‘Santa Mamma’ presentato da Giulio Cavalli al ‘Ghigno’ di Molfetta
Bisogna aver paura di ciò che si crede vero, ma che in realtà vero non è
MOLFETTA - Il capovolgimento della realtà rientra sicuramente tra le prerogative di un attore quale è Giulio Cavalli, che ormai da dieci anni vive con la scorta per via della sua campagna antimafia e che è stato ospite del sesto appuntamento del festival letterario ‘Storie Italiane’, organizzato dalla libreria ‘Il Ghigno’ di Molfetta.
Introdotto dalla prof.ssa Isa de Marco, che sottolinea i toni forti e allo stesso tempo delicati che caratterizzano il suo modo di esprimersi e di scrivere, Cavalli presenta al pubblico il suo ultimo romanzo dal titolo ‘Santa Mamma’, la cui principale tematica è il teatro come strumento per raccontare la realtà e per percepire la storia; la stessa storia che, spesso e volentieri, è in grado di mettere l’individuo in situazioni che inevitabilmente lo aiutano a maturare.
È proprio il caso dell’autore, che coltiva un legame affettivo con il suo romanzo, colmo di riferimenti ma soprattutto di nomi che hanno a che fare con il suo mondo: il mondo di Carlo Gatti, vero nome dell’autore, figlio adottivo, portato in orfanotrofio dai servizi sociali, con la passione per il pianoforte, aspirazione che lascia nel momento in cui decide di cercare un lavoro. Tra convegni e contatti con magistrati, la ricostruzione dei tasselli che formano il puzzle della sua vita è il filo conduttore del romanzo, in cui tanti sono i punti commoventi: a partire dal colloquio di lavoro fino ad arrivare alla ricerca del suo fratello di sangue. Ed è con la stessa motivazione che lo ha spinto a ricercare le sue radici che Cavalli si interroga sulle origini della mafia, ponendosi l’obiettivo di smontare le convinzioni di chi si serve di quest’ultima pur di raggiungere i propri scopi.
‘Nelle scuole si parla di mafia, ma se ne parla in maniera errata. Si dedica tanto, troppo tempo a capire cosa essa sia e non si punta mai al cuore della questione; non si fa mai leva su dove essa sia, su quali siano i suoi problemi - sostiene l’autore -. E a mio parere il problema più grande che caratterizza la mafia è la paura di ciò che si crede vero, ma che in realtà vero non è’.
Non a caso Cavalli di mestiere fa l’attore: in bilico tra la risata e la realtà, grazie al suo lavoro egli riesce ad inquadrare le problematiche e a prenderle sul serio sdrammatizzandole.
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Sara Fiumefreddo