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Diritti umani violati: schiave d’Occidente Dibattito a cura di Amnesty per la Giornata della Donna
15 marzo 2001

”Diritti umani violati: schiave d’Occidente”, questo il tema dell’incontro organizzato dal Gruppo 236 di Amnesty International in occasione della “Giornata della Donna” e in collaborazione con Consulta femminile, Fidapa, Educatori benemeriti, con la partecipazione della giornalista RAI Roberta Sibona autrice di "Schiave d'occidente", Onofrio Romano, sociologo autore di "L'Albania nell'era televisiva", moderatrice la prof.ssa Marisa Carabellese di Amnesty International. Sono stati affrontati i temi dello sfruttamento e la violazione dei diritti umani delle donne clandestine provenienti dall'Est. Il dibattito si è incentrato sul nuovo dilagante fenomeno della tratta di donne dell’est che vanno ad arricchire il grande mercato della prostituzione europea, di quello che è spesso considerato l’occidente civile. Ma chi o cosa porta queste donne a questa terribile scelta? “Nessuna scelta!”, hanno più volte ribadito Roberta Sibona e Onofrio Romano, “non si tratti più ormai solo di sfruttamento della prostituzione, ma si sta ormai arrivando ad una pratica di riduzione in schiavitù”. Come tristemente narrato nel libro della Sibona, queste donne vengono ”condotte in Italia con l’inganno, prive di ogni riferimento in un paese di cui non conoscono la lingua, sottoposte a vessazioni e costrizioni fisiche quotidiane, obbligate alla prostituzione con il terrore, tenute senza denaro, affamate, minacciate, ricattate nei confronti dei familiari più cari segregate da coloro che esse stesse indicano come i loro padroni”. Vi è stata quindi la proposta della presidente della consulta femminile di scendere in campo sul nostro territorio, monitorando quella che è la situazione a Molfetta, alla proposta tutte le associazioni si sono dette disposte a collaborare. Intenso è stato l’intervento del dott. Caldarola socio attivo di Amnesty che ha fatto notare, senza mezzi termini, a chiunque avesse questa opinione (purtroppo molto diffusa) che le battaglie portate avanti a suon di raccolte di firme non vengono fatte solo per “alzare polvere”. Oltre a smuovere gli organismi giuridici competenti, vogliono scuotere le coscienze, cancellare i luoghi comuni che ci portano pensare a donne che, in miseria nei loro paesi, vedono l’Italia come la novella America e quindi volontariamente si danno “alla strada”. Donato Centrone
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