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Buon Anno, Molfetta! Gli auguri di “Quindici” ai lettori e ai cittadini con l’obiettivo di divenire una comunità autentica e accogliente
01 gennaio 2019

MOLFETTA – Inizia un nuovo anno e, come sempre, si fanno buoni propositi, cercando di dimenticare quello passato, soprattutto per le cose negative. Ma un evento resterà nel ricordo di Molfetta e dei suoi cittadini e sarà tramandato nel tempo, data la sua eccezionalità: la visita di Papa Francesco nel 25° anniversario della morte del vescovo, don Tonino Bello.

Gli effetti di quella visita in molti cittadini si sono affievoliti, la città è diventata più cattiva e l’accoglienza, uno dei principi pastorali del servo di Dio, ha lasciato il posto all’intolleranza nei confronti del diverso, del fratello che giunge da lontano, dopo aver attraversato il deserto e il mare con mezzi di fortuna. I migranti sono sentiti con fastidio, eppure anche Papa Francesco ha parlato di accoglienza e lo fa ogni giorno, perché è uno dei principi fondanti del cristianesimo, ma anche dell’umanità.

Ecco l’umanità dimenticata, per una falsa paura e l’odio alimentato da chi oggi è al governo dell’Italia, ma non vuole il progresso, non vuole unire, ma dividere a vantaggio del proprio tornaconto politico, che sta ottenendo sulla pelle dei più deboli e indifesi. E cresce anche la povertà, che coinvolge sempre più la classe media.

Molfetta oggi è governata da un gruppo di persone che si riconoscono in liste civiche senza un progetto: soggetti diversi che si sono messi insieme solo per il potere, senza riuscire a fare sintesi, senza riuscire a creare quello spirito di comunità che il sindaco in buona fede evoca sempre nei suoi discorsi.

La realtà è diversa e lo si è visto in questo primo anno di governo, ma l’ottimismo della ragione deve sempre prevalere e, ci auguriamo, anzi lo speriamo, che superato il rodaggio iniziale, il governo della città possa imboccare una strada diversa non soltanto per realizzare progetti realmente utili ai cittadini e non opere di facciata, costose e certamente non prioritarie. Occorre guardare ai bisogni reali: dalle cose più semplici ma necessarie a rendere migliore la vita di ogni giorno, a cominciare dalle strade sempre più dissestate, per continuare sul piano della mobilità sostenibile e ordinata, per finire alla sicurezza che ancora non è percepita dai cittadini.

Ma sono soprattutto la sanità, che continua a restare precaria in attesa di un piano che rischia di penalizzare i cittadini e il lavoro per i giovani che sempre più abbandonano la nostra città per costruirsi un futuro all’estero. Sono figli di Molfetta, energie e talenti che perdiamo, ma anche affetti che ci lasciano in una città che non offre nulla e non fa intravedere ancora alcuna prospettiva occupazionale.

Certo, non è l’amministrazione comunale che deve creare posti di lavoro, sono gli imprenditori che poco fanno per il territorio stretti tra difficoltà di leggi e la morsa fiscale, ma anche una scarsa consapevolezza del loro ruolo, derivante da una modesta cultura d’impresa che, al di là del numero delle imprese sempre vantato della nostra zona industriale, cammina ancora a ritmo ridotto. Gli imprenditori del passato sono un ricordo in Italia e a Molfetta: la creazione di lavoro non è una priorità, per questo in città non girano soldi e non gira l’economia, che anzi soffre di una crisi endemica. E non sarà il nuovo porto commerciale, sempre in difficoltà per essere completato ma che va portato a termine, a creare nuova occupazione. All’amministrazione, invece, spetta il compito di creare le condizioni perché si crei sviluppo e quindi lavoro, con una politica mirata.

Il nuovo anno, secondo il sindaco Minervini, porterà i primi risultati del lavoro svolto finora e lo speriamo anche noi di “Quindici” che continueremo il nostro lavoro critico, ma costruttivo, per amore di Molfetta, l’unico interesse che ci anima.

E questo nello spirito del nostro motto “Quello che gli altri non dicono”, ma in una finalità costruttiva che vede ognuno di noi partecipare attivamente, nel proprio ambito, a confrontarsi (e di questo diamo atto al sindaco Minervini) e magari a scontarsi, però con l’obiettivo comune di realizzare un futuro migliore per i nostri figli.

Auguriamo a tutti i lettori, ma anche ai cittadini un Buon Anno con il manifesto del nostro Alberto Ficele che trovate sulle plance della città e che continua una tradizione che dura da ben 25 anni.

Il 2019 per “Quindici” sarà, infatti, un’altra tappa importante: il 25° anniversario della nostra testata: abbiamo contribuito a rendere migliore e diversa l’informazione a Molfetta tant’è che ci copiano, ma a noi non dispiace, perché a differenza di altri, abbiamo una cultura diversa, siamo per la pluralità di voci perché rafforzano la democrazia e la libertà.

Buon Anno, Molfetta!

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