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Fish All Days la rivoluzione del pesce fresco direttamente a domicilio
15 giugno 2016

Tre generazioni di storia della pesca molfettese. Giornate dettate dai ritmi tipici di questa attività. Un lavoro duro ma portato avanti con passione, dedizione e la voglia di legare un’attività che è stata sempre alla base del costume di questa città all’innovazione richiesta dall’inevitabile passaggio del tempo. Tutto questo è la Facchini Pesca s.a.s, una delle storiche imprese di pesca molfettese che ha saputo dare un’interessante risposta alla crisi di questo settore tramite la nascita del servizio “Fish All Days”, riconosciuto dalla Commissione Europea - DG Mare come best practise in tema di vendita diretta del pescato. Oltre ad annoverare la presenza ad Expo 2015, l’impresa ha presentato questo progetto anche durante l’evento finale Farnet a marzo dello stesso anno. Quindici ha incontrato Domenico Facchini, titolare dell’impresa per parlare, a distanza di un anno e mezzo dalla sua nascita, del progetto, fissare gli obiettivi futuri e dare uno sguardo anche a quella che è la situazione del mondo della pesca oggi. Lei era presente all’incontro di gennaio con Renata Briano (vicepresidente della Commissione pesca del Parlamento Europeo) e Elena Gentile (europarlamentare attiva in Commissione Ambiente, Sicurezza alimentare e Lavoro), presso l’Associazione armatori. In quest’occasione sono stati discussi diversi problemi legati all’attività della pesca, con la promessa di un loro approfondimento a Bruxelles in ambito U.E. A distanza di sei mesi si è mosso qualcosa? «Sì, partecipo costantemente ed attivamente alle iniziative legate al mio settore, soprattutto con l’associazione “Asso Pesca” e “Gac” ovvero il Gruppo di Azione Costiera. I problemi emersi in quella sede sono stati poi effettivamente discussi a Bruxelles ma sono di difficile soluzione. Troppo diverse fra loro, infatti, sono le esigenze dei Paesi quindi è impossibile trovare risposte univoche. Per quanto riguarda, ad esempio, la presenza di banchi di tonno in tutto l’Adriatico che rendono difficoltosa l’attività di chi non ha il diritto di pescarlo, una prima soluzione è stata incrementare le quote per la pesca di questa specie, ma ogni cambiamento ha bisogno del suo tempo». Lei però ha trovato un modo per ovviare alla crisi di questo settore. Com’è nata l’idea del servizio “Fish All Days”? «L’idea è nata dal desiderio di diversificare la parte commerciale dell’attività. Ho avviato un’attenta analisi sul consumo di pesce non solo a livello locale ma anche nazionale per trovare il motivo del consumo sempre inferiore e ho capito che molto dipende dalla cultura. Le nuove generazioni sono restie all’acquisto di pesce perché non ne conoscono le specie, non lo sanno quindi scegliere, pulire, cucinare, ma quando si recano nei ristoranti poi lo ordinano. Quindi ho pensato di andare incontro all’esigenza di conoscenza, a cominciare dalle scuole in quanto i bambini vogliono imparare a riconoscere i diversi tipi di pesce, sapere da dove provengono. Si crea quindi una consapevolezza che oggi manca». In cosa consiste in pratica “Fish All Days”? «L’idea che sta alla base di “Fish All Days” è molto semplice. Questa è un’attività di vendita diretta che permette ai consumatori di acquistare pesce fresco (ovviamente in base alla disponibilità stagionale) e di riceverlo attraverso la consegna a domicilio. Infatti solo il pesce pescato fino a 12-16 ore prima viene venduto tramite questo servizio, accompagnato da un percorso di educazione al consumo di pesce Adriatico. La vendita è realizzata attraverso la prenotazione online del pescato inviata direttamente a bordo, quindi si basa su una comunicazione non molto sofisticata ma efficace in quanto i clienti vengono costantemente informati sulla garanzia di qualità e tracciabilità del prodotto. E’ stata creata anche una scheda di vendita sulla quale vengono indicate le modalità di prenotazione e i prezzi del pescato che ho fissato e mai cambiato a gennaio 2014 che sono superiori del 20-30% rispetto a quelli del mercato ma inferiori del 60-70% rispetto a quelli dei punti vendita». Come avvengono comunicazione e trasporto della merce? «Gli ordini vengono effettuati entro il giorno precedente allo sbarco tramite mail, whatsapp, sms, messaggio Facebook o telefonata e il consumatore