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I dipendenti comunali di Molfetta solidarizzano con i lavoratori della scuola materna Filippetto Stigmatizzata la scelta dell'Amministrazione di cedere la Scuola per l'Infanzia allo Stato
23 marzo 2007

MOLFETTA - Sulla cessione della Scuola per l'Infanzia “Filippetto” allo Stato, sancita dall'ultimo Consiglio Comunale, intervengono ora i dipendenti comunali che, riuniti in assemblea per discutere le problematiche inerenti la propria posizione economica e giuridica nell'ambito delle strutture comunali, hanno stilato il seguente documento: “In relazione alla decisione consiliare di trasferimento della Scuola Materna Filippetto allo Stato, l'assemblea all'unanimità esprime solidarietà al personale della struttura, stigmatizzando il comportamento e l'operato dell'Amministrazione che è rimasta sorda alle richieste delle Organizzazioni Sindacali di esaminare la possibilità di mantenimento della struttura e del personale presso la stessa, ritenendo strumentale la problematica del risparmio economico che deriverebbe dal passaggio allo Stato. Si è esaminata la situazione venutasi a creare a seguito delle lettere circolari inviate dal Dirigente Affari Generali nonché quella del Dirigente del Settore Economico Finanziario. La prima riferita a un presunto blocco dell'erogazione delle indennità accessorie al personale in mancanza di approvazione del Fondo per le Risorse Decentrate e del Bilancio di Previsione per l'anno 2007. Argomento fortunatamente decaduto a seguito ripensamento del Dirigente Affari Generali che ha condiviso le tesi sostenute dalle OO.SS. e dalla R.S.U. La seconda di ben più rilevante portata e gravità relativa ad una notevole somma (già contrattata, definita e sottoscritta dalla delegazione trattante ) inserita nel Fondo Risorse Decentrate per il miglioramento e l'incremento di nuovi servizi, per i quali il Dirigente del Settore Finanziario richiede solo adesso un accertamento del conseguimento dei risultati attesi, rilevando che in mancanza non potrà procedersi all'inserimento di tale somma nel predetto Fondo le cui disponibilità finali si vedrebbero evidentemente decurtate con gravissimo pregiudizio per le erogazione delle competenze accessorie ai dipendenti. Si evidenzia che le queste Organizzazioni Sindacali, sensibili alla situazione economica del Bilancio Comunale, collegata al mancato rispetto del patto di stabilità ed ai limiti di spesa del personale previste dalla Finanziaria 2006, ha accettato non senza considerare i notevoli sacrifici che sarebbero derivati al personale, che il predetto Fondo venisse in fase di costituzione notevolmente decurtato rispetto alle disponibilità dell'anno precedente, per cui non può essere accettata alcuna ulteriore riduzione che comporterebbe per il personale tutto un sacrificio economico non sostenibile. L'assemblea dichiara sin d'ora lo stato di agitazione qualora tale somma dovesse essere portata in diminuzione del Fondo. In merito al finanziamento del Fondo si è rilevato, inoltre, una manovra a dir poco acrobatica, si è tentato di voler far passare quale nuovo apporto di somme al finanziamento complessivo del fondo, somme prelevate dalle disponibilità destinate al pagamento del lavoro straordinario per l'anno 2006. Si evidenzia che il Fondo Lavoro Straordinario non può essere in alcun modo né decurtato, né destinato ad altre operazioni di finanziamento che non quelle proprie, e anche per questo l'assemblea preannuncia lo stato di agitazione. L'assemblea sollecita, altresì, l'Amministrazione all'adozione e presentazione di un Piano di Formazione che coinvolga tutto il personale in maniera qualificante sia per il personale che per i servizi alla cittadinanza. Piano di formazione, peraltro, più volte preannunciato in fase di definizione, e mai presentato. Si sollecita, infine, la contrattazione del nuovo Piano Occupazionale che prenda in esame la situazione di tutto quel personale che ha partecipato alle progressioni selettive espletate negli anni 2004/2005/2006 e che pur essendo risultati idoneo all'inserimento nei relativi posti in dotazione organica a tutt'oggi è rimasto nelle posizioni precedentemente occupate e non vede da parte di codesta Amministrazione l'intendimento di provvedere alla sua sistemazione. Nel Piano Occupazionale dovrà tenersi in debita considerazione la possibilità di stabilizzazione degli LSU e dei Co.co.co che da ben oltre dieci anni prestano la loro professionalità presso codesto Ente senza un adeguato riconoscimento giuridico ed economico”. Il documento è firmato dal Cordinamento Sindacale Aziendale CGIL-CISL-UIL.
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