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Zona Asi a rischio? Il governo regionale ha commissariato tutti i Consorzi Asi. Ricorsi al Tar
15 ottobre 2001

La Zona Asi (Area sviluppo industriale) insieme alla Zona artigianale esistente e a quella nuova, sono la grande opportunità di un nuovo sviluppo economico per la nostra città. Mentre la Zona artigianale si sta esaurendo e quella nuova sta movendo i primi passi, la Zona Asi segna il passo dopo un attivismo iniziale. Finora delle 140 imprese che ne hanno fatto richiesta, solo otto si sono insediate e altrettante stanno realizzando i capannoni. Un magro bilancio per ad una serie di problemi. Da un lato le imprese che fanno dipendere gli investimenti dai finanziamenti agevolati, attraverso leggi come la 488, che purtroppo ogni hanno subiscono cambiamenti, dall’altro uno stallo, negli ultimi due anni, dell’attività del Consorzio Asi di Bari, forse per le continue ingerenze dei nuovi potentati politici, culminate con lo scioglimento degli organi di gestione, non tanto per questioni di potere che pure ci sono, quanto di cambiamento di scelte politiche. Consorzio Asi commissariato La faccenda nasce nel ’99 con l’ascesa alla carica di Presidente della Regione di Raffaele Fitto. Al fine di disciplinare le aree industriali per predisporre provvedimenti urgenti in materia di tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente, la Regione emanò delle norme, che tra le altre cose decretavano lo scioglimento di tutti i Consorzi Asi di Puglia, in particolare di Bari, Lecce e Foggia (Brindisi e Taranto erano già commissariati). Tali norme furono impugnate dal Governo centrale e respinta al mittente. Col cambio della guardia a Palazzo Ghigi, Fitto ritornò alla carica e questa volta raggiunse l’obiettivo. Una curiosità: anche il governo Berlusconi impugnò le disposizioni regionali (seduta del Consiglio dei Ministri del 11.07.01), ma non fece seguire gli atti di notifica nei previsti 10 giorni successivi, dando, di fatto, via libera alla legge n° 19 del 25.07.01. Il commissariamento non è stato digerito, sia da alcuni amministratori dei vari Consorsi Asi che vedono in ciò una bocciatura del loro operato, sia da alcuni comuni ovviamente di centrosinistra, mentre quelli di centrodestra senza battere ciglio si sono allineati. La conseguenza è un ricorso che pende al Tar Puglia dall’esito incerto. In particolare gli ex amministratori del Consorzio Asi di Bari, rivendicano che nei sei anni di presidenza del dott. Pontrelli, una serie di risultati positivi: credibilità nazionale ed internazionale che prima non aveva, un risanamento economico consistente culminato con un utile di 3,5 miliardi nell’ultimo bilancio, il coinvolgimento delle realtà territoriali con l’avvio della zona Asi di Molfetta e l’interesse per un nuovo agglomerato industriale tra Giovinazzo e Bitonto. Sconfessando tutto ciò, s’intravede una volontà politica di accentrare le leve del potere, in un momento in cui si parla tanto di federalismo. E’ indicativo che nella proposta della legge di bilancio 2002 del Governo centrale, nulla si dice sulla “Programmazione negoziata”, col timore che vengano liquidati strumenti come i “Patti territoriali”, che nonostante le difficoltà sono espressione delle realtà locali”. Quindi un cambiamento di linea politica generale che potrebbe incidere sulle prospettive di sviluppo e lavoro, annunciate e ancora da realizzare nel nostro territorio. Lavori e problemi in corso Eppure sulla carta le condizioni ci sono tutte. Un primo stralcio (circa il 30% su un’area complessiva di 434 ettari), grazie ad un finanziamento statale di ’97 di oltre 10 miliardi, in fase di completa urbanizzazione (manca solo asfaltare le strade) che comprende le maglie A-B-C-D, su cui si insedieranno le prime 27 imprese tra cui un ipermercato. Per il secondo stralcio si sono spesi 12 miliardi di fondi europei per la realizzazione delle strade perimetrali delle varie maglie (dalla E alla Q) compresi di reti idriche e fognanti. Ma i lavori in corso stanno causando una serie di problemi alle aziende che si sono già insediate A fronte delle reti idriche fognanti realizzate, mancano gli allacciamenti ai tronchi principali e quindi le aziende utilizzano le riserve delle cisterne e le fosse biologiche. Inoltre si è appurato la scarsità della pressione idrica, al punti che si sta realizzando una “torre piezometrica” (un serbatoi idrico) per aumentare la pressione. Anche sulla linea elettrica aerea si dovrà intervenire con lo spostamento di alcuni tralicci d’alta tensione. Ma il problema principale per le aziende è lo stato delle strade. Senza asfalto e con i tombini sporgenti, spesso causa di danni ad auto e furgoni con qualche fastidioso incidente. Addirittura ci risulta che un’azienda di spedizioni ha comunicato a qualche impresa l’incremento dei prezzi per la sconnesità delle strade. Insomma tra un contesto costituzionale incerto perché non è chiaro il futuro che avranno le Asi, senza acqua, senza fogna e con strade indecenti, difficilmente si vedranno a breve gli insediamenti previsti, il che potrebbe spingere gli imprenditori locali e non a scegliere altre soluzioni per i loro insediamenti. Accanto a questi problemi, c’è la faccenda degli espropri che interessa molti molfettesi. Mentre per il primo stralcio sono stati pagati all’80%, quelli del secondo stralcio solo ora, a distanza di due anni e quindi oltre i tempi stabiliti dalle norme, stanno ricevendo i primi mandati di pagamento. Come si vede, ci troviamo di fronte ad una serie di questioni importanti per la città e i cittadini, nei cui confronti l’Amministrazione comunale non può chiamarsi fuori o mostrarsi indifferente. Un’iniziativa del Comune di Molfetta sarebbe auspicabile e opportuna in questo momento, per mettere in chiaro col Consorzio Asi di Bari le comptetenze, le procedure e i tempi certi. Non vorremmo che dopo le devastazioni operate sul territorio, la zona Asi diventi un cattedrale nel deserto. Francesco del Rosso
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