Amministrative a Molfetta, chiuso il quadro a sinistra più per necessità che per convinzione
MOLFETTA – Dopo la scelta di Sinistra Italiana di appoggiare il candidato di Rifondazione Comunista Gianni Porta e di Bepi Maralfa di andare da solo con Linea Diritta, si è chiuso il quadro delle ipotesi delle alleanze elettorali anche a sinistra.
Il gruppo dei fuorusciti del Pd (anche Giulio Germinario e Leo Amato che, ad oggi, non hanno deciso di tornare indietro, come da una bufala messa in giro artatamente, per aumentare la già grande confusione, nella quale sembra che solo “Quindici” si sforzi, con difficoltà, a fare chiarezza) e della parte restante dei Giovani Democratici che non si sono spostati a destra con Piero de Nicolo nel ciambotto di Tommaso Minervini, ha scelto di sostenere Porta, mentre non è ancora chiara la posizione di Lillino Di Gioia e Annalisa Altomare. Due le ipotesi: lasciar perdere, cioè entrambi rinunciano a fare politica, anche perché sono rimasti isolati a destra e a sinistra. I “tradimenti” di “Cambia verso” evidentemente questa volta non hanno pagato. Ma c’è un’altra ipotesi, forse più probabile, quella che decidano di restare in campo sostenendo la candidatura di Antonio Di Gioia in una lista di appoggio a Gianni Porta.
Sul Pd dell’area De Nicolo per spiegarci, siamo stati facili profeti, certo non ci aspettavamo il passaggio al destracentro dei Giovani Democratici, ma in politica vige la regola del “mai dire mai”. Ma che qualcuno ritenga di essere ancora a sinistra nel ciambotto, vuol dire che si è ingenui, e non lo crediamo, o furbi, ed è molto più probabile (nel vano tentativo di non perdere la verginità).
I trasformisti da sempre non destano meraviglia in coloro che hanno seguito i loro voltafaccia politici degli ultimi anni. Può destare sorpresa solo in coloro che erano ingenui o fingevano di esserlo: accettare i voti di destra per vincere non è una giustificazione accettabile e meno lo è quella che vuole cancellare destra e sinistra, perché superate, quando in realtà anche se i programmi sembrano simili, sono diversi nella sostanza e soprattutto nella loro applicazione. Non prendiamoci in giro.
Paola Natalicchio, sulle cui dimissioni molti, e noi fra questi, avevamo avuto delle perplessità, ha dimostrato, col passaggio di 9 consiglieri su 11 a destra con Minervini, che la sua giunta di centrosinistra sarebbe stata sotto ricatto ogni giorno, perfino da parte di coloro che erano stati eletti nella sua lista, erano poi passati al Pd e poi avevano optato per il ciambotto. Che credibilità politica e comportamenti coerenti ci si poteva aspettare da buona parte di questi consiglieri comunali?
Alla fine il cerchio a sinistra si è chiuso a tutto vantaggio di Rifondazione, la cui ostinazione nel voler imporre il proprio candidato sindaco Gianni Porta, ha pagato. Insomma, la “furbata” è riuscita non tanto per proprio merito o per scelta degli altri, ma per la debolezza derivante dalle divisioni e dalle tante anime ribelli che, alla fine, hanno scelto Porta per necessità, più che per convinzione.
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