Centrodestra, solito film: ancora nulla di fatto nel vertice dei partiti. Le trattative continuano
MOLFETTA – 31-10-2005
Ancora un nulla di fatto nell'incontro svoltosi questa mattina tra i partiti della maggioranza ed il sindaco per cercare di risolvere la crisi amministrativa aperta dallo stesso Tommaso Minervini (nella foto) con l'azzeramento, in un primo momento, di tutti gli incarichi amministrativi e, successivamente, con le sue dimissioni. Tutto rinviato a giovedì prossimo, giorno in cui si cercherà di risolvere i nodi politici che restano sul tavolo e che sono sempre gli stessi: da un lato la richiesta fatta dal sindaco al “Nuovo Psi” e a “Molfetta che Vogliamo” di dichiarare oggi il proprio impegno a far parte della coalizione di centrodestra anche in vista delle prossime elezioni amministrative, dall'altro la volontà, espressa proprio da queste due forze politiche, di varare una giunta tecnica (non con rappresentanti dei partiti della coalizione) fino alla fine del mandato amministrativo. Sembra si siano registrati dei piccoli passi avanti su queste due questioni e, come abbiamo già avuto modo di dire, la prospettiva più probabile è quella che si arrivi ad un “accordo al ribasso”, di profilo modesto, che non scontenti nessuno ma che, nella sostanza non risolverebbe nulla, rinviando al prossimo anno (gennaio o febbraio 2006) la definizione della coalizione politica che si sottoporrà al giudizio degli elettori.
Due aspetti tuttavia vanno sottolineati. Da un lato la difficoltà che sta attraversando Forza Italia che, se la prospettiva di “giunta tecnica” dovesse realizzarsi, si troverebbe ad affrontare una vera e propria crisi al suo interno, con la possibilità molto concreta che qualcuno, deluso da questa vicenda e dal non vedersi riconfermato l'incarico di assessore, decida di abbandonare il partito in cerca di un “posto al sole” altrove.
In secondo luogo non si può che rivelare come questa crisi, che il sindaco Tommaso Minervini diceva essere “alla luce del sole”, aperta in Consiglio Comunale e che solo in quel contesto istituzionale si sarebbe potuta risolvere, in realtà si stia rivelando la più classica crisi amministrativa “al buio”, che si consuma stancamente tra incontri riservati nelle consuete stanze del potere, vertici bilaterali, consultazioni private con questo o quel politico di ritorno da Roma (Azzollini ed Amoroso stanno seguendo l'evolversi della situazione in prima persona), trattative estenuanti sulla spartizione dei futuri incarichi amministrativi, rinvii tattici e continue “pause di riflessione”.
Se, come probabile, questa crisi si dovesse risolvere (e non potrà che essere così, visto che oggi non conviene a nessuno, nel centrodestra, far cadere l'amministrazione), non sarà certo per quel confronto pubblico che il sindaco ha richiesto in Consiglio Comunale, ma solo perché si sarà trovato un qualche accordo al ribasso sui ben noti tavoli (o tavolini da bar…) della politica su cui, in queste stesse ore, si consumano, in vertici fumosi, contrattazioni che di certo non hanno al centro il futuro di questa città, ma forse il destino personale di questo o quel politico. Poi, nell'Aula Carnicella, ognuno andrà a recitare la sua parte in questa commedia, tenendo ben a mente il copione scritto in altre sedi e fornito ai consiglieri di maggioranza. Diciamolo chiaramente, questa vicenda, al di là di quel che dice Tommaso Minervini, si sta trascinando da troppo tempo (è da circa un mese, ormai, che Molfetta non ha più una amministrazione) in modo sicuramente oscuro e poco chiaro, nello sconcerto di una città che non comprende cosa stia realmente accadendo e che si attende solo un gesto di responsabilità e di dignità da parte del sindaco: le sue dimissioni irrevocabili.
Giulio Calvani