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Federalismo o federalismi? (II parte)
07 aprile 2009

NAPOLI - 7.4.2009 L'idea di federalismo, pur nell'unitarietà della sua definizione, possiede almeno due principali articolazioni interne: le prime fanno riferimento ai soggetti ed ai livelli dell'unione federativa; le seconde, invece, fanno riferimento ai contenuti, alle forme ed ai valori che presiedono il processo costituente federativo. Per quanto riguarda le prime articolazioni, sulla base di alcune osservazioni di Norberto Bobbio (nella foto), che ha evidenziato le differenze intercorrenti tra il processo di costruzione dello Stato nazione ed il processo di costruzione dello Stato federale, tanto accentratore il primo quanto decentralizzante il secondo, è stato evidenziato che rispetto allo Stato-nazione: “(…) esistono due tipi diversi e complementari di federalismo: da un lato quello sovranazionale (o esterno), ossia concernente più Stati nazionali che decidono di alienare una parte della loro sovranità per unirsi in una federazione sopranazionale configurata come superiore Stato federale. Da un altro, si pone il federalismo infranazionale (o interno), che concerne Stati regionali subnazionali – che però si vogliono come “veri” Stati, con una loro peculiare sovranità originaria, che non è il risultato di una concessione dello Stato nazione monocentrico – uniti a loro volta in uno Stato federale nazionale”. Sulla base della distinzione tra federalismo sovranazionale e federalismo infranazionale è stato evidenziato che: (…) nel primo caso (….) il federalismo è di tipo centripeto, ossia è il prodotto di forze che tendono a costituire un'unità di governo sovrapposta a quella degli Stati membri. Nel secondo è di genere centrifugo, perché è il risultato di iniziative di autonomizzazione dal centro dello Stato nazionale. Tuttavia, sia nel caso del processo federativo sovranazionale sia nel caso di quello infranazionale, (…) il federalismo si presenta come formula di unione, e non di separazione, tra realtà sovrane diverse. Oppure, come formula di contestazione di una unità statale sovrana dispoticamente accentratrice e come richiesta del riconoscimento della sovranità concorrente dei popoli e paesi che la compongono, ma al sol fine di poter dar vita a una formazione federale superiore che prenda il posto del precedente Stato accentrato. Rispetto sia ai contenuti, alle forme ed ai valori di riferimento che presiedono il processo costituente federativo sia al maggiore o minore accento con cui sono sottolineati gli aspetti politico-istituzionali o quelli socio-economici è possibile distinguere due diverse tipologie: il federalismo istituzionale e il federalismo integrale. Nel caso della federazione sovranazionale, il federalismo istituzionale ha i suoi valori di riferimento nella ricerca e nella realizzazione della pace perpetua nell'ambito di un regime internazionale di tipo democratico, ove regni la sicurezza reciproca garantita legalmente. Nel caso dello Stato federale nazionale, invece, il federalismo istituzionale ha una legittimazione sovrana in quanto rappresenta la nazione e riceve dagli Stati regionali subnazionali una quota della loro sovranità in relazione a determinate materie, al fine di assicurare la sicurezza ed il benessere da un lato e le autonomie politiche locali dall'altro. Il federalismo integrale, invece, si caratterizza per la formulazione di una visione complessiva della società incentrata sull'aspirazione all'autogoverno attraverso organi consiliari sia nella sfera politica che in quella economica creati, ascensionalmente, con un movimento che dal basso procede verso l'alto. Sulla base delle osservazione svolte sino ad ora si può affermare che il termine federalismo non può essere utilizzato per descrivere le situazioni storico-sociali in cui predomina qualunque tipo di particolarismo, né può essere identificato con i concetti di regionalismo ed autonomia, i quali, a loro volta, hanno un significato specifico distinto da quello del termine federalismo. Infatti, il regionalismo si distingue dal federalismo perché “è un modello di riorganizzazione interna allo Stato-nazione”, che riguarda la sfera amministrativa e non quella politica, anche nei casi in cui le Regioni detengano competenze politiche queste sono sempre delegate e mai rinunciate dal potere centrale. Invece, l'autonomia, pur essendo un valore che il federalismo intende promuovere, trova la sua collocazione specifica nell'ambito della cultura, in quanto costituisce la coscienza che una comunità ha della peculiarità della propria identità. Tale consapevolezza induce le comunità che la posseggono a volere rimanere e ad accrescere se stesse in relazione ad altre comunità. A sua volta il concetto di autonomia deve essere distinto da quello di autonomismo e da quello di autonomia locale. L'autonomismo è il momento immediatamente successivo all'autonomia e si caratterizza per l'elaborazione di un progetto politico mediante il quale una comunità, constatato il fallimento della propria richiesta di autonomia o visto il pericolo di essere annullata in un progetto antagonista, vuole affermare se stessa anche attraverso l'uso della violenza, giungendo, così, su posizioni secessioniste . In quanto tale il separatismo rappresenta l'extrema ratio del diritto di autodeterminazione che alcuni popoli possono scegliere per sottrarsi definitivamente alla sovranità di Stati tirannici e dispotici. Dunque, questi fenomeni non hanno nessuna relazione con il federalismo e si caratterizzano per la difesa di “una libertà che, pur avendo una motivazione legittima nel voler cambiare le precedenti relazioni con lo Stato centralista, risulta a sua volta egoista ed egocentrica. E' quindi una libertà negativa, incapace di evolvere in direzione dello stabilimento di legami federali”. Legami federali che, come si è evidenziato, poggiano su un patto tra pari, che implica un rapporto di fiducia, di aiuto reciproco e di solidarietà garantiti e riconosciuti istituzionalmente. Infine, il concetto di autonomia locale rientra nell'ambito delle dinamiche del decentramento amministrativo, attraverso le quali lo Stato riconosce alle comunità locali gli strumenti di decisione e di intervento più efficaci sul loro territorio. Salvatore Lucchese
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