiva. La realtà è che mentre per il PALBERTI si è proceduto con la modalità del piano di attuazione privato, nel mio caso avendo accettato l’imposizione dell’ALTOMARE ad oggi non è chiaro quando potrà effettuarsi l’attività edilizia in quell’area. In ogni caso il Dirigente progettista ha comunque garantito la sua parcella attraverso la previsione di una progettazione in ambito pubblicistico. A.D.R. La mia preoccupazione è che ormai stanno per scadere i mandati relativi ai privati con i quali mi avevano dato incarico per curare il piano edilizia in questione e non so se questa fi ducia mi verrà rinnovata. A.D.R. Sono andato più volte a protestare e a chiedere delle motivazioni circa il ritardo e la quiescenza della pratica ma lui prima in maniera elusiva mi ha liquidato e ultimamente mi ha pure dato del rompiscatole. A.D.R. L’attività presso lo studio A&D si è svolta tra settembre e dicembre del 2010 tranne qualche rilevamento nell’agosto dello stesso anno. A.D.R. la delibera di Giunta dovrebbe essere stata emessa nel settembre del 2010 e il progetto fu depositato nel dicembre dello stesso anno. A.D.R. il progetto è denominato “Piano di riqualifi cazione ex area Boaria ex Com parto 17”. A.D.R. è evidente ormai che per poter effettuare delle progettazioni si deve ricorrere alle indicazioni del Dirigente che indirizza presso il suo studio dove di fatto opera. E’ ormai risaputo che vi è questo collegamento ma per quanto mi riguarda questa è la mia esperienza. A.D.R. è evidente che ho dovuto rinunciare al mio onorario riveniente dalla progettazione già da me redatta per consentire l’approvazione del piano da parte del Dirigente che a questo punto sarò colui il quale introiterà l’intero onorario per l’intera progettazione complessiva. A.D.R. il mio onorario quindi si ridurrà solo nella fase esecutiva e cioè quando andrà a presentare i singoli progetti per i PDC, mentre in ordine allo redazione del piano il corrispondente dell’onorario ormai è di pertinenza dell’ALTOMARE. A.D.R. ad oggi io sono completamente esposto perché non ho il mandato per la progettazione che pure ho fatto e che l’ALTOMARE l’ha acquisita facendola propria, se dovessero scadere i mandati o rendere operativa la costruzione e i clienti decidono di non rinnovare il mandato in assenza del piano da questa vicenda ci avrà guadagnato solo ALTOMARE atteso che solo in futuro potrò, se permane il rapporto fi duciario, ottenere dai clienti l’incarico di redigere nella fase esecutiva i progetti per i singoli PDC o eventuale direzione dei lavori. Ad oggi probabilmente solo AL TOMARE avrà incassato qualcosa. Devo aggiungere che i miei clienti si stanno lamentando di questa situazione e mi hanno detto che si rivolgeranno ad altri studi se non otterranno in tempi accettabili il piano edilizia promesso