Appello degli imprenditori del settore turistico: no alla caccia alle streghe
Molfetta dal 2006 rientra nel novero delle città pugliesi ad economia prevalentemente turistica e delle città d’arte. Esattamente come Trani (che ha ottenuto il titolo solo nel 2008). Esattamente come Otranto e Lecce. Non è ancora chiaro come siano stati piegati i parametri della legge regionale per consentire questo titolo alla nostra città, mentre è chiarissimo che Molfetta vive ancora una volta profonde contraddizioni. E si passa da un eccesso all’altro con imbarazzante nonchalance. Da un lato si lamenta la scarsa occupazione, e dall’altro si condanna una generazione di locali che s’inventano un lavoro e producono occupazione; da un lato si lamenta la scarsità di alternative sociali, di spazi di aggregazione, di locali interessanti a Molfetta (“il sabato si va fuori”) e dall’altro li si attacca in nome di una non meglio definita “Movida responsabile”; da un lato si lamenta il traffico notturno dei giovani sulle strade provinciali (soprattutto nei week end) e dall’altro si spera che i giovani vadano altrove. Fuori da Molfetta, la città che all’occorrenza diventa turistica e d’arte. Negli ultimi mesi sono state sviluppate molte polemiche relative alla presunta rumorosità delle attività turistiche di Molfetta. Un attacco che per linguaggio e contenuti rischia di contaminare la possibilità di generare un confronto sereno e proficuo. Il nostro intento è quello di generare uno sviluppo armonico, nel rispetto delle regole e, naturalmente, della comunità. Assumendo, però, come valore insindacabile la vitalità sociale, culturale ed economica della città. Molfetta non può trasformarsi in una comunità rurale, dove dà fastidio anche la filodiffusione natalizia nel centro commerciale urbano e il suono delle campanelle scolastiche. C’è una misura in tutte le cose. Sgombriamo il campo dagli equivoci e facciamo chiarezza: lo scontro non è tra diritto alla salute e piccoli interessi di qualche mascalzone. Lo scontro – principalmente culturale – è tra i legittimi desiderata di un contenuto numero di persone, evidentemente affrancate dal bisogno economico, e gli interessi di una città del mezzogiorno scivolata gradualmente in una pericolosa perifericità rispetto ai circuiti turistici e commerciali del nord barese. Naturalmente parliamo del centro urbano, non del centro commerciale extraurbano dove luci, musica e ogni attrazione sono sempre consentiti. La sfida è riportare la vita nel centro urbano. E la sfida è stata raccolta: i nuovi locali “puliti” della città, affianco a quelli storici, che costituiscono da sempre un punto di riferimento positivo, si stanno adoperando per invertire la tendenza. Affinché la già ridotta capacità di spesa (principalmente dalla crisi) del consumatore di Molfetta non si disperda altrove. E affinché, al contrario, il cityuser di Giovinazzo, Bisceglie, Terlizzi, Bari e persino Trani possa trovare interessante vivere le nostre strade, fare acquisti nella nostra città, frequentare i nostri locali. Questo è accaduto in questi mesi. La musica, le arti, le iniziative ludiche sono elementi di valore, non attività da stigmatizzare. Faremmo, semmai, un ragionamento sulla qualità delle iniziative da proporre, sull’innovatività e l’attrattività complessiva della proposta della nostra città, come territorio competitor rispetto agli altri centri di entertainment. Al contrario, la presenza dei Carabinieri – anche prima della mezzanotte – per sedare le iniziative all’interno della cinta urbana risulta sicuramente una leva distorsiva del mercato. A danno della nostra città. A vantaggio delle altre. Se poi il gioco vale solo sotto casa propria, mentre nei centri commerciali, nelle altre città può succedere qualsiasi cosa, ditecelo chiaramente. Intanto nei nostri locali noi manteniamo un ambiente pulito. Senza risse, senza cattive frequentazioni, senza traffici. Nel rispetto delle regole, nel rispetto della comunità di cui facciamo parte. Ma considerando insindacabile – lo ripetiamo a gran voce – il diritto alla vitalità sociale, culturale ed economica della città. È per questo che, raccogliendo l’appello del gruppo “Ridateci il Silenzio” di Molfetta, ci esprimiamo favorevolmente rispetto alla dotazione di un piano di zonizzazione acustica. Siamo certi che il piano saprà rispondere alle esigenze legittime di tutti. Così come ci dichiariamo favorevoli all’impegno di scaricare il vetro entro le 22.00. Ci rendiamo disponibili, inoltre, a continuare il nostro lavoro di presidio del territorio anche nelle ore notturne, quando atti vandalici e traffici loschi brutalizzano la nostra città e violentano – questa volta sì – la serenità dei cittadini. Noi ci siamo. Aperti al dialogo, ma sui contenuti. Non siamo disponibili, invece, alla caccia alle streghe, né all’alimentazione di un clima denigratorio e diffamatorio che ricade come una cappa su tante piccole attività economiche (e a cascata su tutti i lavoratori in esse occupati) e sull’immagine della nostra città.
Autore: Xò, Très Jolie, Swing, Supersantos, Sapemore, La Darsena, Beatles, Baraka, Allèmmérse, Al Duomo.