L’arch. Gabriella Azzollini è la più giovane tra gli assessori a soli 28 anni, con delega alle Politiche del Lavoro e alle Politiche e Finanziamenti Regionali ed Europei. Fino al ricevimento dell’incarico nel governo della città, il neo assessore ha svolto l’attività professionale di architetto, competenze che, spiega a “Quindici”, verranno messe a frutto al fine di esercitare al meglio la delega offertale. Un vulcano di energia e di entusiasmo aleggiano intorno alla giovanissima Azzollini, che accompagnate da grande dose di umiltà, che ci ha dichiarato, potrebbero essere il mix perfetto per dare una spinta propulsiva all’interno della “squadra di governo” e nuova aria per l’economia della nostra città. Il condizionale, in questa fase, però, è d’obbligo, in quanto la giovane età certamente è portatrice di nuove prospettive, ma anche di poca esperienza. Per ora è certo che la macchina amministrativa ha iniziato a muovere i primi passi, che si sono concentrati sull’ascolto delle istanze di categoria e sullo studio della situazione attuale, tanto al fine di realizzare l’ambizioso programma “Smart City 2017/2022” sottoscritto in campagna elettorale dal Sindaco. Assessore nel leggere il suo Cv pubblicato sul sito del Comune di Molfetta palesa un percorso professionale concentrato nella professione di Architetto, di primo acchito lontano dall’oggetto dell’assessorato conferitole, quali competenze ha maturato a riguardo? Pensa di essere all’altezza dell’incarico ricevuto? «Ho accettato la delega offertami dal sindaco, Tommaso Minervini, con entusiasmo ma anche con una grande dose di umiltà. Sono una giovane professionista ed è dal campo della mia professione che attingo le esperienze e le criticità che affronterò attraverso l’esercizio della mia “delega”». Politiche del lavoro. Concretamente quali sono stati i primi atti del suo assessorato (se ci sono stati) e qual è il programma politico futuro a lungo periodo a riguardo? Cosa devono aspettarsi i molfettesi giovani e meno giovani dal suo assessorato? «L’Assessorato alle Politiche del Lavoro dovrà stimolare ogni forma di attività amministrativa che possa, nella nostra Città, conservare i livelli occupazionali esistenti e, ambizioso obiettivo, produrne di nuovi. In questo il Sindaco e l’intera Giunta sono chiamati ad una collaborazione continua ed efficace. In queste prime settimane di attività della Giunta, nonostante il periodo estivo, non sono mancati i momenti di confronto operativo. Un progetto coinvolgente e di prospettiva che stimoli il mercato del lavoro molfettese, attraverso tutti gli strumenti che ci verranno messi a disposizione (e che saremo in grado di farci mettere a disposizione anche dall’Ente Regione) è obiettivo prioritario di tutti noi. Ho prontamente avviato una fase di ascolto con le organizzazioni associative e sindacali, con ogni espressione del “mondo del lavoro” cittadino e, più in generale, sia con la Molfetta che lavora sia con quella che, purtroppo, non riesce a farlo. Principalmente, in questa fase, da questa attività di ascolto ritengo si possano assorbire le idee e la conoscenza delle criticità che porteranno la nostra Amministrazione a “fare bene”. Ascoltare la Città è il punto di partenza. Raccordarsi, quotidianamente, con il Sindaco e con tutti i miei colleghi di Giunta (ognuno utilissimo per le competenze condivise con la mia delega) è fondamentale». Una recentissima inchiesta commissionata dall’Espresso, ha messo in luce un fenomeno preoccupante che ci riguarda da vicino: la nostra città è tra le prime in Italia e la prima per la Puglia per decremento percentuale della popolazione giovanile (tra 18 e 30 anni). Questo, in buona sostanza, sta a significare che un molfettese su sette lascia la nostra città per non ritornarci. Cosa commenta a riguardo? Inoltre, ha intenzione di porre in essere atti concreti far tornare “in patria” gli esuli molfettesi? Se sì, quali sono le politiche (se ne ha) che metterà in atto per raggiungere questo obbiettivo? «Il dato da lei evidenziato è drammatico. Anche io vedo tantissimi miei coetanei decidere di “andar via” alla ricerca di una soluzione occupazionale stabile. In questo, ritengo che ci siano alcune colpe attribuibili alla politica e di alcuni esponenti delle precedenti amministrazioni. Si è pensato che solo attraverso la realizzazione del nuovo Porto (sia ben chiaro io sono tra quelli che lo vogliono davvero, unitamente alla realizzazione di un Porto Turistico) molti bisogni occupazionali sarebbero stati risolti. Oggi, per i noti problemi anche giudiziari, emergono tutte le difficoltà di questa strada. Si è voluto mortificare il comparto dell’Edilizia e paghiamo prezzi occupazionali altissimi. La congiuntura economica, nazionale ed internazionale, sta facendo il resto. Non abbiamo la bacchetta magica e viviamo in un contesto socio- economico difficilissimo. Posso dire che il nostro impegno ed i nostri sforzi saranno, intensi e costanti, rispetto a tutto quello che potremo fare. Bisogna creare le condizioni migliori perché chi si è allontanato, per necessità, possa ritornare a Molfetta. Il programma amministrativo sul quale abbiamo chiesto a Molfetta di eleggere Tommaso Minervini sindaco, già descrive le nostre priorità. Dobbiamo calarlo, ora nella quotidianità del momento approfittando, se possibile, della ripartenza della economia nazionale (ancora debole) e delle grandi opportunità che i finanziamenti Regionali e Comunitari