Ci tengo: le Primarie del PD raccontate dal seggio
La sveglia suona alle 6 anche se è domenica. L’appuntamento alla sede del partito in via Margherita è alle 6,30 e forse ci sarà giusto il tempo di bere un cappuccino al volo e mangiare un cornetto: è il 25 ottobre, è il giorno delle primarie e il seggio deve essere operativo a partire dalle 7. In sede è già quasi tutto a posto: i computer per riconoscere e registrare gli elettori, le schede per votare, i registri, i verbali. Incredibilmente fuori comincia a formarsi un accenno di coda, c’è gente che chiede già di poter entrare a votare e sono solo le 6,45! I giovani del partito e alcuni adulti non si lasciano pregare, il seggio apre in anticipo e comincia una processione che si interromperà, solo forzatamente, all’orario previsto per la chiusura del seggio: sembra esserci voglia di democrazia, di esprimersi e ritrovarsi assieme a tanti animati dallo stesso desiderio. Per gli scrutatori il lavoro non è dei più semplici, è necessario infatti per ogni elettore compiere una serie di operazioni: bisogna inserire i dati del cittadino in un programma apposito sul computer che lo riconosce se questi è inserito nelle liste elettorali. In caso di minorenni (si è infatti ammessi a votare a partire dai sedici anni) o di cittadini extracomunitari si procede all’inserimento manuale dei dati nel sistema: in questo modo il numero degli elettori è sempre noto e si aggiorna via via che si vota garantendo anche una certa trasparenza nelle operazioni. Dopo la parte al computer si compila un registro degli elettori nel quale ogni votante appone la sua fi rma, dopo aver verifi cato la trascrizione delle sue generalità riportate anche su supporto cartaceo. Ogni voto presuppone in versamento di due euro per il quale si rilascia una ricevuta e, fi nalmente, si può procedere materialmente alla votazione. La procedura evidentemente presuppone la presenza di almeno tre persone per ogni postazione che si dividono i compiti per snellire il più possibile le operazioni: i volontari al seggio non mancano, ma già alle 9 la coda supera di gran lunga le previsioni. Il ricambio è continuo anche se è già ben chiaro chi, da buon stakanovista, ha intenzione di non perdersi nemmeno un minuto di questa intensa giornata; le operazioni di voto procedono veloci e senza particolari problemi e il popolo delle primarie fa sentire in maniera nitida tutta la sua presenza. Dall’esterno giungono presto le prime percentuali di affl uenza alle urne e, immancabili, i primi commenti: in tutta Italia l’affl usso è notevole ovunque e anche nella nostra città in pochi, tra iscritti o anche solo simpatizzanti, rinunciano ad essere presenti. Il “fi ume” dei democratici chiamati ad eleggere segretario nazionale e regionale non si ridimensiona nemmeno all’ora di pranzo: al seggio un po’ di stanchezza si fa già sentire, qualcuno si allontana per mangiare qualcosa, altri arrivano a dare il cambio e prendono posto al computer o alla registrazione manuale; tutti gli elettori vanno via con la mollettina verde che tiene documento di identità e ricevuta del voto e riporta le parole ‘CI TENGO’. È, per tutti, un modo per dire che, nonostante le diffi coltà, il momento negativo e anche una sfi ducia generalizzata verso la politica in generale ormai eccessivamente decaduta, il popolo della sinistra ha voglia di esserci e di farsi sentire e vedere. Le ore del pomeriggio, come previsto, sono le più dure: l’affl uenza è al massimo e, soprattutto per chi è al seggio dalla mattina, la stanchezza si fa sentire forte, nessuno però accenna ad andare via e fuori la coda arriva quasi alla fi ne di corso Margherita di Savoia. Alle 20 si dichiarano terminate le operazioni di voto: hanno votato 2.107 molfettesi, una percentuale di votanti molto vicina a quella delle scorse primarie. Ora è il momento dello scrutinio. Prima il segretario nazionale, anche a Molfetta il più suff ragato è Bersani; poi quello regionale, Blasi. Il bellissimo e positivissimo segnale è quello che il vincitore non conta e proprio il candidato molfettese alla segreteria regionale, Guglielmo Minervini, è il primo ad abbracciare e ringraziare tutti per il lavoro svolto, nonostante l’obiettivo non pienamente centrato: i due vincitori infatti sono già coscienti che guideranno un gruppo, che non perderanno nessuno per strada, che ci sono migliaia di elettori che aspettano solo le parole giuste, le decisioni più assennate per ricominciare. Sensazioni autenticamente democratiche che i protagonisti della “giornata delle primarie” si portano dentro, che attenuano un po’ la stanchezza e conciliano il sonno di chi non perde la speranza, di chi ha regalato volentieri la sua domenica a questa avventura, mettendola al servizio dell’ennesimo sogno.
Autore: Francesca Lunanova