riceve conferma dell’avvenuta prenotazione. Il consumatore sceglie le tipologie e il quantitativo desiderato, a partire dai 3 kg, da bordo si verificano le disponibilità effettive e di conseguenza vengono informati i clienti. Le cassettine di pesce vengono confezionate direttamente a bordo e dopo lo sbarco consegnate a domicilio previo accordo telefonico. Le consegne sono effettuate di solito 2 volte a settimana, tuttavia “Fish All Days” informa sempre i consumatori in caso di cambiamenti. I consumatori ricevono, soprattutto nei weekend, tramite il gruppo whatsapp anche altre informazioni sui pesci, dove sono pescati, come pulirli, come cucinarli, se devono essere congelati e per quanto tempo ed entro quando devono essere mangiati».“Fish All Days” garantisce anche il servizio di pulizia del pesce? «No, con le indicazioni che abbiamo per ora non è possibile pulire il pesce a bordo del peschereccio. E’ un servizio che necessita di ulteriori indicazioni da parte dell’U.E. Perfino gli addetti che operano nel mercato ittico non sarebbero autorizzati a farlo. Ma questo è uno degli obiettivi futuri che mi sono prefissato di raggiungere perché la pulizia è uno dei servizi più richiesti da parte dei consumatori non molto abili in quest’attività». I 3 kg sotto i quali non può spingersi l’ordine non sono un limite per coloro che vogliono acquistarne meno? «E’ un’osservazione che mi fanno in molti e io spiego sempre che questo limite è stato posto per comodità, nel senso che non è possibile spostarsi per un ordine piccolo, non conviene. Inoltre, altra cosa che tengo a sottolineare, una volta conosciute le diverse specie di pesce non è così difficile arrivare a fare un ordine di 3 kg, soprattutto perché come spiegato pocanzi l’ordine viene accompagnato da tutta una serie di informazioni su come conservarlo se non viene consumato in giornata». Il pescato non finalizzato all’attività “Fish All Days”, invece, che prassi segue? «Il restante pescato viene destinato al mercato ittico e subisce 6-7 processi prima di poter essere acquistato, dal motopeschereccio alle casse, trasporto, asta, acquisizione, trasporto in pescheria ed infine l’acquisto. Un’alterazione non dello stato di freschezza ma sicuramente di altri parametri. A livello cittadino però il lavoro del mercato ittico è ancora la realtà più importante, nonostante si potrebbe replicare con successo il modello di attività segnato da “Fish All Days”. Inoltre a livello nazionale il mercato è stato il precursore dell’attuazione delle indicazioni di tracciabilità del prodotto e quindi di etichettatura». Per portare avanti questa nuova idea sono stati necessari diversi adeguamenti a cominciare dall’imbarcazione fino al settore marketing. Ha usufruito di incentivi? «Inizialmente l’idea era quella di chiedere aiuto, attraverso l’operato del “Gac” ma poi dallo stadio embrionale alla vera e propria attuazione dell’attività la somma necessaria è cambiata e così non ho più ottenuto nessun aiuto. Tutto è stato finanziato dalla Facchini Pesca al 100%. Il “Gac” ha solo contribuito all’animazione e al supporto allo sviluppo del progetto». Tracci un bilancio di questo primo anno e mezzo di attività. «Il bilancio non può che essere positivo. Oltre al non meno importante risultato nel fatturato, cresciuto nel 2015 del 20-25%, le soddisfazioni più grandi arrivano proprio dai riscontri positivi dei clienti i quali affermano che mangiare pesce così fresco ha cambiato molte delle loro abitudini. Sentirmi dire, ad esempio, che la frittura di pesce non provoca più quel fastidioso odore in casa, oppure che i bambini una volta assaggiato il sapore del pesce fresco non sono più capaci di mangiare pesce surgelato di scarsa qualità mi riempie di orgoglio e mi rende sempre più certo del fatto che questa sia la strada giusta da percorrere». Quali sono i suoi obiettivi futuri? «Senza alcun dubbio, come ho già detto, vorrei in futuro garantire anche il servizio di pulizia del pescato, attraverso la creazione di una piccola struttura a norma sulla terra ferma, perché invece a bordo non è conveniente. Questo step unito al furgone porterebbe anche all’assunzione di 1-2 operai. Ma soprattutto mi piacerebbe allargare questo tipo di servizio anche ad altri tipi di pesca, dato che per ora rimane un modello isolato in tutt’Europa».

Autore: Daniela Bufo
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