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Due torri gemelle da 100 metri nella zona industriale di Molfetta Nell'area servizi del nuovo piano di insediamenti produttivi approvato dal consiglio comunale
13 febbraio 2008

MOLFETTA - Il Consiglio comunale (ne abbiamo dato notizia ieri) ha approvato il Piano degli Insediamenti produttivi per l'ampliamento della zona artigianale di Molfetta. Si tratta di un piano urbanistico particolareggiato, considerato innovativo per il suo impianto normativo, relativo a una superficie complessiva di oltre 643 mila metri quadri (adiacenti all'attuale area produttiva). Area destinata ad ospitare circa 104 nuove aziende oltre ai centri direzionali e dei servizi. Ma saranno le due torri (foto del rendering) alte ciascuna quasi 100 metri, con 21 piani, il vero elemento di novità di questo progetto. «L'allargamento della zona industriale si inserisce in una logica di marketing territoriale per cui le due torri rappresenteranno il logo di Molfetta, il simbolo di una città che si è inventata una vocazione economica orientata alla logistica e agli scambi commerciali, una città in continua crescita e che punta sempre più in alto - dichiara il sindaco, sen. Antonio Azzollini in un comunicato - La valenza strategica di questi nuovi insediamenti va colta nella loro immediata vicinanza rispetto ai principali assi viari stradali e ferroviari, e soprattutto rispetto al nuovo porto commerciale, all'interporto e all'autoporto attualmente in costruzione». Dall'ultimo piano delle due torri si dominerà la vista sia di Bisceglie che di Giovinazzo. «La luce, l'aria, l'acqua e il verde saranno gli elementi base che caratterizzeranno lo spazio interno ed esterno delle due torri» spiega il sindaco Azzollini sottolineando come «per la prima volta in Puglia, si pianifica con una zona industriale con la verticalizzazione degli spazi funzionali». Il nucleo centrale delle due torri accoglierà un sistema di collegamento verticale formato da una scala a doppia elica sovrapposta, liberamente ispirata alla famosa scala di Leonardo da Vinci realizzata nel Castello di Chambord in Francia. Esse, inoltre, avranno un sistema di produzione di energia alternativo a basso impatto ambientale. Con destinazione urbanistica a servizi, potranno ospitare asili nido, scuole materne, uffici amministrativi e commerciali, uffici direzionali, servizi consortili e sindacali, centri di formazione professionale, centri sanitari, servizi di ristoro e attrezzature di soggiorno. Altro elemento di forza della nuova zona artigianale consiste nel basso impatto ambientale che sarà ingenerato dai nuovi insediamenti: «È stato previsto un lungo boulevard con isole alberate, parcheggi, rotatorie stradali e aree a verde obbligatori nei lotti privati» aggiunge nel comunicato l'assessore all'Urbanistica, Pietro Uva. Sotto le rotatorie stradali saranno realizzate delle vasche di laminazione con due impianti di per la raccolta, stoccaggio e riutilizzo delle acque superficiali per l'irrigazione e la pulizia delle strade. Inoltre, non saranno rilasciati permessi a costruire in quei lotti che non prevedono la realizzazione di uno stesso sistema completo di raccolta e riutilizzo dell'acqua piovana per uso irriguo. Gli insediamenti che riutilizzeranno l'acqua per uso sanitario nella propria azienda potranno usufruire della riduzione del 10 per cento sulle spese generali di gestione e manutenzione della zona e delle opere di urbanizzazione». E ancora. L'impianto di riscaldamento dell'acqua sanitaria delle aziende (bagni e mense) dovrà essere realizzato solo mediante l'impiego di pannelli solari, mentre almeno 6 KW di energia elettrica dovrà essere prodotta da pannelli fotovoltaici. «Le aziende che si insedieranno – aggiunge l'assessore Uva - avranno diritto a una “premialità edilizia” pari al 5 per cento della cubatura complessiva assegnata per ogni 3 KW di energia prodotta in più con i pannelli fotovoltaici».
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