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Corri Molfetta: l'importante è (riuscire a) partecipare Riceviamo e pubblichiamolo sfogo di una partecipante, non agonista, alla corsa di ieri, piena di disagi
02 novembre 2008

Gentili giornalisti, mi piacerebbe rendervi parte di alcune mie riflessioni emerse stamattina durante "Corri Molfetta". Ho partecipato oggi alla "mitica" Corri Molfetta. Quest'anno ha riscosso molto successo e molti partecipanti, dunque un grande evento sportivo, per atleti e amatori. Certo non mi aspettavo di vincere, ma c'era grande entusiasmo per divertirsi un po' gli amici. Dico c'era, perchè è scomparso poco dopo la partenza. Come in tutte le manifestazioni di questo genere (mi permetto di dirlo perchè ho partecipato anche ad altre), durante la gara si formano dei gruppi. C'è la testa, con i professionisti, al centro quelli un po' più lenti, e dietro c'è la coda di chi partecipa per gioco o non riesce ad andare più veloce. Bene, in tutte le normali manifestazioni la sicurezza è garantita per tutti, anche per i lentissimi. Ho visto maratone protrarsi per qualche ora in più ad aspettare l'ultimo anziano stanco e sorridente. Quello che ho visto stamattina è stato ben diverso. "Noi ultimi", tra cui anche qualche famiglia con qualche bambino, siamo rimasti a correre nel traffico. Già, perchè a quanto pare solo la testa dei corridori aveva diritto a passare incolume in una zona pedonale. Ad un certo punto la colonna si spezzava, e via al passaggio delle automobili. Ovviamente noncuranti della gara e pronte a strombazzare con i loro clacson. Qualcuno ha continuato a correre; qualcun altro si è fermato amareggiato, per il pericolo di una strada come Via Sergio Pansini già di per sè stretta per le auto,o per la voglia di risparmiarsi lo smog inalato durante la corsetta. Dopo un po' mi sono fermata anch'io, ho continuato a farmi una passeggiata per strade più agevoli, senza seguire il percorso. Pensando un po' a quello che è accaduto, mi chiedevo dove poteva essere "l'inghippo" della situazione. Noi cosa avremmo dovuto fare? Avremmo dovuto continuare a correre tra le macchine, ignorandole? E se fosse successo qualcosa ai corridori-amatori? Improbabile? D'altronde, cosa avrebbero dovuto fare, bloccare il traffico? E si può bloccare una città per una corsa? Era una bella mattinata, magari una passeggiata in più avrebbe fatto bene agli automobilisti impazienti... O era più importante tutelare il loro diritto di muoversi liberamente in città con la loro macchina? Allora la colpa è dell'organizzazione? Della disattenzione dei vigili? Dell'assenza di buon senso degli automobilisti? Di permessi non concessi? E mi sono ritornate in mente tutte quelle cose che mi chiedo quando, facendo una passeggiata in bicicletta su piste ciclabili inesistenti, mi ritrovo a "lottare per la sopravvivenza" sulle strade che sembrano appartenere solo alle automobili... E mi chiedo: a Molfetta, c'è realmente voglia di trovare lo spazio per lo sport in strada? Non è proprio questo lo scopo di manifestazioni come questa?
Autore: Luisa Gissi
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