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Gadaleta: la sicurezza è il nostro primo obiettivo
15 febbraio 2010

In occasione della festa di San Sebastiano, patrono delle Forze dell’Ordine, il comandante dei Vigili Urbani, dott. Giuseppe Gadaleta, ha stilato una relazione in cui delineava l’attività del comando nell’anno 2009. Quindici ha intervistato il cap. Gadaleta per disquisire di una serie di problematiche relative alla città di Molfetta: dall’exploit della criminalità nel 2009 all’armamento del personale di polizia, composto da «dipendenti posati, seri e professionali», dalla esiguità di quest’ultimo ai parcheggi in doppia fila e al problema dei fruttivendoli ambulanti, in gran parte cittadini che hanno goduto dell’indulto, a volte aggressivi e irruenti anche nei confronti delle stesse forze dell’ordine. Cominciamo con una rapida valutazione dell’attività della Polizia Municipale nel 2009. «Direi una buona valutazione – dice Gadaleta -, anche se avremmo potuto fare di più se avessimo avuto maggiore personale: sicuramente l’amministrazione porrà in essere tutte quelle attività che riterrà opportune per assumere nuovo personale. È chiaro che l’attuale normativa nazionale non ci consente di colmare questa lacuna, perciò dobbiamo continuare nel nostro lavoro giornaliero a favore della città utilizzando tutte quelle che sono le nostre risorse ora disponibili. Non va sottaciuto che la città si sta espandendo da un punto di vista residenziale e commerciale, con un movimento della circolazione d’interesse generale che implica una maggiore attenzione da parte nostra. Senza esimermi da eventuali responsabilità e defezioni, che ritengo naturali nell’arco di un’attività annuale, se dovessimo confrontare errori o malintesi con l’impegno e il contributo offerto alla e per la città, credo la bilancia penderebbe per questi ultimi. Infatti, la sicurezza non va considerata solo da un punto di vista criminale, che noi nel nostro piccolo, in base alle nostre capacità professionali, cerchiamo di affrontare secondo le competenze, demandateci dagli organi statali: la sicurezza deve essere concepita in un’ottica più ampia, che abbracci tutto ciò che afferisce il vivere comune. Unico rammarico che questo tipo di attività sia sottovalutata da cittadini e organi di comunicazione. Del resto, nel caso in cui occorra qualche incidente durante una qualsiasi manifestazione che veda un’ampia partecipazione cittadina, dalle processioni al concerto, solo allora si parlerà dell’attività della Polizia Municipale, ma in modo negativo. Sarebbe opportuno concedere spazio anche a questo tipo di attività, che si svolge dietro le quinte, che usufruisce di metodologie e criteri di valutazione acquisiti con l’esperienza». Sembra chiaro che il numero dei vigili urbani è insufficiente rispetto al territorio. Come mai non si indice un concorso? «È una domanda cui non posso rispondere da un punto di vista tecnico. Si tratta di dinamiche legate alle necessità dell’amministrazione, che si sta impegnando nel colmare questo vuoto di personale, come l’assessore Brattoli ha comunicato nel corso della manifestazione di San Sebastiano. Non nego che il nostro comando necessiti di nuova linfa vitale, anche perché l’età media del personale è piuttosto alta». A questo punto, come intende rispondere a coloro che lamentano la mancata presenza sul territorio della Polizia Municipale? «Ognuno vuole la Polizia Municipale sotto casa. Probabilmente, se Molfetta fosse limitata al quadrilatero Centro Storico, via Baccarini, via tenente Fiorino e Corso Margherita di Savoia, sarebbe una richiesta proponibile. Ma nel momento in cui la città si sta espandendo sempre più e le forze in campo sono le stesse, anzi si riducono per una serie di motivi, come quiescenze e pensionamenti, questo non è possibile. Inoltre, queste lamentele emergono quando il cittadino esige la contravvenzione per l’altro, senza voler essere esso stesso oggetto di contravvenzione per lo stesso reato commesso, e dimentica che il personale, oltre a doveri, usufruisce anche di diritti, come aspettative, ferie, malattia e congedo parentale». Il 2009 è stato un anno difficile per Molfetta, a causa di una criminalità in aumento. Secondo Lei, è corretto parlare di «problema sicurezza»? Ritiene che a Molfetta sia presente l’ombra del racket? «In base alla mia tipologia professionale, non potrei rispondere in modo appropriato, ma con tutta onestà, benché questi eventi arrechino sconcerto, ritengo siano ricollegabili all’espansione della città. Non nego l’esistenza di questo problema, presente in quasi tutte le città, né lo minimizzo, credo sia, invece, implicato dal benessere e dall’idea del guadagno facile. Forse, sarebbe necessario considerare il problema da un punto di vista sociale piuttosto che criminologico». Di fronte a questi eventi sconcertanti come si è posta e come intende porsi la Polizia Municipale? «Continuando a fare il proprio lavoro di controllo e vigilanza sulla città, secondo le proprie competenze e capacità professionali, in relazione all’attività di polizia amministrativa, ambientale, edilizia, stradale. Ad esempio, stiamo continuando l’attività di controllo e verifica dei pass rilasciati ai cittadini diversamente abili. Nel 2009 ci sono state 24 denuncie all’Autorità Giudiziaria per il comportamento scorretto e l’utilizzo improprio dei pass sia da parte dei titolari che di familiari e amici di questi ultimi». Di recente è stato approvato il nuovo regolamento comunale, che ha rinnovato quello risalente al 1995. I provvedimenti contenuti sono davvero utili e necessari, come, ad esempio, armare i vigili, nonostante la mancanza a Molfetta di una scuola di addestramento? «L’armamento della Polizia Municipale è stabilito dal Decreto Ministeriale del 1987 e non credo che Molfetta debba essere diversa dagli altri comuni del circondario. Anzi, non trovo nulla in contrario se la Polizia Municipale svolga anche attività di Polizia Giudiziaria, considerato che il nuovo Pacchetto Sicurezza la pone in primo piano nella tutela della sicurezza cittadina. Naturalmente, l’assegnazione dell’arma di ordinanza non sarà obbligatoria per gli obbiettori di coscienza e implicherà una formazione adeguata e una serie di controlli psicosanitari e tecnici. Condivido l’armamento come forma di ammodernamento e di garanzia di maggiore sicurezza sia per il personale, che per il cittadino: si può garantire sicurezza se ci si sente sicuri. Non condivido, piuttosto, quanto si scrive e si dice di offensivo e denigratorio sull’operato della Polizia Municipale. Intendo sottolineare e ribadire che il Comando di Polizia Municipale di Molfetta è formato da brave persone, posate, serie e professionali, che proprio perché sono uomini, hanno dei limiti, ma rimangono delle brave persone». Un altro fenomeno poco gradevole, per cui Quindici si è sempre battuto, è quello della proliferazione dei fruttivendoli su strada e marciapiedi. Alcuni lettori lamentano che i vigili valutino in modo superficiale questa problematica, anzi, per timore di ritorsioni da parte degli stessi fruttivendoli, evitino controlli, verifiche e denunce. È possibile contrastare o arrestare questa moltiplicazione degenerativa? Qual è l’atteggiamento della Polizia Municipale?«Premesso che dal 2007 al 2009 sono state eff ettuate centinaia di contravvenzioni, è stato ribadito, anche in sede di consiglio comunale, che tutti questi fruttivendoli sono titolari di autorizzazione amministrativa a vendere, motivo per cui nessuno di questi è abusivo. Inoltre, tutte le autorizzazioni rilasciate sono state subordinate al pagamento di un’occupazione di suolo pubblico. Assolutamente ingiuste e gratuite quelle lamentele per le quali la Polizia Municipale eviterebbe controlli, verifi - che e denunce per timore di ritorsioni. Conosciamo questi soggetti, che in gran parte hanno goduto dell’indulto, ma non abbiamo nessun timore a comminare contravvenzioni e eff ettuare verifi che, nonostante ritorsioni verbali e, a volte, fi siche. Operiamo secondo le nostre competenze, eseguendo accertamenti e verbalizzazioni e denunciando violazioni amministrative. Inoltre, sarebbe questa una problematica da aff rontare anche da un punto di vista socio-economico, dal momento che si tratta di soggetti che devono comunque rifarsi una vita e devono essere messi nelle condizioni di non commettere altri crimini. Del resto, se tutti quanti sollevano questo problema, se i cittadini benpensanti non ritengono questi cittadini meritevoli di fi ducia, perché continuano a fare acquisti da loro?». I cittadini denunciano anche parcheggi selvaggi, auto in doppia fi la. E si chiede come mai non fi occhino le multe e, nonostante queste, il fenomeno persista. «Questo è un mal vezzo dei cittadini molfettesi, che giustifi cano questa cattiva abitudine con l’assenza di parcheggio, dimenticando che la violazione non è legata alla doppia fi la in quanto tale, ma al disagio arrecato alle auto che non possono muoversi o che hanno diffi coltà nella circolazione. Si tratta, dunque, di scusanti inaccettabili, determinate dal concetto del minuto, poiché le doppie fi le e i parcheggi selvaggi sono reperibili davanti ai bar, ai supermercati, ai tabaccai, agli esercizi commercianti. È una questione di mentalità e di costume, che nel 2009 ha prodotto 15mila verbali di contravvenzione». Durante la festa di San Sebastiano, ha accennato alla ristrutturazione degli uffi ci. «Dopo anni di sollecitazione all’amministrazione, sarà realizzata, a breve, una ristrutturazione generale degli uffi ci che sono gli stessi di 25 anni fa. Non conosco l’importo delle spese di riqualifi cazione strutturale, ma una delle convenzioni con il Comune e l’impresa è il mantenimento e la continuità dell’esercizio delle funzioni di Polizia Municipale all’interno della stessa struttura».

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