Neanche gli ottimisti avevano immaginato in estate che il Molfetta avrebbe chiuso il girone d'andata in alta classifica. Ai nastri di partenza il sodalizio biancorosso aveva come credenziale solo un blasone sbiadito. Un torneo competitivo con molte società che ingaggiavano tecnici e giocatori provenienti dalle categorie superiori, l'incertezza d'essere una matricola, una squadra rinnovata per 5/11. Insomma, una salvezza tranquilla e qualche soddisfazione, magari per preparare una successiva stagione ad alto livello, erano le modeste aspirazioni di società, squadra e tifosi.
Gara dopo gara però la compagine di casa nostra si è scoperta sempre più competitiva. Il buon avvio per la media salvezza, 7 punti in 5 gare, è stato solo l'inizio di una marcia brillante che tra le mura amiche diveniva cavalcata. L'apice è stato raggiunto nella gara interna contro il Cerignola, vinta per 3-1, la miglior partita giocata dai biancorossi sotto il profilo tecnico e tattico.
Volevamo fare un'analisi tecnica del girone d'andata, scrivere dei punti di forza e di debolezza, dei protagonisti, insomma del Rinascimento biancorosso, invece la cronaca ci spinge ad occuparci delle vicende legate alle mancate promesse del sindaco Antonio Azzollini.
Antefatto
Il presidente Giuseppe De Nicolò in estate era intenzionato a vendere il titolo sportivo. Alla fine, però, iscrisse la squadra al torneo di Eccellenza nell'ultimo giorno utile.
“Mi ha convinto il sindaco e sono sicuro che rispetterà le promesse”, dichiarò a Quindici il presidente nell'intervista (settembre 2006) alla vigilia della stagione. Non sappiamo cosa abbia garantito il primo cittadino, però c'eravamo anche noi quando Azzollini, alla presentazione della squadra il 31 luglio scorso, promise, per la verità senza parlare di cifre, un contributo straordinario del Comune: “Una prima tranche nella prima seduta di Giunta di settembre, la seconda a gennaio, per dividere l'intera cifra in due esercizi economici”.
Pare che il sindaco avesse anche promesso alcune sponsorizzazioni, diventate delle leggende metropolitane: si va dalle 240mila euro in campagna elettorale, per finire ai 100mila, compreso il contributo comunale. E che dire della famosa battuta di Azzollini: per me sono importanti la banda e il pallone? che ispirò anche il nostro vignettista Michelangelo Manente.
Sicuro di poter contare su qualcosa di sostanzioso, De Nicolò approntò la squadra. Nulla d'eccezionale, almeno rispetto alle altre società ma sufficiente per fare una bella figura nel massimo torneo regionale.
Mentre la squadra scalava posizioni in classifica e faceva parlare di sè i media regionali, tutto il resto non cresceva, a partire dal pubblico, mai numeroso, soprattutto se rapportato alle altre città.
Una favola in bilico
Dopo mezzo campionato, le promesse non si sono concretizzate. “Il mio budget è stato ampiamente superato, di più non posso fare”, ci ha dichiarato De Nicolò.
Le esternazioni del presidente hanno preoccupato il tifo organizzato, ritornato con orgoglio a seguire la squadra anche in trasferta. Addirittura questi hanno pure inscenato una manifestazione l'8 dicembre scorso, con tanto di striscioni e slogan non proprio anglosassoni verso il primo cittadino.
Tutto ciò alla vigilia della gara interna contro il Maglie. Sarà stato pure un caso, ma proprio contro i salentini, i biancorossi hanno sfoderato la peggior prestazione della stagione, con uno squallido 0-0. Il tecnico Di Giovanni si sforza di tenere la squadra al riparo dalle vicende societarie: “Abbiamo fatto un girone d'andata straordinario. Siamo in zona play-off. Cercheremo di tenerla stretta anche nel girone di ritorno”.
E' chiaro però che se la società non vive una situazione serena, è inevitabile che anche i giocatori, pur animati dall'impegno di far bene, ne risentano sul piano mentale.
