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Carmela Minuto (Udc) all'attacco: denuncia al Prefetto il sindaco di Molfetta per le violazioni statutarie Per l'assenza delle donne nella giunta comunale
03 luglio 2008

MOLFETTA - Carmela Minuto, consigliera comunale dell'Udc, già vicesindaco della precedente giunta Azzollini, ma oggi all'opposizione attacca il sindaco Antonio Azzollini con una nota inviata al Prefetto di Bari, Carlo Schilardi, delle gravi violazioni di legge e di norme statutarie che si sono consumate nella nomina della giunta comunale. «Ritengo che il rispetto della legalità vada affermato anche e specialmente in queste occasioni – scrive la Minuto - perché legalità è la condizione di ciò che è conforme alla legge, cioè un comportamento rispettoso delle regole di convivenza, una limitazione, un freno all'indisciplina, al disordine, all'anarchia. E chi più delle istituzioni deve dare l'esempio del rispetto della legalità? Vi è poi un'altra considerazione che vorrei fare a margine di questa brutta vicenda: a cosa serve avere una Consulta Femminile se a fronte di una violazione di una regola che tutela la presenza delle donne la consulta non è capace di far altro che una timida nota di contestazione? A cosa serve questa consulta? A fare da palcoscenico a qualche ambiziosa rappresentante del gentil sesso? E a spese di chi? Dei cittadini? E allora dico che è molto meglio abolire la presenza della consulta femminile». Ecco il testo della denuncia di Carmela Minuto: La sottoscritta consigliere comunale Anna Carmela Minuto segnala alla S.V.I. che nella formazione della giunta comunale di Molfetta sono state commesse gravi violazioni di legge in ordine a due questioni: la assoluta assenza di donne nell'organo esecutivo e la violazione del divieto di nomina di un assessore per più di due volte consecutive che è stata effettuata con la nomina di Uva Pietro e Magarelli Mauro, assessori al terzo mandato consecutivo. Presenza di donne nell'organo esecutivo La presenza dei due sessi negli organi collegiali del comune e negli enti e/o aziende da esso dipendenti è assicurata dal testo unico degli enti locali che rinvia allo statuto comunale le modalità di attuazione di tale norma di principio. Infatti il comma 3 dell'art.6 del T.U.EE.LL. D.L.vo n.267/200 così recita: “Gli statuti comunali e provinciali stabiliscono norme per assicurare condizioni di pari opportunita' tra uomo e donna ai sensi della legge 10 aprile 1991, n.125, e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia, nonche' degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti.” Il nostro Statuto Comunale, in osservanza del suddetto articolo di legge, al primo comma dell'art.37 ha previsto che ”Il Sindaco, nella formazione della Giunta, assicura la presenza dei due sessi.”. La violazione di legge appare talmente evidente che ulteriori commenti risulterebbero superflui e del resto lo stesso Sindaco non ha avuto argomenti per difendere la propria scelta che vede escluse le donne dall'organo esecutivo. Divieto di nomina di un assessore per più di due volte consecutive. Il comma 2 dell'art.37 del nostro Statuto Comunale dispone che “Chi ha ricoperto in due mandati consecutivi, la carica di Assessore non può essere nel mandato successivo ulteriormente nominato Assessore”. La ratio di tale norma è fintroppo chiara: si vuole evitare che vengano consolidate delle posizioni di potere all'interno di un ente territoriale e corrisponde, tra l'altro, all'applicazione analogica della norma di legge che vieta il terzo mandato consecutivo ai sindaci (art.51, comma 2, del T.U.EE.LL. “Chi ha ricoperto in due mandati consecutivi, la carica di Sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche.”). In questo caso l'argomentazione usata a sostegno della legittimità di queste nomine si fonda sul fatto che i due precedenti mandati sono stati interrotti da due brevissimi periodi di commissariamento, ma è chiaro che un periodo di commissariamento che vada ad intervallare dei mandati non può costituire soluzione di continuità, innanzitutto per la natura di terzietà del commissariamento. Nel caso contrario tutti i sindaci che protestano e chiedono l'abolizione del divieto del terzo mandato consecutivo (vedi sito www.terzomandato.it ) avrebbero già trovato soluzione al proprio problema. In considerazione di quanto sopra, la sottoscritta chiede alla S.V.I. di intervenire affinché venga ripristinato il rispetto delle norme di legge e statutarie. Anna Carmela Minuto
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