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Diversi da chi? Viviana Valente, ragazza down si racconta
15 febbraio 2015

Che sguardo percepiscono quando posiamo i nostri occhi distratti su di loro? Cosa avvertono, cosa sentono le persone cosiddette diverse, i disabili, quando per una frazione di secondo le nostre vite si incrociano? Non è un’azione volontaria ma il sentimento immediato è pietismo. Forse è un termine che consciamente non accettiamo; siamo troppo evoluti per ammettere che di fronte ad una persona con difficoltà siamo impreparati e l’unico sentimento che proviamo è dolore, tristezza, inadeguatezza. Sono stereotipi ma è difficile sradicarli perché diffusi ma a volte basta veramente poco, una sera per esempio, come quella che ha visto la sala Finocchiaro gremita come solo poche altre volte. Gocce di vita.. la mia, la sua vita, la vita di Viviana Valente, il suo libro, il libro di una ragazza e la sala Finocchiaro si riempie, si scalda, si emoziona per Viviana, esuberante trentenne down, come orgogliosamente sottolinea l’autrice che presenta la sua raccolta di poesie che inneggiano alla vita, all’amore, all’amicizia. Moderatrice della serata l’assessore Angela Amato che ha introdotto la dott.ssa Grazia Casamassima, insegnante di sostegno dell’autrice nella scuola primaria, la quale ha ricordato che un ruolo fondamentale per Viviana è stato svolto da Beniamino Finocchiaro il quale, resosi conto delle sue potenzialità, mise in contato il dott. Giorgio Albertini, neuropsichiatra, con la famiglia di Viviana affinché l’integrazione e la sua vita fossero piene e soddisfacenti. La famiglia Valente si è sempre battuta affinché Viviana potesse ottenere l’insegnante di sostegno con rapporto 1:1, pretendendo altresì il programma paritario, permettendo a Viviana di acquisire competenze verbali ed autostima. Non ci sono distinzioni tra classi sociali, i down vedono le cose in profondità, non esistono i diversi, siamo tutti legati da un filo invisibile chiamato amore, afferma Viviana, che incita a non arrendersi, ad andare avanti sempre, come i suoi genitori e suo fratello che l’hanno sempre accettata per quello che è: una ragazza down. Le poesie, ha continuato la dott.ssa Casamassima, sono state sfrondate delle naturali ripetizioni tipiche delle persone down, ma aggiunge il dott. Gianfranco Rapanaro, intervenuto come uomo di lettere ed estimatore della poesia d’amore, le poesie di Viviana potrebbero essere state scritte da chiunque. Il Sindaco ha affermato la sala Finocchiaro gremita denotava la bellezza della nostra città e quella di Viviana. Paola Natalicchio ha espresso la sua opinione su Viviana e la sua raccolta di poesie in qualità di sindaco, amica e scrittrice. Da sindaco non può che esprimere gratitudine verso Viviana che presta la sua opera come servizio civico negli uffici di Ragioneria del Comune. Viviana, precisa, puntuale, generosa, sa tessere trame invisibili per creare buone relazioni che si rivelano proficue in ambito lavorativo. Viviana dispensa abbracci ed affetto, attenta, discreta, sa cogliere il dolore dietro un sorriso, capacità che solo pochi hanno. Come scrittrice, il Sindaco ha espresso parole di apprezzamento affermando che Viviana usa il vocabolario come i tasti del pianoforte, usando i termini come ormai molti scrittori non fanno, usando la punteggiatura con sapienza. L’uso della punteggiatura, ha continuato il sindaco, denota la capacità di prendersi del tempo per riflettere. La mamma di Viviana, la signora Cecilia De Gennaro ha confessato che parlare di sua figlia è molto difficile perché si corre il rischio di ostentare le sue capacità. Come madre incita a non arrendersi, a non mollare quando nasce un bambino con difficoltà. Tutti i genitori pensano che il futuro dei propri figli sarà roseo, privo di difficoltà e spesso ci si sente soli, ma sono proprio loro ad infondere la forza per continuare. Viviana si è imposta con le sue capacità, la sua tenacia, il suo donare amore. Le sue poesie sono un inno a vivere la vita che ci è data, a tenere su la testa per volare, per usare una sua espressione. Ed è grazie soprattutto alla sua famiglia che Viviana oggi è quello che è: una ragazza felice.

Autore: Beatrice Trogu
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