La situazione è in completa evoluzione. Entro Natale si saprà se nel 2007, Molfetta continuerà avere ancora il giocattolo calcio, che purtroppo non riscuote più la considerazione di un tempo. Una verità che spiega tutto.
Classifica dopo la 17ª giornata
Fasano 41, Noci 33, Molfetta e Cerignola 32, Altamura e Francavilla 28, Locorotondo 24, Lucera 25, Ostuni 24, Bisceglie 23, Maglie 22, Galatina 20, Nardò 19, Copertino 17, Capurso 14, Massafra 13, Novoli 9, Apricena 6.
La marcia: Locorotondo 0 – Molfetta 0, Molfetta 2 – Altamura 1, Bisceglie 2 – Molfetta 0, Molfetta 3 – Lucera 0, Noci 2 – Molfetta 1, Molfetta 3 – Capurso 1, Novoli 0 – Molfetta 1, Molfetta 2 – Galatina 0, Fasano 3 – Molfetta 1, Molfetta 2 – Apricena 1, Nardò 0 – Molfetta 0, Molfetta 2 – Ostuni 0, Molfetta 1 – Massafra 0, Francavilla 0 – Molfetta 0, Molfetta 3 – Cerignola 1, Copertino 0 – Molfetta 0, Molfetta 0 – Maglie 0.
I marcatori: Uva 11, Lobascio 3, D'Alessandro D. 2, Aloisio 1, Di Bari 1, Paparella1, Patruno1.
CORSIVO
Le maledizioni delle gare importanti
Ogni volta cha al “P. Poli” c'è una gara di cartello, succede sempre qualcosa di storto. Dopo gli incidenti tra le opposte fazioni contro l'Altamura (2ª giornata e prima gara interna), la partita contro il Cerignola (15ª), che 7 giorni prima aveva spodestato il Molfetta dal 2° posto, era da non perdere. Una gara da bollino rosso per le forze dell'ordine, per il preannunciato arrivo di 250 tifosi ospiti.
Ricordiamo che dopo i fattacci di Altamura il Comune ha speso 200mila euro per rattoppare e risistemare la recinzione del terreno di gioco e per creare nella gradinata, con un una doppia rete, un settore distinto e separato per gli ospiti.
Alle ore 12.30 gli ultras biancorossi, che per l'occasione avevano preparato una scenografia degna di una gara di cartello, trovavano il loro abituale settore occupato dai cerignolani. In pratica i carabinieri disponevano per una miglior gestione dell'ordine pubblico: gli ospiti in gradinata, i molfettesi in tribuna. In buona sostanza i lavori fatti nella gradinata non erano serviti a nulla.
Gli ultras non ci stavano allo sfratto e minacciavano di picchettare l'ingresso della tribuna. Alla fine, arrabbiati, si rassegnavano, mentre il presidente era costretto a praticare per la tribuna i prezzi previsti per la gradinata. Insomma, anche la speranza di un incasso cospicuo andava in fumo.
Pochi minuti prima dell'inizio della gara la tribuna era presa d'assalto. Gli ultras si piazzavano al centro con le loro mercanzie (striscioni, bandiere, fumogeni) e inscenavano le loro ritualità (slogan, canti e danze). Era una bolgia, con gli altri spettatori costretti a seguire la gara pigiati come sardine nei settori laterali, con i cerignolani, comodi in gradinata, a godersi la scena.
Alla fine, grazie alla vittoria per 3-1, tutto finiva in festa, ma l'incresciosa situazione infastidiva il pubblico molfettese, perché in certe situazioni sono sempre gli ospiti ad occupare le posizioni peggiori. A Molfetta invece è successo il contrario.
Ora si guarda al derby contro il Bisceglie del 7 gennaio prossimo. Gli ultras biancorossi sicuramente questa volta cercheranno di non farsi sorprendere.
Siamo certi però che società e carabinieri prepareranno per tempo ogni cosa.
Se poi si ripetesse la stessa situazione (ospiti in gradinati e molfettesi stipati in tribuna), allora per i molfettesi sarebbe meglio un bel maxischermo, magari in Piazza Municipio.
F. d. R.
Autore: Francesco Del Rosso