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Berardino Mezzina: dalle fessure del tempo
15 giugno 2006

Non poteva sperare di più Berardino Mezzina per la presentazione del suo secondo libro: “Dalle fessure del tempo”. Una sala gremita di gente, due relatori che sono il top della critica e una serie di interventi del pubblico colto e attento. Si inizia con la lettura di alcuni brani del libro. Pantaleo Mezzina, nipote e grande sostegno culturale alla produzione di Berardino, legge con voce piena e senza inflessioni alcuni passi tratti dal libro. Poi passa la parola alla prof.ssa Loredana Pietrafesa. Di origine lucana, è ormai un vanto della nostra città e dell'intera Puglia. Poetessa, scrittrice, concertista e critica letteraria, l'affascinante Loredana Pietrafesa ha il non comune dono di riuscire a cogliere l'anima di ogni testo e di proporre la sua interpretazione in maniera chiara e senza mai annoiare, aiutata dalla sua voce sensuale e dalla sua intelligenza brillante. Per lei le "parole liriche e fantastiche contenute in questi testi non sono pura utopia o semplice invenzione o ancora un astuto espediente letterario, quelle immagini così suggestive, in grado di emozionarci o farei rabbrividire, non sono strumentali a una finzione, ma sono dichiarazione di una ben precisa idea del1'essere e dell'esistere, sono cioè il frutto di un lungo e tenace pensare. . .". Poi ci trasporta nell'intimo dell' autore raccontandoci come ". . . Nardino affronta il tema della morte in tono ironico; come fece Malher nel terzo movimento della meravigliosa sinfonia 'Il Titano'...". Una seconda lettura fa da stacco. Prende poi la parola il prof. Daniele Giancane. Poeta, critico, saggista, scrittore e docente universitario sa come proporre gli autori al pubblico. Con fare tranquillo da assoluto competente esalta molti degli aspetti della scrittura dell' Autore. Parla delle sue immagini, dei suoi colori, del motivo ricorrente del viaggio e delle sue parole come sassi. La genuina ispirazione sorprende di più quando si riflette sul fatto che Berardino Mezzina non legge, ma trae la sua ispirazione dal mondo che vive, persino dal suo lavoro di maestro muratore. Il paragone a Ligabue nella pittura è assolutamente calzante. Come coerente la oggettiva difficoltà, sempre secondo. Daniele Giancane, di inquadrare l'opera in un qualche genere letterario. Può essere Narrativa, Poesia, può far parte del Frammento o del Diario. Insomma, l'opera del Nostro sfugge a qualsiasi classificazione. Una terza lettura conclude gli interventi per aprire un dialogo col pubblico. Sono molti a commentare, con sorpresa e compiacimento, il lavoro di Mezzina, Donato Altomare, il maestro Franco d'Ingeo autore della inquietante copertina, il poeta Mimmo Amato, Antonio Visaggio, il preside Damiano D'Elia e la poetessa Raffaella Simone.
Autore: Michele de Sanctis
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