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Corso Umberto – I Palazzi XXI
15 gennaio 2021

FABBRICATO A CORSO UMBERTO I, 145. Questo fabbricato fu costruito sui terreni di proprietà di Emilio Tortora in contrada Torre Effrem; furono poi di un ramo della famiglia Panunzio. Tommaso Panunzio su una porzione del suolo fece costruire una parte del fabbricato, infatti, nel 1900 vi abitava Panunzio Tommaso con la moglie Pappagallo Teresa e quattro figli e l’altro loro figlio Sergio con la moglie Spagnoletta Antonia. Il resto del suolo fu venduto a Cappelluti Altomare Vincenzo che con atto del notaio Berardino Rotondo nel 1912 vendette il suolo ai muratori Domenico Azzollini e Amato Pasquale che costruirono e completarono l’intero fabbricato di fronte a Corso Umberto I col portone segnalato con il n. 145. Nel 1915 nello stesso edificio vi abitavano Azzollini Domenico, Amato Pasquale e Panunzio Giuseppe figlio di Panunzio Tommaso. Un atto del Sindaco di Molfetta del 1916 dichiarava che gli stessi muratori Azzollini e Amato avevano costruito il fabbricato costituito da tre piani. L’imponente fronte del fabbricato fu costruito in diverse fasi mantenendo una linea semplice e sobria. Il portone e i due locali a destra e a sinistra hanno il fronte più avanzato di una ventina di centimetri per evidenziare l’ingresso all’intera facciata. Il portone ha il basamento e le colonne bugnate e lisce che terminano in alto con un arco a tutto sesto con lo stesso profilo. Il vuoto dell’arco che dà luce all’androne del portone ha una rosta o raggiera in ferro battuto con cartigli e frecce. Le ringhiere dei balconi sono formate da un passamano di ferro su cui sono fissate alternativamente aste di ferro lineari alternate da altrettante con cartiglio inferiore e superiore. FABBRICATO A CORSO UMBERTO I, 157. Fu uno dei primi fabbricati costruiti a Corso Umberto, infatti già dal 1867 i sacerdoti don Paolo e don Giuseppe Binetti fu Pasquale sulla terra rimasta dopo l’esproprio da parte della Ferrovia, a levante della nuova strada, chiesero il permesso di costruire. Il 2 settembre 1871 i fratelli Binetti vendettero il fabbricato ai coniugi Bonaventura Attanasio fu Giuseppe e Caterina Binetti fu Salvatore. L’11 gennaio 1872 i detti coniugi lo rivendettero a Saverio Ciccolella di Sergio. Il Ciccolella costruì il primo piano e adibì l’edificio ad albergo col nome di Albergo Garibaldi. Il 20 luglio 1883 il Ciccolella lo rivendette a Bartolomeo Pappagallo fu Antonio per £. 23.112; il fabbricato con il portone d’ingresso a ponente era costituito da cinque vani a piano terra, sei vani al primo piano di cui alcune camere sono sopra ai 2 loggiati dei locali a piano terra; vi era un atrio con stalletta; il caseggiato allora formava un’isola a se stante. Nel 1915 vi abitava il proprietario Bartolomeo Pappagallo con sua moglie Irene Pavone fu Giuseppe. Nel 1935 morì Bartolomeo Pappagallo lasciando tutta la sua proprietà al Monte di Pietà – Pio Ricovero Gagliardi-Gadaleta. In data imprecisata gli amministratori del Monte di Pietà locarono il fabbricato a Nicola Boffoli fu Vito che lo utilizzò come albergo col nome di Risorgimento. Durante la II Guerra Mondiale fu occupato dalle truppe tedesche fino allo loro ritirata da Molfetta. Riavuto la disponibilità dell’immobile il Boffoli cambiò intitolazione in Albergo Flora. Nel 1972 il fabbricato fu demolito e al suo posto sorse un fabbricato di civili abitazioni più ampio. L’albergo Flora è raffigurato in diverse cartoline postali. FABBRICATO A CORSO UMBERTO I, 171. Prima che si progettasse l’ampliamento del piazzale della Stazione sul lato sinistro, scendendo con prospetto su Corso Umberto I, vi era un inizio di fabbricato di tre vani di proprietà degli eredi di Porro Giambattista usato per deposito di ferraglia e, verso mare, una suppigna con un piccolo orto di Zoli Luigi fu Edoardo. Tutti questi immobili furono acquistati poi da Luigi Gambardella fu Vito. Il Consiglio Comunale il 14 luglio 1926 approvò il piano di ampliamento e sistemazione del piazzale e delle relative espropriazioni. A causa di alcune controversie, solo tra il 1933 e 1934 fu possibile demolire parte del fabbricato di Gambardella. Appaltatori di tali lavori furono: Altomare Giovanni Battista fu Carlo, fiduciario del Sindacato Fascista Maestri Muratori; per la demolizione del fabbricato di Gambardella; Tattoli Sabino di Onofrio per la demolizione del muro di cinta a ponente e per l’arretramento di detto muro; Giovine Cosmo per la costruzione del muro di cinta a levante. Tali fabbricati si possono notare in una foto scattata nel 1931 in occasione del funerale di Mons. Nogara rettore del Seminario Regionale Pio XI. Sul suolo rimasto appartenente ai Gambardella il 1957 circa fu edificato un moderno edificio. Alla sua ultimazione, all’angolo di Corso Umberto I, si aprì un bar chiamato Gran Caffè chiuso una decina d’anni dopo. (Fine). Le puntate precedenti sono state pubblicate su “Quindici”, 2017, n.12; 2018, n.2-4-5-6-11-12; 2019, n.2-3-4-5-(7-8)-10-12; 2020, n.1-3-(7-8)- 10-11-12. © Riproduzione riservata ————— Bibliografia: Archivio di Stato di Bari (=ASB), Catasto Terreni di Molfetta, 1825, Catasto Terreni di Molfetta 1930; ASB, Sezione di Trani, notaio Michele Romano, vol. 104 nuovo versamento (=nv), vol. 105 nv; notaio Giuseppe Gioia, vol. 2216; Corte d’Assise di Trani, Processi, busta 48; Archivio Comunale Molfetta, cat. 4, vol. 32; vol. 38, vol. 57, vol. 122, vol. 181; cat. 11, vol. 48; II Sezione, cat. 11, vol. 3; Archivio Diocesano Molfetta, Parrocchia S. Gennaro, Stato delle Anime, 1915; Annuario Marra, 1887; Paravi Lucerna Christo Meo in Memoria di Mons. Giovanni Nogara, Supplemento MILES CHRISTI, Molfetta, 1931, n. 4-5.

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