offrono alle Aziende, alle Imprese piccole e grandi, al mondo della agricoltura, della Pesca, ed a tutti gli altri soggetti del mondo del lavoro». Alla luce di tanto nell’ottica programmatica della Sua attività politica chi ha la priorità i molfettesi residenti o esuli? «Mi scusi ma trovo la domanda, francamente, inutile. Dobbiamo pensare, in egual modo, a tutti i molfettesi. A chi non ha un lavoro e a chi rischia di perderlo, a chi lo ha trovato a Molfetta e a chi è dovuto andar via e intende ritornare. Non ci sono molfettesi di serie A e di serie B». Politiche e Finanziamenti regionali ed europei. In una recente inchiesta del Corriere della Sera, Sergio Rizzo metteva in luce lo spreco dei fondi europei evidenziando che con riguardo al programma comunitario 2014-2020 all’Italia toccherebbero 42,7 miliardi di euro pur tuttavia l’Italia utilizza solo l’1,2% del totale, peraltro, soldi spesi in larghissima misura per le consulenze relative ai progetti. Stando così le cose è lampante l’importanza della delega conferitale; intercettare ed utilizzare i fondi europei non è certamente cosa facile. Quali competenze ha a riguardo? Quali sono stati i primi atti del suo assessorato? Quale è il programma politico a lungo periodo del suo assessorato? «Mi chiede quali competenze ho riguardo ai Fondi Europei. In questo primo brevissimo periodo di attività assessorile ho capito che anche il più bravo “consulente” specializzato in materia se non ha l’umiltà di interfacciarsi con le professionalità e con gli Uffici e gli Organismi della Regione (che gestisce la quasi totalità di questi finanziamenti) non riuscirà a portare a casa grandi risultati. Stiamo facendo questo e già i primi risultati emergono (guardi i recentissimi finanziamenti pervenuti nel setto-re della gestione dei rifiuti urbani). Per quello che, poi, riguarda la parte della delega che inerisce le Politiche ed i Finanziamenti Regionali ed Europei, ho immediatamente stretto i contatti con gli Uffici della Regione Puglia (che come noto gestisce la gran parte di questi finanziamenti). Anche grazie ai nostri concittadini che oggi possono vantare rilevanti ruoli strategici nella “macchina” regionale, abbiamo trovato grandi disponibilità all’ascolto e al dialogo da parte degli uffici della Regione Puglia. E’ nostra intenzione sfruttare, nell’interesse di Molfetta, ogni possibilità ed ogni segnale di collaborazione riusciremo ad intercettare. Per quello che riguarda il “programma a lungo periodo” la nostra stella polare è il programma amministrativo: Mare, Campagna, Porto Commerciale, Porto Peschereccio, Porto Turistico, Rilancio del Mercato Ittico, la creazione di un sistema industriale e artigianale che superi le logiche del passato per aprirsi alle nuove opportunità, lo sviluppo di un sistema turistico e culturale che porti a Molfetta risorse e le trattenga su tutti i settori che produco lavoro ed economia stabile, la incentivazione anche delle attività sportive che, di riflesso, creano posti di lavoro ed opportunità. Quando chiediamo una “Smart City” intendiamo creare un sistema virtuoso che azzeri lungaggini burocratiche e faccia sentire tutti i cittadini (anche gli imprenditori e i lavoratori) vicini e partecipi alla vita della Città. Quando chiediamo un sistema che rispetti l’ambiente non intendiamo fare una scelta di rigidità culturale sul tema ma vogliamo tutelare i nostri luoghi e la nostra salute rendendoli compatibili con uno sviluppo economico e sociale sostenibile. Le assicuro che il nostro Sindaco e tutti i componenti della mia Giunta, di cui mi onoro far parte, sono sinergicamente al lavoro (ognuno per le deleghe affidate) perché tutto questo possa realizzarsi». Il suo assessorato comprende le attività produttive? Qual è il suo programma in materia? Come considera l’area artigianale e industriale di Molfetta? Quale può essere il ruolo propulsivo di Molfetta? «Nella attribuzione delle deleghe Tommaso Minervini ha inteso, correttamente, superare il limite nominalistico della vecchia delega intitolata “Attività economiche e Produttive”. Rispetto a questa vecchia e obsoleta dizione, oggi, proponiamo un agire comune del sindaco e di molti assessori sul tema dello sviluppo economico e sociale di Molfetta. Mi spiego meglio: Mariano Caputo si occupa di Lavori Pubblici, Pietro Mastropasqua di Urbanistica, Sara Allegretta di Cultura e Turismo, Ottavio Balducci di Ambiente, Carmela Germano di Politiche giovanili e pari opportunità, Pasquale Mancini di Marketing Territoriale e Commercio, io di Politiche del Lavoro. Tutti, quindi, ci occupiamo dello Sviluppo della Città e, quindi, delle sue Attività Economiche e Produttive nel senso ”vero” del termine. Insieme ci confrontiamo, insieme lavoriamo, insieme affrontiamo problemi comuni e cerchiamo la migliore delle sintesi rispetto alle cose da fare. In questo alla zona “artigianale” e a quella “industriale” rivolgiamo attenzioni comuni rispetto alle nostre singole deleghe». Qual è la sua esperienza politica? «Sono nuova alla politica, vengo dalla società civile, ma ho aderito con entusiasmo al progetto del Partito Democratico. A Molfetta il PD è una esaltante sintesi di esperienze e storie diverse, accomunate tutte dalla voglia di voler bene alla nostra Città. Ho ritrovato una Comunità, umana e politica, con una ricchezza di idee ed esperienze straordinaria, alla quale oggi ho il piacere di aderire e nella quale vedo il mio impegno futuro».
Autore: Rebecca Amato