E' morto Geremek, padre della democrazia polacca
Professore, intellettuale, storico, politico, uomo acuto aveva il grande dono di centrare l'essenza delle cose con grande sintesi.
Bronislaw Geremek lascia dietro di sé un vuoto profondo nella coscienza polacca e europea. Geremek, nato nel 1932 a Varsavia da famiglia ebrea (il padre morì ad Auschwitz) studiò Storia a Varsavia e a Parigi. Famosi i suoi studi sulla povertà nel Medioevo e un suo saggio sulle prostitute nella Parigi medioevale è stato tradotto in dieci lingue. Nel 1968 in segno della protesta contro l'invasione della Cecoslovacchia da parte del Patto di Varsavia lasciò le file del partito comunista, nel quale aveva militato del 1950, diventando, con Kuron, negli anni Settanta un riferimento per la dissidenza nel suo Paese. Nel 1980 l'approdo in Solidarnosc, del quale divenne consigliere e «tecnico» con l'elaborazione del progetto di «Repubblica autogestita», che divenne piattaforma programmatica del sindacato fondato a Danzica da Lech Walesa.
Incarcerato per oltre un anno durante il periodo della legge marziale in Polonia, dal 1982 è divenuto stretto collaboratore e consigliere del leader di Solidarnosc, Lech Walesa. Affascinante, era uno degli esperti di Solidarnosc, Walesa diceva sempre che “tra tutti consulenti forse Geremek era il più polivalente”.
Geremek l'ho conosciuto a Danzica e fui ospite a casa sua pieno di libri in ogni angolo , nella Città Vecchia, varie volte. Alla mia domanda se Walesa avesse fiducia totale dei consiglieri, Bronislaw accese la pipa e pensò prima di rispondere. “Ritengo che nella sua testa, abbia un nucleo di persone delle quali si fida. Ma conserva un'autonomia istintiva, una istintiva diffidenza. È giusto e corretto che sia così”.
Uomo mite, raffinato nei modi è stato uno dei massimi esponenti dell'intellighenzia polacca durante il regime comunista insieme al caro Jacek Kuron (che ci ha lasciato anni fa), Adam Michnik e Karol Modzelewsky. Protagonista della transazione democratica, partecipando alla Tavola rotonda del 1989, è stato deputato presso il parlamento di Varsavia per oltre dieci anni, ricoprendo tra il 1997 e il 2000 la carica di ministro degli Esteri. Fu lui nel 1999 a firmare lo storico ingresso della Polonia nella Nato. Eurodeputato dal 2004 nel gruppo 'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa' è sempre stato un fervente sostenitore dei principi fondanti l'Unione europea. Titolare di cattedra presso il prestigioso College d'Europe, ai suoi studenti ripeteva sempre che "l'Europa doveva rappresentare una seconda patria. La patria di tutte le famiglie storiche, culturali e sociali del vecchio continente".
Protagonista della storia europea, tutto il mondo saluta la sua morte. A me sale un groppo alla gola. Ancora un amico se ne va in silenzio.
Autore: Luigino Scricciolo