Recupero Password
Devastazione senza precedenti a Molfetta: centinaia di ulivi massacrati Mannaia killer tra via del Cimitero e la strada vicinale Coppe. Quali motivazioni? Ignote. La legge regionale per la tutela e la valorizzazione degli alberi di ulivo. La cronaca e i legittimi sospetti
07 gennaio 2013

MOLFETTA - Uno scenario apocalittico. Nell’area terriera compresa tra via del Cimitero e la strada vicinale Coppe (di fronte l’impianto di depurazione) centinaia di alberi di ulivo sono stati tagliati. L’area è vasta: un vero e proprio deserto dei tartari. Sono stati depositati sul terreno tronchi e rami segati, mentre gli alberi di ulivo sono ancora segnati da linee rosse, lì dove è stato dato il taglio. Erano malati o un “trucco” ben congegnato per aggirare la normativa?

Chi ha autorizzato questo scempio? Per ora sono ignote le motivazioni. Si potrebbe ipotizzare un miglioramento fondiario o una malattia che abbia intaccato i vari alberi (ma quanto rimasto sembra essere in buono stato di conservazione, come anche i tronchi e i rami tagliati e lasciati sul terreno). Tra l’altro, se fosse questa la reale ragione della mannaia killer, si sarebbe dovuto procedere a un espianto degli alberi dopo aver ottenuto regolare autorizzazione.

L’origine potrebbe anche essere urbanistica, magari per il completamento del ponte che sorvola via del Cimitero, si ferma alla ferrovia e poi riprende sulla SS 16bis, proprio su Lama Pulo. Tra l’altro, la zona interessata è proprio quella di Lama Pulo che sfocia alla Madonna dei Martiri, caratterizzando tutta l’area su cui si sta costruendo il nuovo porto commerciale (oltre a Lama Scorbeto e Lama Marcinase). Oppure si sta preparando la zona per la mattonificazione del comparto 21, l’area che è stata destinata dal Piano regolatore all’autoporto, purtroppo irrealizzabile per le Norme Tecniche di Attuazione del PAI (l’area è solcata da una serie di lame).

 

L’ennesimo mistero di Molfetta, sicuramente non di natura sovrannaturale. La Legge Regionale n.7/07 definisce, però, una serie di prescrizioni per la tutela e la valorizzazione degli alberi di ulivo, «considerati nella loro dimensione produttiva, di difesa ecologica e idrogeologica, nonché elementi peculiari e caratterizzanti del paesaggio regionale».

Interessante l’art. 3 che, richiamandosi alla Legge n.144/51 (divieto di abbattimento ed espianto di alberi di ulivo oltre il numero di 5 per ogni biennio in ogni azienda agricola, che può avvenire esclusivamente per morte fisiologica dell’albero o per certificata improduttività), non solo sottopone a vincolo paesaggistico gli uliveti monumentali plurisecolari, ma disciplina l’espianto di alberi di ulivo secolari obbligando il proprietario a darne preventiva comunicazione al Comune e all’Ispettorato Provinciale Agricolo di appartenenza. Nel caso specifico, almeno per ora, non è possibile parlare di espianto di alberi, ma di taglio.

Più ferree le indicazioni degli artt. 5 e 7, secondo cui in caso di pubblica utilità o edificazione gli ulivi espiantati, se secolari, dovranno essere reimpiantati a spese del realizzatore dell’opera in aree libere degli stessi lotti di intervento o in altre aree di proprietà comunale o limitrofe o in aree pubbliche destinate al reimpianto di ulivi secolari individuate dalle amministrazioni. Purtroppo, quelli di Molfetta sono stati tagliati.

La stessa legge regionale punisce chiunque violi la legge con una sanzione amministrativa pari al decuplo del valore commerciale degli alberi (da 30mila euro sino a 500mila euro per ogni pianta in base alla gravità della violazione). Perciò, le Forze di Polizia del territorio, in caso di violazioni, dovrebbero segnalare quanto accaduto alle autorità competenti.

 

Qualsiasi sospetto è, però, legittimo. La cronaca degli ultimi anni ha evidenziato fatti sconvolgenti. Ad esempio, a Carpignano (Lecce) centinaia di ulivi secolari e un intero vasto uliveto sono stati estirpati per lasciare il posto ad un impianto industriale fotovoltaico in piena zona agricola ed olivetata.

Inoltre, il Comune di Lequile (Lecce) avrebbe richiesto alla commissione regionale l’autorizzazione all’espianto di circa 1000 alberi d’ulivo: l’area è parte della locale zona industriale, per altro collocata tra un’oasi di protezione faunistica, e la zona PIP (situazione molto simile a Molfetta).

Altro evento drammatico in Calabria. A febbraio 3 uomini sono stati sorpresi in flagranza di reato mentre segavano degli alberi secolari d’olivo (quasi 200) dai carabinieri di Palmi (Reggio Calabria), dopo una serie di controlli sul territorio. Sarebbe opportuno che anche per il Comune di Molfetta i controlli fossero maggiormente intensificati. L’elenco sarebbe infinito.

 

Dove sarà destinata la legna ottenuta dal taglio? Macerazione, realizzazione di pellets, industrie di carta, semplice stoccaggio? Altro giallo. Peccato che il Comune di Molfetta non abbia ancora approvato un Piano dell’Agro in cui sia data rilevanza alla tutela degli ulivi nelle zone agricole, vietandone l’abbattimento.

 

© Riproduzione riservata

 

Autore: Marcello la Forgia
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""











Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet