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Dipendenti Regione simulavano pranzi per ottenere rimborsi spese: scoperti dalla Finanza
12 luglio 2004

BARI – 11.7.2004 Dipendenti della Regione simulavano pranzi ai ristoranti mai effettuati e, d'intesa con i ristoratori presentavano false fatture, ottenendo rimborsi per consumi mai avvenuti. Con l'operazione “falsi missionari” e al termine di articolati, complessi e delicati accertamenti ispettivi, condotti dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari in forza al Comando Nucleo Provinciale PT del capoluogo, sono stati emessi 64 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di 63 dipendenti pubblici distaccati presso la Regione Puglia e del legale rappresentante di un noto ristorante del capoluogo pugliese, tutti indagati per truffa aggravata ai danni della stessa Regione Puglia e falso in atto pubblico. I pubblici dipendenti, grazie alla connivenza del ristoratore, in violazione delle norme in materia di indennità per i servizi svolti fuori dalla sede di lavoro, presentavano, per il rimborso, documenti attestanti falsamente spese per consumazioni di pranzi e cene mai somministrati, inducendo così in errore il dirigente addetto al pagamento delle indennità previste e conseguentemente determinando un danno erariale, accertato in misura pari a circa 2 miliardi e mezzo di vecchie lire (euro 1.290.000). Nei due anni d'indagine le Fiamme Gialle, su delega del Procuratore Aggiunto del Tribunale di Bari, Dott. Giuseppe Carabba, hanno setacciato tutti i mandati di pagamento relativi ai rimborsi spese presentati negli anni 2000 e 2001 dai predetti dipendenti pubblici in “ missione continuativa “. Tale dicitura fa riferimento al personale distaccato, per l'intero anno, dai vari uffici provinciali, presso le segreterie particolari degli Assessori Regionali, dei Presidenti di Giunta e Consiglio Regionale e dalle varie segreterie dei gruppi consiliari. Sono stati, quindi, analizzate in ogni singola componente sia le fatture di spesa sia le ricevute relative a pranzi e cene, asseritamente consumati nell'ambito delle missioni fuori sede. L'attività, condotta anche attraverso l'incrocio informatico dei dati, ha consentito di individuare, in un primo momento, quattro ristoranti utilizzati con maggiore frequenza dai predetti pubblici dipendenti. Presso la sede degli stessi esercizi sono state quindi sequestrate tutte le fatture e ricevute fiscali emesse nel periodo oggetto d'indagine. Dal successivo approfondimento dei dati così rilevati, è risultato in particolare che uno soltanto di essi si era reso compartecipe della truffa, in quanto aveva rilasciato un numero elevato di false fatture e ricevute fiscali attestanti pranzi e cene mai somministrati, ovvero ne aveva indebitamente maggiorato gli importi fino al valore massimo di lire 43.000 previsto per il rimborso. La presentazione di tali tipi di documenti, inducendo in errore il dirigente addetto alla emissione dei titoli di rimborso, ha conseguentemente determinato anche la formazione di atti pubblici falsi. Leonardo de Sanctis
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