I locali dell'ex biblioteca contesi fra Classico e scuola media
Inspiegabile la scelta di favorire la “Pascoli” a danno del Ginnasio
Non si tratta di fare una guerra fra poveri, che tali ormai si possono definire gli istituti scolastici, sempre alle prese con tagli delle risorse, ma solo di far capire le ragioni del Liceo Classico nel rivendicare a sé almeno una parte degli spazi lasciati liberi dal trasferimento della biblioteca comunale alla “Fabbrica” di San Domenico.
La popolazione scolastica del Classico, da qualche anno nuovamente in crescita, non può essere più contenuta nelle aule al pian terreno dell'edificio storico in Corso Umberto I, che si rivela, a dir la verità da parecchio tempo, insufficiente a contenere le classi, la sua biblioteca, ricca di cinquemila volumi e i laboratori, che sono più d'uno. C'è il tradizionale gabinetto di Scienze e di Fisica, ricco di strumenti nuovi ed efficienti, ma anche di veri e propri reperti storici, quelli che la scuola ha accumulato dalla sua fondazione nel 1897 e che recentemente sono stati recuperati, rimessi in funzione ed esposti in alcune vetrine, quasi un piccolo museo scientifico che richiederebbe però anch'esso uno spazio apposito per essere apprezzato. Vi sono anche un laboratorio d'informatica e uno linguistico e, ultimo arrivato, anche il planetario. Importanti per la didattica, ma che occupano aule, di cui si ha bisogno.
Il Classico è in sé un pezzo di storia, quella della scuola italiana, visto che conserva la distinzione gentiliana fra Ginnasio e Liceo. Chi l'ha frequentato ricorderà certo che in qualche modo passare dall'uno all'altro vuol dire superare uno stacco, colmare la distanza dal mondo dei piccoli a quello dei grandi, solo che la distanza per il Classico di Molfetta è anche fisica.
Appunto per mancanza di aule il Ginnasio ha peregrinato fra appartamenti in fitto, scuole medie e in ultimo si è stabilito all'Apicella. Con disagi grandi, di natura pedagogica, che gli alunni hanno bisogno di sentirsi parte di un'unica comunità educante, ma anche pratica, per l'Educazione Fisica le classi hanno bisogno di spostarsi verso l'unica palestra della scuola, quella di Via Felice Cavallotti, stessa cosa per l'uso dei laboratori, per non dire dei docenti costretti a corse per passare da un plesso all'altro, con rischi anche sul piano della sicurezza del lavoro.
Il trasferimento della biblioteca comunale ha dato fiato alle speranze. Si sarebbe trattato di aprire una porta murata da anni, fare qualche lavoro di ristrutturazione e realizzare un sogno, quello di riunificate il Liceo ed il Ginnasio nello stesso edificio.
Pare che sogno rimarrà. Ci si è messa la guerra fra poveri di cui si diceva all'inizio, assieme alla burocrazia, ai codicilli, alle leggi, tutti i bizantinismi che gli enti pubblici conoscono bene, le pastoie che impediscono di seguire il sano buon senso.
La scuola media “Pascoli” ha rivendicato per sé gli ambienti della ex biblioteca, più o meno stesse motivazioni: molti alunni, un nuovo corso da sistemare, carenza di spazi per i laboratori. Dalla sua il fatto che la legge n. 23 del '96 abbia affidato ai Comuni la gestione degli edifici in cui sono collocate le scuole medie e alla Provincia quella degli istituti superiori.
Il sindaco Tommaso Minervini, che dovrebbe avere a cuore gli interessi della cittadinanza tutta, è parso in un primo tempo voler tentare una soluzione salomonica. Infatti, in un incontro del 14 settembre con i presidi delle due scuole ha stabilito di assegnare alla Media tre aule, più i relativi bagni e custodia, e al Classico la ”restante parte”, previo sopralluogo dell'assessore Visaggio e dell'ing. Balducci dell'Ufficio tecnico e ad un accordo con la Provincia, per cui era chiamata in ballo anche la questione della palestra, comune alle due scuole.
Peccato che i lavori per la sistemazione delle aule destinate alla Pascoli siano iniziati e portati avanti di gran carriera, senza far intendere che davvero rimanesse qualcosa per il Classico, il cui presidente del Consiglio di istituto, dott. Annalisa Altomare, si è mosso ed ha chiesto un altro incontro, tenutosi il 9 novembre, cui hanno preso parte anche alcuni docenti e genitori al sindaco. Dall'incontro sarebbe risultato che le aule per il Liceo c'erano, ma che toccava alla Provincia ristrutturarle, l'ing, Balducci, dell'ufficio tecnico comunale, le ha anche indicate sulla piantina. Peccato che siano risultate solo un corridoio, peraltro già occupato dalla scuola ed utilizzato, per la mancanza di spazi di cui si è detto, come aula, ed altri piccoli spazi, anch'essi già usati. Insomma, il Comune ha concesso molto generosamente al Liceo quello che ha già, come nuovo locale ci sarebbe l'aula magna. Una decisione che ha tutto il sapore della beffa.
Per di più, essendo l'edificio di proprietà comunale, c'è bisogno di un'apposita cessione dell'aula magna in comodato d'uso alla Provincia perché questa possa farsi carico della ristrutturazione o di un qualsiasi altro accordo fra i due enti.
E poiché questo passo il sindaco si è detto disponibile a compierlo potrebbe considerare le reali esigenze del Classico, fare un ultimo forzo e destinare alla scuola un altro spazio, ancora disponibile, soprattutto tenendo conto del fatto che, ne potrete leggere nell'intervista al consigliere provinciale Cives su questo numero, il Ginnasio presto dovrà lasciare l'Apicella, se questa sarà davvero destinata all'Alberghiero e al Filo d'oro.
Non si tratta di voler danneggiare la scuola media “Pascoli”, molti alunni della quale scelgono poi di frequentare proprio il Classico, ma solo di agire con buonsenso, con quell'atteggiamento da “padre di famiglia” che il sindaco si è spesso vantato di utilizzare come bussola nel governo della città.
Lella Salvemini
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