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Banchina san Domenico di Molfetta, sgrottamento pericoloso: lavori regionali di somma urgenza
04 agosto 2012

MOLFETTA - Lavori per sanare lo sgrottamento della banchina san Domenico. Questa le opere che la Regione Puglia sta eseguendo sulla banchina (foto) già dal primo agosto, come ha spiegato a Quindici l’ing. Enzo Balducci, dirigente del Settore Lavori Pubblici, dopo la segnalazione dell’associazione Marevivo sul profilo fb. La stessa Capitaneria di Porto lo scorso 17 luglio aveva disposto l’interdizione veicolare e pedonale proprio in prossimità del dente di ponente (ora interessato dai lavori) per ben 5m, poi estesa il 31 luglio allo specchio acqueo in prossimità della zona dei lavori.
Dopo il sopralluogo effettuato lo scorso 31 luglio, il Servizio Lavori Pubblici della Regione puglia ha predisposto lavori di somma urgenza per il ripristino della funzionalità e la messa in sicurezza della banchina (per quasi 140m, fino al secondo pontile galleggiante) soggetta a una serie di cedimenti per la formazione di alcune buche. Inoltre, l’azienda barese che si sta occupando dei lavori dovrà segnalare immediatamente alla Capitaneria di Porto il possibile rinvenimento di oggetti riconducibili ad ordigni residuati bellici.
Lo sgrottamento è stato sicuramente provocato dall’azione delle frequenti mareggiate sulla banchina (a volte anche di piccola intensità dovute ai motori delle imbarcazioni attraccate) e, come ha puntualizzato l’ing. Balducci, è da escludere qualsiasi tipo di connessione fisica con i lavori del nuovo porto commerciale.
Tuttavia il fenomeno dello sgottamento avrebbe anche eroso una parte del Molo Pennello, come Quindici ha già evidenziato nel numero cartaceo del novembre 2011, dopo la segnalazione della Lega Navale. L’erosione della costa è visibile anche sul litorale di Ponente, in particolare nei pressi di Torre Calderina, dove il moto ondoso non solo ha eroso la battigia, ma ha smangiato pericolosamente l’asfalto della strada vicinale Cala san Giacomo. Necessari un ripascimento di quel tratto di costa e un monitoraggio costante del litorale locale, anche urbano.
 
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Autore: Q
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La costruzione del nuovo porto, ha sicuramente influito sul corso naturale delle correnti all'interno del vecchio porto. Questo è innegabile. Sono opere che prima non esistevano e, pensare che non abbiano influito affatto in nulla, è già un errore in termini. Nuove opere, di grande portata, quali quelle in fase di costruzione in un vasto specchio di mare, comportano sicuramente dei cambiamenti anche nel moto ondoso che, in caso di condizioni meteo estreme, si enfatizza ulteriormente. Detto questo, allo stato non è facile stabilire una connessione diretta, tra il c.d. "sgrottamento" della banchina e le mareggiate, o l'aumento del moto ondoso. Occorrerebbe uno studio particolareggiato sull'influenza che questi fenomeni, questo mutamento di correnti e moti ondosi, hanno su opere - quale quella della banchina - che risalgono agli inizi del '900 (anche se all'epoca le cose le facevano bene, come le strade con le enormi basole di pietra lavica, che non si capisce bene perché stanno estraendo da tutta molfetta... spero solo che non ci siano intenti criminali sottesi all'operazione... - scusate l'o.t. -). E' chiaro pure che non va sottovalutato anche il piccolo moto ondoso, generato dai natanti e le sue possibili implicazioni e questo è fenomeno che è stato oggetto di dibattito e studio nella città lagunare, Venezia. - "Moto ondoso: un moderno flagello. L'azione dell'acqua mossa innaturalmente dalle imbarcazioni "gratta" le fondamenta dei nostri preziosi monumenti. Studi e controstudi miliardari hanno fatto si che l'amministrazione comunale, a salvaguardia di Venezia, abbia emesso un'ordinanza dove vengono resi noti i limiti di velocità che si devono rispettare nella laguna perché non si vengano a formare le famigerate onde" - Ho voluto riportare solo un breve passo su uno dei tanti copiosi studi, presenti in rete (http://www.venessia.com/motoondoso.htm), non certo per propendere per una o l'altra teoria, ma per dire che, allo stato non è possibile escludere nessun fattore di incidenza sul fenomeno dello "sgrottamento" della nostra banchina, compreso quello della velocità dei piccolissimi natanti - che a Venezia è stata limitata a 5Km/h - e dal moto ondoso che questi sviluppano. Bisognerebbe chiedere se un limite di velocità esiste anche a Molfetta, all'interno dello specchio del porto... poiché, come dicevano i nostri avi anche "la goccia fissa penetra il sasso".
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